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TotalEnergies 24 Ore di Spa: il podio e le variabili per la vittoria





Si è conclusa domenica 31 luglio alle 16:45 la 74esima edizione della 24 Ore di Spa-Francorchamps. In questo articolo cerchiamo di spiegare quali fattori hanno determinato o meno la vittoria.

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© SRO Press

La prima vettura a passare sotto la bandiera a scacchi è stata la Mercedes AMG GT3 #88 del team Akkodis ASP, con l’equipaggio da sogno formato da Raffaele Marciello, Daniel Juncadella e Jules Gunon, seguiti da un’altra vettura della stella a tre punte, la #2 del team GetSpeed di Luca Stolz, Maximilian Gotz e Stejin Schothorst. Gradino più basso del podio per la Ferrari 488 GT3 EVO #71 di Iron Lynx con Davide Rigon, Antonio Fuoco e Daniel Serra.

Menzione doverosa per la vittoria in categoria GOLD per le ragazze di Iron Dames, assolute dominatrici con la loro Ferrari 488 Fucsia. In Silver cup vince l’Audi R8 GT3 EVO2 del team WRT guidata da Benjamin Goethe, Thomas Neubauer, J.Baptiste Simmenauer. Altra Ferrari sul gradino più alto del podio in categoria PRO-AM, con la #52 del team AF Corse guidata da Stefano Costantini, Louis Machiels, Andrea Bertolini e Alessio Rovera. La Bronze cup è stata vinta dalla Mercedes AMG #20 di Tim Müller, George Kurtz, Valentin Pierburg e Reema Juffali del team SPS automotive performance.

L’Audi #46 del team WRT taglia il traguardo in 17a posizione, dopo un testacoda con insabbiamento e soprattutto un crash con la vettura sorella #32 (costretta poi al ritiro) causato da un rallentamento improvviso di una McLaren in uscita da la Source. L’auto condotta da Valentino Rossi, Frederic Vervisch e Nico Muller ha riportato pesanti danni all’anteriore che ne hanno inficiato il bilanciamento aerodinamico, rendendo così l’auto molto difficile da guidare e inevitabilmente meno veloce.

Ok ci sta la cronaca di vincitori di classe e il podio dei PRO, grazie! Ma come è stata vinta o persa la 24 ore di SPA?

Sono praticamente infinite le variabili che possono condizionare una maratona di 24 ore, soprattutto in un circuito tecnico e complicato come quello belga; analizziamo però le più riconoscibili:

Setup della macchina

La vettura deve essere guidabile dai 3 o 4 piloti dell’equipaggio (non sempre si ha la fortuna di avere piloti con uno stile di guida simile tra loro) e deve attraversare al meglio la transizione giorno-notte-giorno. Deve quindi essere il più veloce possibile sia con temperature alte (il picco di temperatura dell’asfalto è stato di 42°) sia nel freddo della notte (minima di 18° dell’asfalto). Se si aggiunge una configurazione aerodinamica da medio/medio basso carico, si può capire il livello di sfida che gli ingegneri hanno dovuto affrontare. La parola chiave è NEUTRO. La gara la si vince prevalentemente di passo: la macchina viene quindi settata per essere “safe” e avere meno tendenze possibili al sovra o sotto sterzo. Non importa se si può andare 3/4 decimi a giro più forte, l’importante è che la macchina sia prevedibile e gentile sulle gomme.

Gestione Gomme

Qui si apre uno dei temi più rilevanti (se non altro perchè il più visibile). Le gomme hanno giocato un ruolo fondamentale: sono state molte e molto impattanti le forature in questa gara. A soffrirne maggiormente sono state Audi e Lamborghini, ma anche la BMW M4 GT3 #98 del Rowe Racing guidata da Nicky Catsburg, Augusto Farfus e Nick Yelloly, ha dovuto dire addio ai sogni di gloria per una foratura a meno di 2 ore dalla conclusione mentre era in lotta con la Mercedes AMG #88 e, forse, con una strategia migliore.

Perchè le gomme qui mollavano?

  1. Fattori di stress meccanico: i lunghi curvoni in appoggio andavano a sollecitare la spalla della gomma, obbligando i team ad utilizzare angoli di camber meno estremi (anche il 20% in meno del solito, un’infinità) per scongiurare il più possibile il fenomeno della delaminazione e/o per essere più gentili possibile con la carcassa dello pneumatico. Il prezzo da pagare è una minor performance dell’auto in curva.
  2. Ghiaia e detriti: il ritorno della tanto amata ghiaia ha fatto si che ogni volta che un’auto andava fuori pista, portava sull’asfalto una quantità notevole di ghiaia, la quale risultava essere un tagliente pericolo anche per le gomme delle auto che sopraggiungevano.
  3. Spigolo dei cordoli: più auto andavano oltre il cordolo, più si scavava un solco tra il cordolo stesso e la ghiaia. Questa situazione ha lasciato esposto lo spigolo vivo del cordolo (va ricordato, i cordoli sono in cemento!) alto anche una dozzina di centimetri. Provate ad immaginare che effetto fa su una gomma… ecco, esatto!

Strategia e Tattica

Partiamo da una stringata definizione:

  • Strategia: pianificazione a lungo termine
  • Tattica: azioni a breve termine che consentono di realizzare la strategia o che possono variarla, ottimizzandola alla situazione contingente.

Tradotto in termini di Motorsport: la strategia è un’ indicazione di quanti pit prevedo di fare, quale pilota parte (perchè più bravo nel traffico), quale pilota gira di più nel buio, quale pilota prevedo finisca la gara, etc; la tattica è invece il rispondere positivamente e tempestivamente a situazioni favorevoli che si sono create. Esempio concreto: viene dichiarata una FCY (Full Course Yellow, tutte le macchine devono andare a 80km/h) e sono quasi alla fine dello stint del mio pilota. Da team manager richiamo l’auto al pit per cambio gomme e rifornimento, così da ridurre clamorosamente (fino al 50% del tempo in meno) il tempo totale del service.

Il team che è riuscito a gestire al meglio la tattica e rispettare al più possibile la strategia pre programmata, è quello con maggiori possibilità di vittoria.

Fattore C- (Sf…… ortuna)

Si, dopo tanti paroloni e analisi, arriva anche il fattore C-. Perchè se io ho fatto il mio pit stop (qui a SPA il solo percorrere la pit lane costava 71 sec) e dopo 20 secondi esce un FCY (Full Course Yellow)… beh, ho praticamente perso mezzo giro rispetto ai miei avversari che, invece, possono sfruttarla per pittare e recuperare tempo.

Il fattore C- è anche quello che mi fa essere l’unica BMW alla quale esplode una gomma, togliendomi dalla possibilità di giocarmi la vittoria (anche se questo è un C- un po’ più evitabile di quello prima scritto).

Il fattore C- è anche in casa Audi… il povero Haase (Tresor by Car Collection #12) subisce una foratura nelle prime ore di gara. Dove gli succede? sul Kemmel! quindi davanti a se ha circa 6km da percorrere pianissimo per riportare la macchina al box. Risultato? 2 giri persi.

Il fattore C- parla purtroppo anche italiano: a farne le spese è la Porsche #54 del team Dinamic Motorsport. Mentre era la prima delle Porsche, un contatto nemmeno troppo pesante con una Mercedes AMG in Bus Stop ha danneggiato irrimediabilmente la scatola sterzo, costringendo la macchina al ritiro.

Detto questo, a voi 3 pillole statistiche di questa edizione:

  1. La #88 vince partendo dalla pole. Non succedeva dal 2014
  2. AMG festeggia il 55esimo anniversario con la prima vittoria a SPA dal 2013
  3. Mercedes AMG e Gounon vincono il loro 3o evento dell’Intercontinental GT Challenge in 6 mesi (9H Kyalami, 12H Bathurst e 24H SPA). Un record assoluto per la categoria.

Alla fine, comunque, dopo 24 Ore chi vince ha avuto ragione su tutto e tutti. L’esultanza di Raffaele Marciello sul tetto del suo bolide fa capire ancora di più cosa vuol dire preparare e vincere un evento così importante.





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Marco Gabriele Nesi

The author Marco Gabriele Nesi