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E sono 5. Di cui 4 consecutive. Non si può certo dire, visti questi numeri, che Lewis Hamilton abbia difficoltà a vincere in quel di Silverstone. Il suo è stato un weekend privo di qualsiasi sbavatura, ma per i suoi colleghi? Ci sarà qualcuno che è stato bravo quanto lui? Scopriamolo insieme.

© Will Taylor-Medhurst
© Will Taylor-Medhurst

LEWIS HAMILTON – 10. Semplicemente perfetto. Mette a segno un giro mostruoso in qualifica, parte bene evitando qualsiasi tipo di problema con le Ferrari, impone il suo ritmo e domina incontrastato per tutti il GP. Il giro più veloce è la ciliegina sulla torta di un weekend da incorniciare, oltre che un monito di quello che sarebbe stato in grado di fare se si fosse trovato in condizione di dover spingere davvero. Dimostra tra l’altro una certa solidità mentale guidando in maniera esemplare nonostante tutte le critiche piovutegli addosso per via della sua assenza all’evento di Londra.

VALTTERI BOTTAS – 9. Non è perfetto, ma poco ci manca. Con questa Mercedes a Silverstone la prima fila – soprattutto se si hanno 5 posizioni di penalità da scontare – è quasi un obbligo, invece Valtteri “cicca” il giro buono e si ritrova a dover scattare dalla nona casella. In gara però è un leone con qualsiasi mescola, preciso nei sorpassi e gentile con le gomme: lui, con le Soft che hanno tradito le Ferrari, ha fatto uno stint con due giri in più. E lo ha fatto con macchina carica. Il secondo posto è magari fortunoso, ma il podio lo meritava di diritto.

KIMI RAIKKONEN – 8,5. Perché, inutile girarci intorno, stavolta ha corso bene per tutto il weekend. Agguanta la prima fila in maniera inaspettata, poi cerca come può di tenere il passo di Hamilton con una SF70-H che sull’asfalto inglese non è efficace come la W08. Stava conquistando una seconda posizione che avrebbe ampiamente meritato, poi la sua anteriore sinistra ci ha messo lo zampino e lo ha relegato in terza posizione. Corresse sempre così…

MAX VERSTAPPEN – 8. In partenza semina il panico tra le Rosse come suo solito, poi è bravissimo nel difendersi da Vettel nonostante una vettura sulla carta inferiore. La sua manovra alla Stowe, a prescindere dal colore della tuta del pilota che l’ha subita, è regolare, e prova ne è il fatto che neppure Vettel è convintissimo stavolta con le sue proteste. Chiude 4° una gara che, senza quel Pit precauzionale alla fine, lo avrebbe addirittura potuto portare sul podio. Ma direi che può essere contento così: almeno stavolta il traguardo l’ha visto.

DANIEL RICCIARDO – 10. Monumentale. Parte penultimo per via della combo penalità per il cambio-rottura del turbo in Q1, ma all’australiano in questa fase della stagione serve ben altro per togliergli il sorriso. A suon di sorpassi risale a spron battuto lo schieramento, mettendone a segno 3 (su Perez, su Ocon e su Magnussen) nell’arco di un giro e mezzo. Costante nel ritmo, gentile con le gomme nonostante i tanti duelli intrapresi, chiude la gara appena alle spalle del compagno di squadra. Che partiva 4°.

NICO HULKENBERG – 8,5. Grande prestazione anche quella di Nico Hulkenberg, che dopo due GP sottotono torna ad essere il pilota che il Circus ha imparato ad apprezzare nel corso degli ultimi anni. Veloce in qualifica, solido in gara, è autore di uno dei sorpassi più belli della gara quando si sbarazza di Ocon attaccandolo all’esterno della Stowe. Non riesce a resistere al ritorno di Ricciardo, ma una sesta posizione è comunque un gran risultato. In attesa che la R.S. 17 – apparsa in gran forma a Silverstone – migliori ancora.

SEBASTIAN VETTEL – 7. Non una gara eccezionale, quella del #5. La sua partenza è decisamente poco esaltante, e ritrovandosi alle spalle di Verstappen la sua gara si complica in maniera indicibile: è arcigno nei duelli con l’olandese, bravo a non sbraitare in radio quando il #33 gli rende pan per focaccia, ma necessita di un undercut per sbarazzarsi della RB13. In crisi con le gomme nelle fasi finali, nulla può per arginare il ritorno di Bottas. Stava agguantando un podio che avrebbe limitato i danni in ottica campionato, invece l’anteriore sinistra decide di tradire anche lui spedendolo forzatamente ai box e tristemente in settima posizione.

ESTEBAN OCON – 8. La rivelazione dell’anno conferma ancora una volta di essere un pilota veloce, costante e gentile con le gomme. Parte benissimo, si plafona sul suo ritmo e si tiene dietro con autorevolezza il più esperto Perez, non dando mai modo al messicano di portare un attacco. Sembrava che la Force India avesse fatto un azzardo scegliendo lui al posto di Wehrlein ad inizio stagione, invece forse il team di VJ Mallya ci ha visto lungo. Molto lungo.

SERGIO PEREZ – 7. Perché partiva davanti ad Ocon e gli finisce dietro. Per il resto anche quella di Checo è una gara positiva, corsa alle spalle del giovane francese senza dar vita a duelli particolarmente esaltanti – escludendo qualche scaramuccia da vecchi amici con Hulkenberg. Continua ad incamerare punti pesanti per la classifica costruttori.

FELIPE MASSA – 6,5. La Williams a Silverstone sembra trovarsi più a proprio agio di quanto non lo fosse in Austria, ma per assurdo arriva un risultato – seppur di poco – peggiore. Torna a stravincere il confronto con Stroll, ma credo che a lui in fondo interessi poco: non so infatti quanto Felipe possa essere soddisfatto di essere dietro alle Force India pur guidando una Williams.

STOFFEL VANDOORNE – 7,5. Sfiora la zona punti per un nonnulla, ma finalmente il suo è un weekend positivo. Centra la Q3 mettendosi dietro – per la prima volta nel 2017 – Alonso, poi in gara subisce il ritorno di Bottas, Ricciardo e Massa e vede così svanire l’opportunità di portare a casa i primi punti iridati stagionali. Però almeno sembra essersi dato una svegliata.

KEVIN MAGNUSSEN – 7. Dopo una qualifica disastrosa che lo aveva relegato addirittura alla 17esima posizione la 12esima piazza è quasi un grande risultato. Il danese corre senza infamia e senza lode, mettendo in mostra un ritmo piuttosto veloce che gli permette anche di vincere il confronto con il compagno di team. Soffre una Haas dall’andamento altalenante, ed anche i suoi risultati ne risentono.

ROMAIN GROSJEAN – 5,5. Penalizzato da una strategia a 2 soste, il francese – che partiva 10° – si ritrova 13° alle spalle addirittura del compagno di squadra. Non esattamente pulito nella guida, più di Magnussen sembra aver sprecato l’occasione per fare bene in una giornata dove forse la zona punti non era un’utopia.

MARCUS ERICSSON – 6,5. Fa il suo solito compitino, dando anche vita ad un bel duello con Wehrlein. Con una C36 si tiene dietro una STR12, una FW40 ed il compagno di squadra. What else?

DANIIL KVYAT – 1. Altro incidente al primo giro, altra gara altrui rovinata, altro Drive Through preso. Rientra in pista in maniera insensata alla Becketts, centrando e mettendo fuorigioco il compagno di team in una lotta che assomiglia sempre più ad un regolamento di conti. Ma la cosa inconcepibile è che ha anche il coraggio di dire che sia stato Sainz a colpirlo. Follia.

LANCE STROLL – 5. Brutta involuzione del giovane canadese in terra inglese. Mai con lo stesso ritmo di Massa, subisce il confronto diretto sin dal sabato. In gara non riesce a trovare la quadra, e si ritrova a remare nelle retrovie con una FW40 che proprio non voleva saperne di dargli confidenza. Un passaggio a vuoto – senza danni – dopo una serie positiva.

PASCAL WEHRLEIN – 6. Voto politico. E’ vittima incolpevole della carambola Kvyat-Sainz, con la STR12 dello spagnolo che rientrando fuori controllo in pista “pizzica” la sua posteriore destra, forandogliela. A quel punto, inspiegabilmente, il team decide di montargli le Medium, una mescola talmente inadatta che viene sostituita addirittura nel corso del giro successivo. Con una sosta in più – e con la Sauber tra le mani – la sua gara non ha più nulla da dire dopo appena 3 giri. Si limita a non causare problemi durante i doppiaggi.

FERNANDO ALONSO – 5. La prima posizione artigliata con una strategia perfetta al termine della Q1 non basta a risollevare un fine settimana sotto tono. Perché è vero che paga il solito fardello di posizioni di penalità in griglia, è vero che è costretto al ritiro per l’ennesimo guasto alla PU Honda, ma nel complesso rispetto a Vandoorne sembrava averne un po’ meno questo weekend.

CARLOS SAINZ – S.V. Era partito bene e si era liberato di Kvyat con un bel sorpasso all’esterno della Copse, poi il patatrac. Lui stavolta è incolpevole, ma con le sue dichiarazioni – ed i suoi team radio poco accomodanti nei confronti del compagno di squadra – di certo non contribuisce a rendere idilliaco il clima in squadra in una fase delicata del campionato.

JOYLON PALMER – S.V. Pronti, partenza, stop. Un problema idraulico lo mette fuori gioco ancor prima che si spengano i semafori. Fino a quel momento, però, era tornato a soffrire in maniera indicibile il confronto con Hulkenberg.

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow