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A EICMA 2021 poche sorprese ma tanta passione, anche dalla Cina





Quella appena terminata è stata la 78^ edizione di EICMA, la prima dopo la propagazione del Covid-19 nonché quella in cui le moto provenienti dalla Cina hanno iniziato a svestire i panni delle cinesate banali. L’assenza di sorprese o di Case blasonate come Ducati non hanno tuttavia smorzato gli entusiasmi.

Un’edizione con un senso di timidezza nell’aria quella di quest’anno, senza sorprese come nel 2019 quando Aprilia e MV portarono RS 660 Concept e Superveloce Serie Oro senza dire niente a nessuno, ma con tanta voglia di tornare a vivere nel mondo reale una passione, quella per le due ruote, così eterogenea e varia. Sono mancate Case importanti (BMW, Ducati, Harley Davidson, Indian e KTM/Husqvarna) eppure la curiosità e la voglia di vedere i modelli tanto desiderati non è venuta meno.

Alcune novità erano già state annunciate e mostrate in anteprima, come la Speed Triple 1200 RR, versione sportiva della RS con semi-manubri, sospensioni elettroniche e cupolino da café racer anni ‘60 seguendo le orme della MV Superveloce. O la Moto Guzzi V100 Mandello, la moto per i cent’anni dell’Aquila con un bicilindrico tutto nuovo, da 1042cc con raffreddamento a liquido e 103 mm più corto rispetto al motore da 850 cc della V85 TT, capace di 115 cv e 105 Nm, con il 90% della coppia massima disponibile già da 3500 giri/min. Innovativa l’aerodinamica attiva della V100, pensata per migliorare il comfort di marcia del pilota. La Mandello, moto poliedrica a metà strada tra una roadster ed una turistica, sarà disponibile anche con sospensioni elettroniche attive. Presente, allo stand Yamaha, la rinnovata XSR 900 che sfrutta la meccanica della MY-09 MY21.

Una piccola sorpresa inattesa c’è stata, ma parliamo comunque di un nuovo allestimento per un modello già a listino. Stiamo parlando della Tuono 660 Factory, che eredita mappatura motore da 100 CV e forcella completamente regolabile della RS 660, oltre a pedane e batteria al litio che permettono di limare 2 kg, per distinguersi dalla ‘base’. Inoltre, rispetto alla Tuono 660, la Factory avrà di serie quick shifter bidirezionale e piattaforma inerziale a sei assi. Di serie, oltre a sella e pedane per il passeggero, anche il codino monoposto. Presente nello stand Aprilia anche la RS 660 con livrea USA, si tratta di una serie speciale dedicata alla vittoria nell’AMA Twins Cup.

Altre novità, nonostante la massima segretezza, sono state avvistate recentemente durante i collaudi su strada. È il caso della MV Agusta Lucky Explorer 9.5, figlia del Lucky Explorer Project. Timur Sardarov, CEO di MV, ha riportato in vita quella che era la mitica Elefant, vincitrice di due Dakar grazie al friulano Edi Orioli, lasciando per strada il brand Cagiva, forse per dissidi col defenestrato Castiglioni. La 9.5 appare come una adventure davvero ben rifinita, con dettagli tecnici di livello come il cambio robotizzato e dotata di un tricilindrico tutto nuovo da 931cc, che pesa 57 kg con olio e liquido refrigerante ed è capace di 123 CV a 10.000 giri e 102 Nm a 7.000 giri. Nel complesso la moto, dotata di forcelle KYB, pesa 220 kg a secco.

Nota negativa per Sardarov e la sua squadra riguardo la MV Agusta Lucky Explorer 5.5, ovvero una Benelli TRK 502 con cilindri rivisti, +1,5 mm di alesaggio e +4,2 mm di corsa, e cupolino ridisegnato. Una Benelli-QJ rimarchiata MV Agusta non si può proprio vedere. Ci sono molte moto belle, ma MV dovrebbe essere un’altra cosa. 220 kg a secco per la 9.5, gli stessi della 5.5 che di cavalli ne ha 48. Entrambe verranno distribuite tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Presenti allo stand MV pure le recenti Brutale 1000 RS, con manubrio a piega alta, e RR Nurburgring, oltre alla speciale F3 800 RR sviluppata per competere nella nuova Supersport Open.

Riguardo a Benelli, che proprio con la TRK 502 sta svettando nelle vendite, va menzionata la tanto chiacchierata TRK 800: finalmente mostrata e spiegata in ogni componente, deriva dalla QJ SRB 750 svelata in primavera. Con un design aggressivo e grintoso e un bicilindrico da 76 CV a 8.500 giri/min già visto sulla 752, questa nuova adventure può permettere a Benelli di fare cappotto nella classifica delle moto più vendute l’anno prossimo. Si tratta di un mezzo tecnicamente valido e prestigioso, vedasi il telaio a traliccio misto a piastre, le pinze Brembo radiali o le forcelle Marzocchi da 50 mm completamente regolabili, con un peso a secco di 226 kg. Altra novità della casa pesarese è la Leoncino 800, che condivide il motore con la nuova TRK ed era già stata presentata come prototipo a EICMA 2019.

Agli appassionati di viaggi lontani dall’asfalto potrà far piacere, oltre alla già vista e da alcuni testata Aprilia Tuareg, anche la Yamaha Ténéré 700 Raid, svelata a EICMA come prototipo. Si tratta di un modello pensato e sviluppato dal reparto R&D di Yamaha Italia attingendo a piene mani dal catalogo di GYRT, per poter viaggiare stando più tempo possibile lontano dalla civiltà. Magari sognando il Lago Rosa a nord-est di Dakar.

Una chicca anche il muletto della Triumph Tiger 1200 che i collaudatori della casa inglese stanno usando in questi mesi. Si tratta un mezzo davvero interessante, che condivide con la Speed Triple 1200 il motore tricilindrico da 1160 cc, seppur rivisto meccanicamente per favorire la fluidità e la spinta ai medi. Questa nuova adventure di Hinckley è caratterizzata da un telaio a traliccio in tre pezzi e da un pregevole – e massiccio – cardano. La versione definitiva verrà svelata il prossimo 7 dicembre, per ora si può solo intuire un orientamento prevalentemente fuoristradista, per via del cerchio anteriore da 21″ con pneumatico 90/90.

Alcuni dei nuovi modelli presentati ad EICMA 2021 sono stati dei semplici aggiornamenti di moto sparite dai listini perché rimaste ferme alla normativa Euro IV. Come la Yamaha MT-10, che aggiornata all’Euro V riceve migliorie varie, tra cui una manciata di CV in più e le sospensioni Ohlins elettroniche per la variante SP, e un nuovo design del gruppo ottico frontale che richiama quello della sorella R1, o la Suzuki Katana, che diventa Euro V sfruttando l’evoluzione del motore ‘K5’ già svelata nei mesi scorsi con le nuove GSX-S1000 e GSX-S1000 GT. Anche la Kawasaki H2 SX è tornata: se linee e dotazioni sono rimaste invariate, un nuovissimo sistema radar per la guida assistita va ad affiancare il poderoso 4-in-linea sovralimentato da 200 CV. Si tratta di una tecnologia introdotta per prima da Ducati con la Multistrada V4.

Rimanendo in area Kawasaki, martedì è comparso in fiera anche Jonathan Rea, tutt’altro che abbattuto per la perdita della corona iridata e già pronto per lottare nel 2022 sfoggiando nuovamente il #65. Gentile e spiritoso come sempre, nonostante fosse arrivato a EICMA direttamente da Mandalika, il sette volte campione del mondo SBK si è pure lasciato andare con un divertente coro da stadio per Alex Lowes poco prima di scattarci un selfie e passare ai saluti.

