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GP di Monza, settembre 2013: quando Chris Horner autografò la maglietta Red Pork





Monza, 8 settembre 2013. Sebastian Vettel ha appena vinto il GP d’Italia e si apprestava a vincere il suo quarto e per ora ultimo mondiale. Sono passati solo 4 anni da quel giorno, non tantissimi, ma sembra comunque una vita fa. Era prima dell’avvento dell’era Mercedes, quando Sebastian e le “lattine” erano il nemico pubblico numero uno.

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Con già alle spalle la corsa per arrivare il prima possibile ai piedi del podio, i festeggiamenti e la successiva camminata sul rettilineo io e l’amico con cui ero lì (soprannominato per comodità “Il Punito”) decidiamo di andare ad appostarci all’uscita del Paddock. Freschi dell’esperienza dell’anno prima e di quella dei giorni precedenti, sapevamo che che avremmo avuto buone possibilità di incontrare i volti più noti del circus perché tutti, o quasi, sarebbero passati di lì. Appostati quindi vicino alle transenne il tempo inizia a scorrere veloce in mezzo ad altri tifosi di tutte le nazionalità possibili, spesso ubriachi o comunque muniti di una birra comprata in loco agli ormai noti – e “modici” – prezzi. Poi, all’improvviso, iniziano pian piano ad uscire i meccanici e gli ingegneri, in un turbinio di persone munite delle divise delle varie scuderia. Gli uomini McLaren, da bravi inglesi, escono dal Paddock dotati di birra. Io e “Il Punito” chiediamo loro di offrircene una, ma purtroppo tutti passano oltre, ridendo senza comprendere che dietro la nostra richiesta scherzosa si celava un reale bisogno di bere qualcosa che non fosse acqua o RedBull regalata…

Spesso, nella vita, accade che superato per la prima volta un ostacolo sia poi sempre più semplice oltrepassarlo di nuovo. Nel nostro caso, l’ostacolo era sfoderare una sorniona “faccia da culo”, per utilizzare il gergo tecnico. E quindi, man mano che i fortunati ospiti e gli addetti ai lavori continuavano ad uscire dal Paddock, iniziamo a scambiare quattro chiacchiere con giornalisti del settore, a fare qualche battuta ai meccanici o a cercare di accalappiare qualche pilota minore per strappare una foto o un autografo. Purtroppo, ma ad onor del vero anche giustamente, i piloti più famosi si concedono al massimo per qualche firma da dietro le transenne, evitando accuratamente di passare tra la gente per non correre il rischio di essere letteralmente assaliti.

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Ad un tratto, io e “Il Punito” notiamo, all’esterno del Paddock, appostato nella sua Maserati (o era una Porsche? Non ricordo…), un volto noto. È Vitantonio Liuzzi, che proprio a Monza, due anni prima, si era reso protagonista di un brutto incidente alla Prima Variante. Incidente che diede a Mazzoni la possibilità di gridare in diretta TV “C’è un brutto incidente nelle retrovie con diverse vetture coinvolte, ma l’importante è che ci sia una Ferrari davanti a tutti!. Sappiamo ben distinguere le priorità, vero Gianfranco?

Ma torniamo a Liuzzi, lì da solo fuori dal Paddock. Possibile che nessuno lo noti? Evidentemente, dopo un solo anno di assenza dalla F1, molti si erano già dimenticati di lui. Molti, ma non io e il fedele “Punito”. Così ci avviciniamo, scambiamo due parole assieme a lui e, visto la presenza di una macchina di un certo livello, gli chiediamo, sempre scherzosamente, un passaggio verso la stazione. Ovviamente non accetta, giustificandosi dicendo di dover andare in tutt’altra direzione, così lo salutiamo e lo lasciamo andare per tornare nuovamente all’uscita del Paddock.

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Ormai sono in pochi a mancare, e sono i nomi più famosi, rimasti fino a tardi per discutere con ingegneri e meccanici della gara. Alcuni escono dal paddock direttamente in auto, magari dopo aver firmato qualche autografo. Altri non si vedono proprio, perché magari ancora dentro o usciti alla chetichella in altro modo. Ma, per fortuna, qualcuno che esce dal Paddock a piedi attraversando la folla c’è ancora. Tra i pochi “coraggiosi” figurano anche Chris Horner ed Adrian Newey. E così arriva, finalmente, il momento tanto atteso, il momento di dare un senso alla maglietta Red Pork.

L’acquisto di tale maglietta risaliva ad un paio di anni prima, quando, in gita scolastica a Firenze, io e “Il Punito” notammo in un negozietto di una via centrale tra le tante attorno al Duomo, questa t-shirt che spiccava tra le altre. L’occhio di un appassionato non si farà mai sfuggire certe perle, anche se nascoste tra ammassi di t-shirt “I love quellochevolete” o magliette di Che Guevara. Per entrambi fu subito chiaro che andava acquistata. Nel 2012 non ci fu modo di usarla, anche per l’inesperienza dovuta al primo contatto reale con un GP, ma nel 2013 avevamo deciso da tempo che l’occasione, in un modo o nell’altro, ce la saremmo creata.

Quindi, una volta davanti ai due membri più importanti del muretto Red Bull, cosa si poteva fare di meglio se non prenderli sanamente in giro chiedendo loro di autografare la maglietta? Purtroppo, ad Adrian Newey la cosa non va proprio a genio: mi nega l’autografo. Con Chris Horner, invece, le cose vanno decisamente meglio: lui la prende più sul ridere, e piazza la sua firma proprio tra i due maiali, consegnando la Red Pork alla gloria.

© Marco Criscione
© Marco Criscione

Per due ragazzi che avevano appena terminato le superiori non poteva che essere una bella esperienza quella di incontrare e scherzare con persone che, fino a quel momento, si erano viste solo in televisione. E’ stato bello anche avere quei “cinque minuti di gloria” tra la gente che aveva assistito alla scena, tra i quali figurava anche l’allora direttore di Autosprint che ci pubblicò sul suo profilo Twitter. Perché il motorsport può voler dire anche questo, può voler dire che si può ridere e scherzare insieme tra perfetti sconosciuti, siano essi fan o gente del settore, in attesa che la gara cominci o che i propri piloti preferiti passino a fare un saluto.

Per quanto riguarda la gloriosa Red Pork, con il tempo l’autografo si è un po’ scolorito, ma lei rimane sempre gelosamente custodita insieme agli altri ricordi delle esperienze dirette di F1. Quella è stata l’ultima volta che ho avuto a che fare con la F1 dal vivo, ma forse il tornare in un circuito si sta pian piano trasformando da una semplice idea ad una sempre più decisa volontà…

Marco Criscione

 





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow