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Archiviato il primo Gran Premio della stagione, è ovviamente tempo di voti per i piloti della MotoGP! Tra migliori, peggiori e qualche sorpresa.

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Andrea Dovizioso, voto: 10
L’incantesimo è stato finalmente infranto, Dovizioso abbandona il secondo posto sul podio di Losail per issarsi finalmente sul gradino più alto. Un week end quasi perfetto, se non fosse per delle qualifiche al di sotto delle aspettative. Pure la partenza è da brividi, barcamenandosi riesce comunque a chiudere il primo giro in settima posizione. Ne consegue una lenta ma costante risalita, guidando dolce e pulito per preservare gomma e lucidità: è la scelta giusta. Si lascia dettare il ritmo dal gruppo, arriva davanti e con una sverniciata in rettilineo alza l’asticella, facendo selezione e spaccando in due tronconi il gruppo di testa: è suo il giro più veloce in gara, siglato nel 19° passaggio. Mette in preventivo un attacco di Marquez all’ultima curva, si difende alla perfezione con un incrocio di traiettoria ai limiti della fisica, stringendo l’uscita come se avesse le gomme appena rodate. La DesmoGP non vinceva a Losail dal 2009. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Marc Marquez, voto: 10 –
Carletto Mazzone diceva che Baggio sbagliava sempre i primi tre palloni toccati, che aveva bisogno di scaldarsi. Marc Marquez per la terza volta si deve arrendere ad Andrea Dovizioso, per la terza volta non gli riesce l’infilata all’ultima curva, aggirato da dietro dal Dovi. Marc ha speso le sue carte nelle libere in ottica gara, pensando al giro secco solo in qualifica: secondo posto e tempo comunque sotto il record precedente. In gara prova a giocare al gatto col topo, lascia Zarco a sfuriare. Purtroppo sulla sua strada ha trovato nuovamente un Dovizioso determinato. Se avesse provato l’affondo alla penultima curva molto probabilmente avrebbe vinto, ma si è intestardito. Vuole battere il Dovi solo all’ultima piega. Ed ha promesso che ci riproverà ancora.

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Valentino Rossi, voto: 9
Ogni volta che si arriva a Losail per il via del Campionato, Valentino cede il passo agli altri nelle libere ed in qualifica. Poi i semafori rossi si spengono e nell’aria comincia a veleggiare il profumo dei punti iridati. All’ora lì, in quel momento, cambia tutto. Alla partenza guadagna subito quattro posizioni, al terzo giro si mette sui tubi di scarico di Marquez e se ne sta lì, infilandolo quando ne ha la possibilità. Tiene il passo di Zarco, collabora con Marquez per riprenderlo quando prova la mezza fuga. Nel finale quando Marc e Dovi abbassano il ritmo ci prova pure lui, tenendo quel 55” basso nei giri finali ma senza avere il colpo di reni giusto per ricucire quei 7 decimi. 

Cal Crutchlow, voto: 8
Pragmatico come non mai il buon Cal, non prova a strafare e tiene sempre la vena aperta: quest’anno la RC213-V se la sente cucita addosso come non mai. Lavora gli avversari sui fianchi, e li vede cedere uno dopo l’altro.  Coglie il miglior piazzamento a Losail con Honda, dopo il 6° posto del 2015. Alla fine della festa si congratula a modo suo con Dovizioso, “Bastarrdo”.

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Danilo Petrucci, voto: 7,5
Sempre tra le prime posizioni sin dalle libere ed in qualifica culla il sogno della Pole Position. In gara prova l’infilata su, rischiando pure il pasticcio con l’anteriore quasi chiuso tentando di passare Valentino alla 12. Unico tra i primi con la Soft davanti, nonostante le sue staccate feroci riesce a preservarla il giusto: nonostante il suo ritmo si alzi vertiginosamente negli ultimi due giri, si salva per un soffio da Vinales. Si è presentato in griglia con 7 kg in meno rispetto allo scorso anno, tirato come non mai: punta al team ufficiale per il 2019, le proverà tutte.

Maverick Vinales, voto: 7
Disperato, affranto e disperso fra FP e qualifiche, senza mai entrare in Top10. Nel warm up trova la sua dimensione, prendendo una strada diversa da quella di Valentino: forcella più rigida e sostenuta per il Top Gun. Un jolly che andava usato prima: fosse partito più avanti, e meglio, se la sarebbe potuta giocare per il podio. Dalla partenza e fino a metà corsa è infatti invischiato nel gruppone, nel disperato tentativo di risalire la china. Negli ultimi 11 giri ha finalmente pista libera, iniziando l’opera di ricucitura con una calma furente: è l’unico che di fatto riesce a tenere lo stesso ritmo di Dovizioso, Marquez e Rossi fino all’ultimo giro. Così riesce a risalire il gruppetto, sarebbe servito certamente un miracolo per arrivare a podio, ma chiude comunque ad un soffio dal quinto posto di Petrucci ( 67 millesimi) e si tiene dietro il rampante Zarco. No, non si è imbroccato.

Dani Pedrosa, voto: 6
Mai veramente efficace fra libere e qualifiche, praticamente sempre dietro a Marc e Cal. In gara prova a rifarsi, è guizzante nei primi due giri, poi si limita al compitino a causa di una gomma posteriore difettosa.

Johann Zarco, voto: 7
Se la gara fosse durata 17 giri, si sarebbe meritato anche il 10 e lode. Sa di non aver il passo per vincere, prova allora la tattica suicida: tirare come un matto sperando in San Michelin, con piegoni infiniti, a salutar lombrichi sui cordoli. A cinque giri dal termine però sono le gomme che iniziano a salutarlo, soprattutto l’anteriore. Se ne vola in Argentina col nuovo record di Losail.

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Andrea Iannone, voto: 5
Se Rins non si fosse steso, il voto sarebbe stato probabilmente ancor più basso, considerando il distacco che gli avrebbe rifilato. Non è mai in gioco a differenza di quanto fatto vedere nei test e nelle FP, dove è sempre stato in Top5.

Jorge Lorenzo, voto: 5,5
Comincia alla grande il week end, poi va via via spegnendosi. In gara ha pure problemi ai freni sin dal secondo giro, al punto da fare un leggero lungo alla prima curva. Al 13° giro il ritiro è servito, con le pastiglie che lo mollano alla curva 4. Fortunatamente la via di fuga lì è ampia ed in ghiaia.

Aprilia, voto: 4.
Lo scorso anno fu uno strabiliante 6° sposto con Aleix,
che arrivò in scia alle due Honda Repsol partendo 15°. Quest’anno per Aleix è un 19° posto, giusto davanti al nuovo compagno Redding. Fino al penultimo giro il #41 era 11°, giocandosi la nona posizione con Iannone e Miller, poi l’inghippo finale. Avesse anche chiuso in Top10 con Espargaro, per l’Aprilia sarebbe stato comunque un avvio di stagione molto negativo.

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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.