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Che Lewis Hamilton in Canada abbia messo in mostra una prestazione a dir poco perfetta è fuori discussione. Ma oltre a lui, chi è che sull’asfalto del “Gilles Villeneuve” non ha sfigurato? E chi, invece, non ha entusiasmato? Scopriamolo insieme.

© Foto Colombo
© Foto Colombo

LEWIS HAMILTON – 10. Perché da quando il cronometro inizia a contare sul serio non sbaglia nulla. Pole position con un giro mostruoso, buona partenza, buona difesa su Verstappen, ritmo indiavolato e gestione della gara esemplare. E’ vero, dopo il ritiro dell’olandese della RB non ha più avuto concrete minacce, vista la presenza di Bottas alle sue spalle e la gara difficile di Vettel. Ma non può certo essere un suo demerito se è stato bravissimo nel tenersi fuori dal parapiglia iniziale e se la RB13 ha deciso di tradire il #33.

VALTTERI BOTTAS – 7. Sia perché il risultato in fondo è il minimo sindacale quando si guida una Mercedes e si hanno entrambe le Ferrari nei guai sia perché non riesce a tentare neppure un attacco nei confronti di Ocon, che pure aveva gomme molto più usurate delle sue. E se Verstappen non si fosse ritirato non so quanto ne avrebbe avuto per passare il giovane olandese. Il suo, escludendo la buona partenza che lo porta davanti a Vettel, è un secondo posto un po’ incolore. E i 20″ di ritardo da Hamilton a parità di macchina lo dimostrano.

DANIEL RICCIARDO – 7,5. Salta praticamente tutte le FP del weekend per problemi tecnici, ed è bravo in qualifica a non farsi precedere da nessuna delle Force India. Poi corre bene, pur non regalando acuti di alcun tipo, fino a cogliere – anche grazie alle disgrazie sportive altrui – un podio che sembrava insperato all’inizio del weekend. Mezzo voto in più rispetto a Bottas perché ha avuto meno tempo per trovare il setup giusto su una pista rivelatasi di non facile comprensione, riuscendo comunque a portare a casa un gran risultato.

SEBASTIAN VETTEL – 9. La sua qualifica lascia presagire una lotta con Hamilton in gara, ma una partenza difficile che lo porta a perdere due posizioni e una bandella laterale dell’ala anteriore gli scombina i piani. Piombato in fondo al gruppo, mette in mostra una bella rimonta fatta di sorpassi in pista a bordo di una Ferrari con qualche problemino di troppo, prendendosi un 4° posto che vale oro visto come si era messo il GP. Si dimostra tenace ed ostico come non mai.

SERGIO PEREZ – 7,5. Corre bene per tutto il weekend, sfruttando al massimo i motori Mercedes “freschi” con cui le VJM10 sono equipaggiate in Canada. Arriva 5°, ma il suo atteggiamento nei confronti di Ocon non è dei più maturi: è vero, il francese avrebbe potuto prendersi la posizione in pista, ma è lo stesso Perez a sapere bene che tra compagni di squadra – soprattutto in un team che ha bisogno di risultati come la Force India – è sempre rischioso lottare, ed oltretutto è consapevole che una lotta fratricida, chiunque l’avesse vinta, avrebbe sicuramente allontanato Ricciardo dal mirino delle due VJM10. Forse avrebbe potuto gestire la situazione in maniera migliore, soprattutto in “ottica squadra”.

ESTEBAN OCON – 8,5. Voto più alto di Perez perché è impossibile non tener conto della sua minore esperienza, che non gli impedisce però di mettere in mostra una prestazione scintillante. Il suo stint con le UltraSoft è lunghissimo, e sfiora i muretti di Montreal per tre giorni interi senza commettere la benché minima sbavatura. Cerca anche di superare il compagno di team – ed è bravo nel non combinare danni nella lotta -, ma Perez è un osso duro da rodere e gli rimane dietro. La sensazione però è che alle spalle del messicano ci rimarrà sempre più raramente nel corso dei prossimi GP.

KIMI RAIKKONEN – 6,5. Un errore nelle prime fasi di gara lo lascia alle prese con una SF70-H non efficace come nelle precedenti uscite, ed il risultato è una gara piuttosto abulica. Escludendo il problema tecnico nella fase finale del GP, che per poco non lo porta a ridosso di Hulkenberg, era comunque stato riagguantato da Vettel che era finito in ultima posizione. Il che rende abbastanza l’idea del suo passo gara. Peccato, perché il suo weekend non era partito malissimo.

NICO HULKENBERG – 7,5. Ingaggia parecchi duelli interessanti, e nel complesso merita la zona punti con una Renault che anche in Canada ha avuto i suoi momenti di difficoltà. Vince ancora una volta il duello con Palmer e continua ad essere l’unico che porta punti in cascina. Forse però dalla Casa francese si aspettava qualcosa di più.

