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Jos Verstappen dopo Monaco si è imbufalito con chiunque. Red Bull compresa





Jos Verstappen si è arrabbiato. Fin qui, visto e considerato il temperamento quantomeno particolare dell’ex pilota olandese, nulla di nuovo. Non devo ricordarvi certo io il trattamento riservato ad avversari, fidanzate, mogli e figlio nel corso della sua vita, vero? Non credo. 

© Clive Mason / Getty Images

La novità, questa volta, è che dopo il Gran Premio di Monaco Jos Verstappen si è arrabbiato letteralmente con tutti. La FIA, la Pirelli e persino la Red Bull: niente e nessuno è sfuggito alla raffica di critiche che il padre più temuto del Circus ha vomitato in un lungo post di sfogo pubblicato sul sito ufficiale del figlio Max. Ma procediamo con ordine. 

A finire per primi nel mirino di Jos sono stati FIA e – di striscio – Direzione Gara del GP di Montecarlo. Rei, a detta dell’olandese, di avere inutilmente tergiversato alle 15:00 e di avere conseguentemente falsato l’andamento di una gara che avrebbe fatto del violento scroscio abbattutosi sulle stradine del Principato un suo momento clou. “Il fine settimana di Monaco non mi ha trasmesso delle sensazioni piacevoli – ha esordito Verstappen sr. – “Per prima cosa credo che la gara sarebbe dovuta partire regolarmente alle 15:00, ma pare che negli ultimi tempi i Direttori di Gara siano non poco stressati da qualche goccia di pioggia. Avremmo certamente assistito a una partenza caotica e i team avrebbero dovuto scegliere il set di gomme più appropriato, ma anche questo è un qualcosa che la gente vuole vedere. Si è invece deciso di attendere, e poi si è anche scoperto che c’erano dei problemi con le luci del semaforo. La FIA o il promoter, tuttavia, dovrebbero avere un sistema di back-up e assicurarsi che tutto sia in ordine con un maggiore anticipo”. 

Una volta scaldato il motore, Jos pesta sull’acceleratore della sua critica e rivolge le proprie attenzioni alla Pirelli. Incapace, sempre secondo l’olandese, di realizzare delle mescole da bagnato che consentano alle monoposto di Formula 1 di correre in sicurezza anche in caso di pioggia. Pirelli non è nuova a questo genere di critiche: sono infatti diverse stagioni che più di un dito si solleva nel tentativo di capire se – e quanto – le Intermedie e le Full Wet dell’azienda italiana siano in grado di offrire grip sul bagnato evitando il pericolosissimo fenomeno dell’aquaplaning, e non sempre a quelle dita sollevate ha fatto seguito una risposta precisa. D’altro canto, però, un’eventuale responsabilità in questo senso non può di certo essere unicamente addossata a Pirelli: con un numero di GP piovosi e di test stagionali piuttosto basso, come può il fornitore milanese raccogliere dati sufficienti se i team tengono le proprie monoposto nei garage ogni qual volta venga loro proposto di effettuare parti di sessioni di test su pista bagnata? Dopotutto non è mica un mistero che nella sessione di Barcellona, quando il Montmelò è stato inzuppato artificialmente proprio per simulare una gara bagnata, la maggiore parte delle squadre abbia deciso di non mettere il musetto fuori. 

A Jos, tuttavia, di ciò sembra non fregare nulla. “Trovo poi incredibile quanto poco grip i piloti abbiano a disposizione con gomme Full Wet” – prosegue infatti l’olandese, che forse avrebbe fatto meglio a prendersela con l’insulsa regola del parco chiuso“Non è una novità, è un qualcosa che va avanti da diverse stagioni e credo sia giunto il momento di fare qualcosa a riguardo. Si dovrebbe essere certi che gli pneumatici possano affrontare anche tre cm d’acqua: ai miei tempi, in condizioni come quelle viste a Monaco, eravamo in grado di correre sia con Bridgestone che con Michelin”.

Infine, l’ultima bordata Jos Verstappen l’ha riservata nientepopodimeno che alla Red Bull. La squadra di Milton Keynes, a detta dell’olandese, non solo non avrebbe adottato la giusta strategia nel GP di Monaco ma non sarebbe stata in grado di fornire al figlio – attuale leader del Mondiale – una monoposto adatta al suo stile di guida. Vabbè.

“Il terzo posto di Max è stato deludente – ha detto Jos – “Tutti hanno notato come quello di Montecarlo sia stato un weekend difficile per lui, dato che la vettura non ha ancora le caratteristiche che la rendono adatta al suo stile di guida: Max lamenta uno scarso grip all’avantreno, e a Monaco è fondamentale avere un’auto che giri velocemente. È stato molto difficile”. “La Red Bull ha ottenuto un buon risultato a livello di squadra” – prosegue l’ex pilota olandese – “Ma allo stesso tempo non ha fatto tutto quello che poteva per consentire a Max di arrivare davanti. Il suo terzo posto è frutto unicamente dell’errore commesso dalla Ferrari in occasione del secondo pit stop di Leclerc: Max, che è primo in classifica, non è stato aiutato dalla strategia”. Voci di corridoio circolanti nel paddock, tuttavia, sembrano smentire il petulante Jos. Più di una persona, interpellata sulla questione, ha infatti ipotizzato che Perez sia stato aiutato più dal caso che non dalla strategia: nei programmi di Milton Keynes, con buona pace delle dichiarazioni di Christian Horner, pare che ci fosse l’idea di fermare una sola volta (per il vantaggioso passaggio Full Wet – Slick) Max Verstappen, con il messicano che avrebbe dovuto invece sorbirsi la doppia sosta con conseguente perdita di tempo e terreno. I doppiati, il giro siglato da Perez e l’harakiri Ferrari hanno poi fatto il resto e hanno indirizzato il fine settimana di Monaco verso il #11 della Red Bull. Ma torniamo senza indugio a quanto detto dal nostro eroe Jos. 

“Tutto è andato a favore di Checo, e sono sinceramente rimasto deluso da ciò perché avrei voluto che fosse riservato un trattamento diverso al leader del campionato” – prosegue infatti Verstappen sr. – “Perez ha vinto il GP grazie al proprio pit stop anticipato. La squadra potrà forse giustificare questa scelta come un azzardo, ma Gasly aveva già dimostrato come le Intermedie fossero la scelta migliore in quella fase di gara. Credo che Max abbia gettato via 10 punti, e in un’annata in cui si è già ritirato due volte non è concesso sprecare nulla. Non dobbiamo infatti dimenticare che la Ferrari ha una monoposto migliore, soprattutto in qualifica”. Già, la qualifica. Quella fase del weekend in cui, fino all’ultimo decisivo – e poi interrotto – tentativo del Q3 Verstappen era alle spalle di Perez senza che la strategia del team avesse in alcun modo influenzato tale risultato. “Max è stato anche sfortunato in qualifica” – sostiene Jos, appellandosi ovviamente al caso solo quando gli fa comodo“Perché nel suo giro finale si stava migliorando e avrebbe potuto ottenere il secondo tempo. Tutto a quel punto sarebbe stato diverso. A ogni modo, vincere a Monaco è sempre speciale e quindi sono contento per Checo. Il quale, dopo averti sentito dire che il suo successo è giunto solo per inadeguatezza, incapacità e mala fede altrui, crederà ciecamente alla tua gioia e contentezza caro Jos. Stanne certo.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow