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Il Fuji lo conquista – a sorpresa – Alpine, che con la #35 beffa Peugeot. Ferrari fallisce il match-point Mondiale, Porsche accorcia





Sul circuito che l’aveva vista ottenere il primo podio al rientro nella classe Hypercar del WEC ecco arrivare, un anno dopo, il primo successo per Alpine: la 6 Ore del Fuji 2025 è di Milesi/Chatin/Habsburg, autori di una gara rocambolesca nelle fasi iniziali ma capaci di risalire e di mantenere la prima posizione dopo l’ultimo giro di soste. Nulla da fare per Peugeot, 2a sul traguardo davanti alle due Porsche Penske che accorciano il divario con Ferrari (disastrosa) in ottica Mondiale Costruttori.

6 ore fuji
© DPPI

Partiamo dalla fine: quello che doveva essere un match-point per Ferrari si è trasformato in un vero e proprio incubo su asfalto giapponese. Le difficoltà sul circuito del Fuji, di cui già il team gestito da AF Corse era consapevole, erano state preannunciate – come del resto avvenuto negli ultimi due anni – ma non comprendevano un tracollo di tale portata. 10a la privata #83 (Kubica/Ye/Hanson), 11a la #50 (Fuoco/Molina/Nielsen), addirittura 15a la #51 (Pier Guidi/Calado/Giovinazzi).

Il dramma sportivo, di cui è stata principale protagonista la #51 (con Pier Guidi tra i più nervosi, avendo accumulato un Drive Through e 30″ di penalità per abuso di track limits, oltre a un contatto con la Porsche #99 di Varrone mandata in testacoda), ha di fatto consegnato a Porsche la possibilità di riaprire alla grandissima i giochi per il Mondiale Costruttori del WEC 2025. Un solo punto conquistato dalla compagine di Maranello (dato che la #83 privata, arrivata 10a, è “invisibile” ai fini della classifica Mondiale), che passa dai -65 di inizio weekend agli attuali -39, troppo poco per pensare di volare in Bahrain in totale serenità.

Lì, dove i punti massimi in palio saranno ben 66 (38 per la prima vettura classificata + 27 per la seconda + 1 pole position) in virtù della maggiore durata della gara, l’occasione per Porsche di sorpassare Ferrari per la conquista del Mondiale Costruttori prima di una sua probabile uscita dal WEC è davvero ghiotta.

Beffa anche per Peugeot, mai così vicina alla vittoria con la 9X8 Evo: dopo aver condotto la maggior parte della gara – soprattutto le ore centrali – dimostrando una buona adattabilità alle caratteristiche del Fuji International Speedway, il team del gruppo Stellantis ha chiuso in 2a posizione con la #93 (Jensen/Vergne/Di Resta) e in 5a con la #94 (Duval/Jakobsen/Vandoorne, con quest’ultimo all’ultima apparizione prima di lasciare il posto a Pourchaire). Miglior risultato combinato di sempre per i transalpini, che però vedono sfuggire nuovamente la vittoria in favore dei rivali connazionali di Alpine.

Alpine, dal canto suo, che con il successo al Fuji marca al contempo il suo primo successo da Monza 2022 (quando correva con la vecchia LMP1 che fu di Rebellion) e la prima vittoria di un telaio LMDh Oreca (e di un motore Mecachrome). La corsa dei ragazzi della #35, iniziata malissimo a causa del contatto con la Toyota #8 di Buemi (che ha rimediato una foratura) e conseguente penalità di 5″ di Stop & Go, si è risollevata basandosi su ritmo e azzardi strategici azzeccati. La decisione di anticipare la sosta,poco prima dell’ultimo periodo di Safety Car in ordine cronologico (chiamata a causa del clamoroso contatto tra le Aston Martin #007 e #27 in curva 3) , si è rivelata quella vincente. Balzati in testa in quell’occasione a 2 ore dalla fine, con Milesi alla guida i francesi non hanno mai mollato la leadership, e anzi hanno allungato andandosi a prendere – a sorpresa – una bellissima 1a posizione finale.

Quella di Alpine rappresenta la vittoria del quarto Marchio diverso in sette gare di WEC 2025 (dopo Ferrari, Cadillac e Porsche). Toyota, padrona di casa, è incappata in un altro difficile weekend in una stagione pessima, caratterizzata da BoP davvero pesante e difficoltà nel far funzionare adeguatamente la GR010.