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In quello che non verrà certamente ricordato come il salone delle sportive, c’è stato l’arrivo della Honda Fireblade MY22, caratterizzata da un lieve aggiornamento race oriented mirato al miglioramento della trazione fuori dalle curve aumentando il vigore ai medi regimi. Per il 2022 la CBR 1000 RR-R vanta: nuovi airbox e condotti d’aspirazione, nuovo filtro dell’aria, rapporto di compressione aumentato fino a 13,4:1, 3 denti in più di corona (da 40 a 43) per ridurre il rapporto finale, nuova sezione intermedia per il collettore di scarico e una nuova logica del controllo di trazione. Invariata la potenza massima, sempre 217,5 CV a 14.500 giri/min, e il peso, 201 kg col pieno di benzina (16,1 litri).

Il 2022 sarà l’anno del trentennale per la Fireblade, così a Tokio hanno deciso di richiamare Hiroaki Tsukui, chief designer della primissima, leggendaria, CBR 900 RR di Tadao Baba, per fargli disegnare una livrea speciale per la versione SP. Si tratterà di una versione speciale del modello, prodotta in serie numerata con targhetta dedicata sulla piastra di sterzo, ma non limitata. Questa nuova livrea ispirata, non copiata, da quella del 1992 è stupenda, Tsukui-San è stato veramente abile in questo remake, peccato che sia stata vittima di una fuga di notizie nelle scorse settimane.

Menzione speciale per le Case cinesi. Le più blasonate hanno smesso di produrre le cosiddette cinesate portando, invece, prodotti validi, personali e di pregevole realizzazione. Su tutte CFMoto, brand nato da una joint venture fra Zhejiang Chunfeng Power Co e KTM per la produzione in Cina delle moto austriache. Si tratta di un brand che il prossimo anno debutterà nel Mondiale Moto3, sfruttando delle RC 250 rimarchiate come già fatto da Husqvarna e Gas Gas. Le moto portate al salone da CF, naked e adventure di piccola e media cilindrata, sono oggettivamente piacevoli alla vista e meccanicamente intriganti, sfruttando meccaniche di Mattighofen. Notevoli anche le realizzazioni di Voge, premium brand di Loncin e competitor diretto di CFMoto, e Benda, per il momento presente in Italia con cruiser di piccola cilindrata mentre in patria ha iniziato la produzione di motori V4 da 1.200cc capaci di oltre 150 CV.

Insomma in Cina, a furia di produrre motori (come Loncin coi bicilindrici per BMW o Zongshen coi monocilindrici per il gruppo Piaggio e Fantic), e moto intere per le Case europee, si sono appassionati alle due ruote sviluppando gusti e conoscenze tecniche propri. Non stanno per arrivare perché sono arrivati, come dimostra nuovamente la CF attraverso il prototipo sportivo SR C21. Come? Che il posteriore assomiglia a quello della Panigale? E sticazzi? Pure Tamburini ammise di essere stato talmente stregato dalla Honda NR 750 da dover ridisegnare a sua ispirazione la parte posteriore di quella che diverrà poi la Ducati 916.

Appunto finale per la cancellazione della ‘promo donne’ del venerdì, poiché con gli accessi contingentati non è stato possibile rilasciare biglietti gratuiti. Era ora. Nel 2021 ragazze e donne non hanno più bisogno di incentivi per appassionarsi al motociclismo, finalmente ce ne sono tante che hanno iniziato o stanno per iniziare ad andare in moto. Quella dell’ingresso donne omaggio ormai è un anacronistico retaggio patriarcale, che non ha nulla di paritario e anzi sostiene l’idea delle ragazze come semplici zavorrine. Se nelle prossime edizioni potranno essere distribuiti biglietti omaggio per una determinata categoria, vada fatto per gli under 16. Incentivare ragazzini e ragazzine ad appassionarsi alle moto, questo è quello che serve ora.

 





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.