LANCE STROLL – 8,5. Perché l’abbiamo bistrattato tutti, ma finalmente il giovane canadese ha messo in mostra una buona prestazione. Montreal non è uno dei circuiti più semplici da affrontare vista la vicinanza dei muretti, ma Stroll stavolta non sbaglia nulla e si rende anche protagonista di tantissimi sorpassi, tutti portati a termine senza combinare guai. Finisce in zona punti per la prima volta nella sua carriera, e in fondo ci auguriamo che questo possa essere una sorta di nuovo inizio per lui.

ROMAIN GROSJEAN – 7. Buona gara anche per il francese, che considero incolpevole per il crash con Sainz in Curva 2 del primo giro visto che la sua Haas era già con due ruote sull’erba e più in là sulla destra c’era solamente il muro. E’ fortunato nel non riportare danni sulla vettura, ma poi è caparbio nel tenere il ritmo di Stroll ed Hulkenberg, con i quali lotta per tutta la gara, fino a centrare la top ten.

JOLYON PALMER – 6. Perde il confronto diretto con il #27 per la settima volta consecutiva, ma almeno stavolta il divario non è abissale come nelle precedenti uscite, sia in qualifica che in gara. Chiude appena fuori dai primi dieci, ma forse quel test fatto da Kubica lo ha un pochino risvegliato mettendogli un po’ di sana fifa in corpo. Vedremo a Baku se la dignitosa prova del Canada sarà da considerarsi solo un fuoco di paglia.

KEVIN MAGNUSSEN – 5. A differenza di Grosjean lui decide di invertire le mescole, partendo con le SuperSoft per poi passare alle UltraSoft, ma la scelta non paga. Termina quindi 12°, dietro il compagno di team ed alla meno performante Renault di Palmer, un weekend non proprio esaltante.

MARCUS ERICSSON – 6. Annichilisce Wehrlein per tutto il weekend e si toglie lo sfizio di tenersi dietro anche la McLaren di Vandoorne. Il tutto con una Sauber che affronta una pista “di motore” con una PU vecchia di un anno. Più di così non poteva fare.

STOFFEL VANDOORNE – 4,5. A Montecarlo, prima di gettare un ottimo risultato alle ortiche, aveva dato segnali di ripresa. Il ritorno di Alonso lo riporta però alla realtà, che parla di un divario prestazionale decisamente evidente tra lui e l’asturiano, che oltre a portare la MCL32 in Q2 la stava portando anche in zona punti. Probabilmente è il pilota più ridimensionato di questo 2017, visto il clamore con cui era stato annunciato.

PASCAL WEHRLEIN – 4. L’errore in qualifica è la ciliegina sulla torta di un weekend da dimenticare, visto che è stato più lento di Ericsson in praticamente tutte le sessioni. E il fatto che sia l’unico pilota a concludere doppiato di due giri la dice lunga su quanto forte sia andato il giovane tedesco in quel di Montreal.

FERNANDO ALONSO – 8. “Lotta, forte, sempre”, per dirla alla Unieuro. Nonostante le rotture ed i problemi che gli sottraggono sessioni di FP, nonostante una velocità massima sul rettilineo inferiore di 20 km/h rispetto alle altre, nonostante davanti a lui vadano in scena incidenti epocali che lo costringono ad immedesimarsi tosaerba. Stava per portare la McLaren, questa McLaren, nei punti. Sostanzialmente, stava facendo un miracolo. Poi però la sua PU ha deciso diversamente, e il suo GP finisce tra le tribune.

DANIIL KVYAT – 6. Trema prima del via quando la sua STR12 si ammutolisce sulla griglia di partenza, ma una volta preso il via stava correndo anche discretamente. Poi però un problema tecnico lo ferma anticipatamente, sancendo una giornata nera per la Toro Rosso.

MAX VERSTAPPEN – 9,5. L’unico non in possesso di Mercedes e Ferrari in grado di proporsi per la lotta per la vittoria. Si esibisce in una partenza spaziale che lo porta in seconda posizione, accarezza addirittura la prima posizione quando attacca Hamilton dopo la ripartenza dietro la SC e stava tenendo a bada benissimo Bottas, che guida un’auto sulla carta decisamente più performante della RB13. Che tra l’altro lo tradisce inaspettatamente costringendolo al ritiro. Si conferma una volta di più un pilota pazzesco.

FELIPE MASSA – S.V. Percorre forse 500 m prima di essere centrato in pieno dalla Toro Rosso di Sainz. Peccato però, perché vista la sua posizione di partenza e come sono andate le Force India motorizzate Mercedes e Stroll, il potenziale per fare un buon risultato c’era eccome.

CARLOS SAINZ – 3. Come le posizioni di penalità in griglia che dovrà scontare a Baku per aver causato l’incidente che ha messo fuori gioco lui e Massa. Stringe senza motivo Grosjean, venendo toccato all’altezza della propria posteriore destra e finendo in un testacoda incontrollato che, fortunatamente, miete come vittima solamente la FW40. E’ apparso però piuttosto nervoso in Canada: forse sta soffrendo l’assenza di una chiamata di un top team.

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow