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Il GP d’Argentina è stato una bella iniezione di fiducia per Morbidelli





Dopo un lungo periodo di oblio, Morbidelli è finalmente tornato tra i protagonisti della MotoGP, al termine di uno splendido GP d’Argentina. Non ha trovato il podio, ma un paio di quarti posti che gli ridanno il sorriso. “Abbiamo fatto diverse piccole modifiche che mi hanno dato tanta fiducia sopra la moto. Per stare coi primi è necessario spingere tantissimo e qui a Termas ci sono riuscito. Vedrò ad Austin come andrà, sono curioso.”

© Monster Energy Yamaha MotoGP

Dopo un lungo periodo di oblio, Franco Morbidelli è finalmente tornato tra i protagonisti della MotoGP. Quarto in qualifica, quarto nella sprint e quarto in gara, una bella medaglia di legno non gliela toglie nessuno eppure Franky sorride. Sorride perché ieri, nella sprint, era riuscito a prendere la testa della corsa mentre oggi, in gara, ha lottato fino alla fine per un posto sul podio, sfuggito nel finale per via della risalita di Zarco. “Ho dato tutto per difendere la mia posizione, ma Johann ne aveva semplicemente di più” ha spiegato Franco al termine della corsa. “Volevo il podio con tutte le mie forze ma non è stato possibile, perché avevo iniziato a soffrire con la gomma posteriore.”

A stupire, in questa sorta di rientro da parte del #21, non è tanto il risultato in un singolo turno nel fine settimana, ma la costanza con cui il pilota è riuscito a mantenersi coi primi, indipendentemente dalle condizioni della pista. Di Morbidelli ne è pienamente consapevole: “Siamo stati veloci in diverse condizioni: sul bagnato, sull’asciutto, in quelle miste. Questo è molto positivo. Ci sono ancora delle aree in cui paghiamo dazio alle Ducati, ma qui il nostro pacchetto si è fatto valere”. Ad aiutare, anche qualche cavallo in più, frutto dell’inizio della collaborazione tra Yamaha e Marmorini: “Ora sul dritto vado davvero forte e questo miglioramento si è dimostrato utile anche sul bagnato. La M1 è decisamente più veloce, ora siamo meno facilmente attaccabili in battaglia. Le nostre caratteristiche restano diverse dagli altri, siamo sempre fuori ritmo quando battagliamo, ma ora l’handicap sul rettilineo è inferiore.”

Ci auguriamo tutti che il Gran Premio d’Argentina sia stato per Morbidelli l’inizio della risalita, l’uscita dall’oblio in cui è piombato all’inizio del 2021. Intanto a Termas è stato battagliero e veloce, pur rimanendo sempre rotondo nella guida. Ma una rondine non fa primavera, neppure nella domenica delle palme. “Serve aspettare le prossime gare per capire come siamo messi davvero. Austin in particolare, perché è una pista completamente diversa, non vedo l’ora di essere lì per capire se i miglioramenti che abbiamo trovato qui si confermeranno. Questa di Termas è una pista piatta e fluida, sono pochi i punti dove la M1 fa fatica. Vediamo come andrà ad Austin. Sicuramente dobbiamo cercare di portarci questo momentum anche sulle prossime piste. Dobbiamo tenere i piedi per terra, perché sappiamo che in questa categoria basta davvero poco per crollare o per risalire, anche se sicuramente questo weekend è una bella iniezione di fiducia sia per me che per la squadra.”

Ci si chiede cosa sia cambiato rispetto a Portimao, dove a fatica Franky ha faticato per chiudere 14° sia la Sprint che la gara. Poche cose, in realtà. A migliorare è stato il rapporto con la M1, grazie ad alcune modifiche mirate all’assetto e alla posizione di guida. “Ci sono state delle piccole modifiche che mi hanno fatto un grande miglioramento dal punto di vista del feeling. Di questo sono molto contento” ammette Morbidelli. “Abbiamo fatto diverse piccole modifiche che mi hanno dato tanta fiducia sopra la moto. Per stare coi primi è necessario spingere tantissimo e qui a Termas ci sono riuscito, riuscivo ad essere efficace e questa è la cosa più importante. Vedrò ad Austin come andrà, sono curioso“.

Prima di arrivare a queste modifiche sulla M1, c’è stato invece un lungo processo di avvicinamento di Morbidelli alla M1, a questa M1 fatta sullo stile di Quartararo. Un processo di “aggressivizazione”, come lo ha definito Morbidelli. “Io ho dovuto cambiare tanto il mio approccio alla guida, cambiare il modo in cui vedo e affronto le curve. Fare mio questo stile, questo modo cattivo di stare sulla moto è difficile.





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.