Bene Aston Martin, ancor di più prima del suicidio della Valkyrie #007 con Tom Gamble che si stava giocando un buon piazzamento in top-5. La #009 (Riberas/Sorensen) ha chiuso 6a, davanti a una Cadillac #12 (Lynn/Nato/Stevens) sempre difficile da spremere adeguatamente in gara e frenata da consumi eccessivi lungo gli stint. A punti anche la BMW #20, ma per la LMDh della Casa di Stoccarda gestita dal Team WRT sono sembrati lontani i fasti dell’edizione 2024 della endurance giapponese, dove chiuse al 2° posto dietro a Porsche Penske. Situazione peggiorata anche dall’incidente – pesante – della #15 guidata in quel momento da Raffaele Marciello, che ha dovuto abbandonare la 6 Ore del Fuji 2025 dopo sole due ore.

In Classe LMGT3 a vincere è stata la Corvette #81 di Van Rompuy/Andrade/Eastwood, che portano in trionfo il team TF Sport e accorciano in classifica nei confronti di Porsche Manthey (in testa) e a Ferrari Vista AF Corse, nuovamente penalizzata e con una vittoria soffiata sotto il naso a causa di 5″ di penalità ricevuti nel corso dell’ultimo giro di gara (proprio come avvenuto nella 6 Ore di Austin), questa volta per un pit-stop non effettuato in maniera regolare.

Tra le GT la corsa è stata intensa e divertente, con diversi marchi tutti vicini tra loro e lotte ruota a ruota anche nel finale per le posizioni di vertice.

Cosa è successo nella 6 Ore del Fuji 2025? Ecco il riassunto

La 6 Ore del Fuji, 100ª gara della storia del FIA WEC, è iniziata con le Cadillac (partite dalle prime due posizioni in griglia dopo le belle qualifiche del sabato) subito al comando dopo la bandiera verde. Alle loro spalle le Ferrari hanno provato a recuperare posizioni, con Giovinazzi che ha portato la #51 davanti alla Porsche #5 già al primo giro. In Classe LMGT3 grande partenza delle McLaren United Autosports #95 e #59, subito davanti alla Aston Martin #10 di Racing Spirit of Leman scattata davanti a tutti.

Le prime fasi sono state movimentate: contatto tra la BMW #15 e l’Aston Martin #007 in curva 10, e poco dopo un’aggressiva manovra di Habsburg (con la Alpine #35) sulla Toyota #8 ha causato una foratura alla GR010 di Buemi, costringendola a rientrare ai box per un inizio della gara di casa non particolarmente piacevole. La Direzione Gara ha quindi neutralizzato la corsa con una Full Course Yellow e, alla ripartenza, Gattuso con la Ford #88 ha guadagnato la seconda posizione in LMGT3, mentre la Ferrari #83 ha accusato qualche problema di troppo che l’ha rallentata.

Dopo pochi minuti un nuovo colpo di scena: penalità per la Aston Martin #009 per un infrazione in regime di FCY, mentre il contatto tra la Porsche #92 di Manthey e la Ferrari Vista Jet #21 LMGT3 e detriti in pista hanno portato alla prima Virtual Safety Car della gara. Approfittando delle soste sotto neutralizzazione, le due Cadillac e la maggior parte delle Hypercar hanno effettuato il pit-stop, con la Peugeot #93 che ha scelto invece di restare in pista.

Alla ripartenza, Antonio Giovinazzi ha difeso la sua Ferrari #51 dagli attacchi di Andlauer (Porsche #5), mentre Di Resta ha portato la Peugeot #93 in seconda posizione. Marco Sorensen, con l’Aston Martin #009, è riuscito a risalire rapidamente fino alla top 10 dopo la penalità scontata, mentre in LMGT3 Ahmad Al Harthy ha completato un grande stint portando la BMW #46 (condivisa con Valentino Rossi e Kelvin Van Der Linde) al terzo posto di classe.

Le azioni di gara, intensissime nella prima parte della 6 Ore del Fuji 2025, sono state poi forzatamente placate da un pesante incidente per Raffaele Marciello: la sua BMW #15 è andata a muro in curva 6 dopo un contatto con la Porsche del team Proton (Nico Pino al volante) che, a detta dell’alfiere di WRT, ha rallentato improvvisamente in fase di accelerazione costringendolo ad una difficile manovra evasiva. L’impatto contro le barriere ha richiesto l’intervento della Safety Car e lunghi lavori ai guardrail. Durante questa fase, la Proton Porsche #99 ha approfittato delle soste altrui per salire in testa alla corsa.

Dopo ben 40′ di interruzione in regime di Safety Car, Nico Varrone ha mantenuto la leadership sulla 963 privata di Proton Competition, tallonato dalla Peugeot #93 e dalla Toyota #7. In Hypercar in questa prima parte della 6 Ore del Fuji le Ferrari hanno faticato a reggere il passo delle rivali, mentre nelle LMGT3 si è acceso il duello tra Pera (Manthey Porsche #92) e Rossi (BMW #46), con il primo che ha avuto la meglio portandosi al terzo posto.

Con il ritmo che si intensificava, la lotta al vertice è diventata serratissima: Vergne ha attaccato Varrone portando la Peugeot #93 al comando della corsa, scatenando una serie di sorpassi e contrattacchi in una fase concitatissima e divertentissima della 6 Ore del Fuji. Toyota e Cadillac si sono (re)inserite nella battaglia, con contatti e manovre al limite. In LMGT3, colpo di scena con le Iron Dames che hanno preso la vetta di classe grazie a Rahel Frey.

Alessandro Pier Guidi, in questa fase, è stato assoluto protagonista (in positivo e in negativo) sulla Ferrari #51 assieme a Norman Nato (Cadillac #12) e Alex Riberas (Aston Martin #009). La V-Series.R è rapidissima in rettilineo e ha una buona trazione nonostante il peso imposto dal BoP, e durante la 6 Ore del Fuji è chiaramente una vettura davvero tosta da scavalcare sul tracciato (mentre in quanto a consumi è messa maluccio soprattutto con la #12 costretta ad anticipare la sosta nella parte centrale della gara).

Pier Guidi però si è dimostrato troppo nervoso dietro la Porsche Proton #99, spedita in testacoda in curva 13: si prospetta penalità, mentre la 499P leader del Mondiale finisce addirittura 10a in grossa difficoltà a fine stint. A 2 ore e 30′ dal termine eccola ai box, per fare refueling e cambiare solo le due gomme di sinistra (Medie).

Da segnalare un clamoroso suicidio in casa Aston Martin: scena tragicomica, con la #007 di Tom Gable apena uscita dai box che, a gomme fredde, gigaspendola male in curva 3 e perdendo il controllo centra in pieno la LMGT3 #27 dello stesso team Heart Of Racing! Una delle vetture più in forma dell’intera 6 Ore del Fuji 2025 è costretta dunque al ritiro, mentre di contro la #009 (con Riberas al volante) si prende la testa della gara.

Bravi in Peugeot a fermarsi prima della Full Course Yellow, mentre Porsche Penske #6 (che era risalita benissimo fino alle posizioni di testa) assieme a Toyota #7, Porsche #99, BMW #20, Ferrari #83, Porsche #5 non potranno effettuare una sosta completa ma solo un rifornimento di emergenza; momento di tensione strategica, con Porsche #6, #5, #99 costrette a fermarsi così come la Toyota #7. Perderanno tantissimo tempo dovendo fermarsi obbligatoriamente quando la gara tornerà in bandiera verde.

Finalmente a 2 ore e 4 minuti dal termine è stata nuovamente sventolata la bandiera verde, con le Iron Dames che hanno perso la seconda posizione ai danni della Corvette #33 e della McLaren #95, scendendo al 4° posto di Classe LMGT3. In tutto questo, Antonio Fuoco sulla Ferrari #50 ha dato spettacolo andando a sbarazzarsi di due GT passando con due ruote sull’erba in uscita dall’Hairpin guadagnando il 3° posto.

La classifica Hypercar, a 2 ore dal termine della 6 Ore del Fuji, recitava nella top-10 Peugeot #93 (Jensen), Alpine #35 (Milesi), Ferrari #50 (Fuoco), Aston Martin #009 (Riberas), Peugeot #94 (Jakobsen), Ferrari #51 (Pier Guidi), Porsche #6 (Estre), BMW #20 (Van Der Linde), Porsche #5 (Jaminet), Toyota #7 (Kobayashi).

Antonio Fuoco ha visto proseguire il momento di difficoltà e nervosismo in Ferrari, a bordo della 499P #50, spedendo fuori pista la Peugeot #94 di Jakobsen in curva 1 e guadagnando una poco piacevole chiamata da parte della Direzione Gara: anche questo episodio è stato messo sotto investigazione, e a questo punto della 6 Ore del Fuji non era stata ancora comminata, alla Ferrari gemella #51, la penalità per il contatto con Porsche #99.

Kévin Estre scatenato è riuscito a superare anche Antonio Fuoco, issandosi in 3a piazza a 1 ora e 42 dalla bandiera a scacchi e lasciando l’italiano in balia della Peugeot #94 di Jakobsen, tornata sotto. Ferrari che, con la #51, ha perso un’altra posizione ai danni di Kobayashi autore di un bel sorpasso nel terzo settore; il pilota di Tortona si è ritrovato 11° e fuori dai punti. E in questa fase è arrivata anche la conferma della penalità per l’abuso di limiti della pista, con un pesantissimo Drive Through comminato alla Ferrari #51 di Pier Guidi/Calado/Giovinazzi che dunque piomba 13° a 50′ secondi dalla vetta. 5″ comminati invece alla Porsche #6 di Estre/Vanthoor a causa di un’infrazione ai box.

A 1 ora e 8′ dal termine è avvenuto il pit-stop per la Ferrari #51: fuori Pier Guidi, dentro Calado, refuel e 4 gomme medie nuove. Stessa strategia per la Ferrari 499P #50, da cui scende fuoco e sulla quale è salito Molina; si prospetta per tutti la necessità di effettuare uno Splash & Go verso la fine della cosa. Se le gomme possono tranquillamente reggere, il carburante e l’energia sicuramente non bastano ad arrivare a fine gara. Tra l’altro, la Peugeot #94 è tornata in pista davanti alla Ferrari #50 in virtù di 2 gomme in meno sostituite sulla 9X8, ora 3a.

Con moltissimo fumo ad uscire dall’impianto frenante, si è fermata anche la Porsche #6 ora con Laurens Vanthoor alla guida in grossa difficoltà in uscita dai box a causa di gomme fredde che producono sottosterzo. Chi ha azzeccato la strategia appieno è stata Alpine #35, che dopo il giro di soste si è ritrovata legittimamente 1a nella 6 Ore del Fuji 2025 grazie ad una sosta anticipata in occasione dell’ultima Safety Car occorsa e con posizioni da lì in poi mantenute.

La classifica a 1 ora esatta dal termine della gara vedeva dunque Alpine #35, Peugeot #93, Porsche #6 nelle prime 3 posizioni seguite da Porsche #5, Cadillac #12, Peugeot #94, Ferrari #50, Toyota #7, BMW #20 e Aston Martin #009. L’ultima ora di gara è stato un momento devastante per Ferrari, che a visto la #50 scendere addirittura 10a dopo essere stata scavalcata dalla Toyota #7 e dalla Aston Martin #009 anche a causa di un pesante lift & coast operato da Miguel Molina in ingresso di curva.

Anche in LMGT3 la situazione è stata interessante, con la lotta per le prime posizioni tra Porsche Manthey #92, BMW WRT #46 e Ferrari Vista AF Corse #21: la chiave, anche qui, sarà perdere meno tempo possibile nei plausibili Splah & Go (che tutti, tranne BMW #46 fermatasi a 30′ dal termine, stanno cercando di evitare).

La pietra tombale su qualsiasi speranza di Ferrari è arrivata a 18′ dalla conclusione della 6 Ore del Fuji 2025, con 30″ di Stop & Go comminati alla #51 per l’ennesimo abuso di limiti del tracciato; Calado torna ai box e riemerge addirittura in 15a posizione. La lotta Peugeot #93 (Jensen) e Porsche #6 (Vanthoor) ha invece infiammato il pubblico per la conquista della 2a posizione dietro alla strepitosa A424 #35 di Alpine, che con Milesi/Chatin/Habsburg iniziava a pregustare la prima vittoria dell’era LMH/LMDh.

E alla fine la tanto inseguita vittoria per Alpine è arrivata proprio sulla pista dove, solamente un anno fa, aveva ottenuto il primo podio dal suo ritorno nella Classe regina del WEC. La LMDh transalpina ha gestito alla grande il vantaggio accumulato dopo l’ultima sosta, e ha chiuso davanti a Peugeot e Porsche #6, incapace con Vanthoor di scavalcare la 9X8 #93 di Mikkel Jensen.

La vittoria in LMGT3 è andata invece alla Corvette #81 di Van Rompuy/Andrade/Eastwood, che ha concluso la 6 Ore del Fuji 2025 davanti alla Ferrari Vista AF Corse #21 (Heriau/Mann/Rovera), nuovamente penalizzata nel corso dell’ultimo giro a causa di un pit-stop irregolare, e alla BMW WRT #31 (Farfus/Shahin/Boguslavskiy).

Appuntamento l’8 novembre con la conclusione del World Endurance Championship sul circuito di Shakir, in Bahrain.





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Lorenzo Mangano

The author Lorenzo Mangano

Classe '97, seguo il motorsport dal 2004. Con la tastiera scrivo di F1 ma anche di WEC, GT World Challenge e Formula E per i quali sono accreditato. Con il microfono commento eventi come European Le Mans Series, DTM, Macau Grand Prix e Intercontinental GT Challenge, oltre ai principali campionati ESport italiani. Sui social sono @lory.mangano