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I guard-rail e i muretti che ti circondano, ti avviluppano, ti stringono in una morsa che non lascia quasi mai scampo. I palazzi e le navi che scorrono via, velocissimi, ai lati della tua macchina mentre tu sfrutti insegne, cartelli stradali, lampioni per cercare il riferimento giusto per la staccata. Il mondo che ti guarda con ancora più attenzione del solito. Il GP di Monaco è tutto questo, ma anche molto di più. 

© Lars Baron/Getty Images)
© Lars Baron/Getty Images)

Perché le stradine del Principato, nel corso della storia di questo sport, sono state cornice di alcune tra le più belle imprese che la F1 ricordi. Qui, tra gli attraversamenti pedonali, i Paddock costruiti dove fino a poche settimane prima passeggiavano famiglie, i miliardari e le luci patinate dei riflettori, si è fatta più volte la Storia del Circus. Perché non può essere considerato un tracciato come un altro una pista che, per un centimetro in più o uno in meno, può consegnarti alla Leggenda o farti sprofondare nell’Oblio.

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3,337 km. E’ questa la distanza che si copre in un giro del circuito monegasco, con i piloti della F1 che al termine dei 78 passaggi previsti avranno percorso complessivamente 260,286 km. Una distanza ridotta, che però assume le sembianze di un’eternità se la si deve coprire in un toboga fatto di 19 curve, delle quali 11 a destra ed 8 a sinistra, rimaste pressoché invariate dal lontano 1955, anno in cui il GP di Monaco divenne tappa valida per il Mondiale di F1. Data l’estrema tortuosità del circuito – i Team utilizzano qui le configurazioni aerodinamiche con il più alto carico dell’intera stagione -, fa sì che solamente per il 41% del tempo sul giro i piloti siano con l’acceleratore completamente pigiato, cosa che ha permesso nel 2016 di registrare un consumo medio di 1,35 kg/giro. Montecarlo, date le velocità non particolarmente elevate che le vetture di F1 raggiungono durante il weekend (le previsioni parlano di punte di 294 km/h), non è un circuito particolarmente probante neppure per i freni, con i piloti che trascorrono il 19% del tempo sul giro con il pedale del freno premuto. Più sotto sforzo è invece il cambio, con la gara del 2016 che ha fatto registrare in media 54 cambi marcia a giro.

Il picco di Forza G laterale a cui sono sottoposti i piloti viene raggiunto durante la percorrenza di Curva 3 (la “Massenet”), con 3.9 G registrati nei 3″ necessari per percorrerla. Vista la pressoché totale assenza di tratti rettilinei, una sola è la zona DRS, situata sul rettilineo di partenza/arrivo con il Detection Point piazzato prima dell’ingresso de La Rascasse, la Curva 18 del tracciato. Va da sé che con pochi rettilinei e la sede stradale più stretta dell’intero Mondiale, a Montecarlo non ci siano molti punti di sorpasso: 15 sono stati infatti gli attacchi andati a buon fine nel corso dell’intera edizione del 2016. Al contrario, elevatissima è la probabilità di veder scendere in pista la Safety Car, che si attesta infatti al 50%.

Importantissimo, a Monaco, è poi fare la Pole Position. Per ben 28 volte nel corso della storia del GP a trionfare è stato il pilota che partiva dal palo, anche se va detto che chi ha trionfato partendo più indietro nello schieramento era addirittura scattato dalla 14esima casella. 

Tra le stradine del Principato il più rapido in prova è stato Kimi Raikkonen, che con la McLaren-Mercedes MP4-21 fermò le lancette sul crono di 1’13″532. In gara il record appartiene invece a Michael Schumacher, che con la Ferrari F2004 completò un giro in 1’14″439. Sulla distanza, infine, il più rapido è stato il grande assente di quest’edizione, Fernando Alonso: l’asturiano, con la sua McLaren-Mercedes MP4-22, completò la gara in 1 H 40’29″329.

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Per quanto riguarda le Pirelli, Montecarlo segna il ritorno di una delle caratteristiche della passata stagione: la possibilità, per i Team e per i singoli piloti, di poter decidere quanti treni di gomme portare delle 3 mescole messe a disposizione da Pirelli. Mario Isola è stato piuttosto chiaro nella sua preview: il degrado delle gomme, a Monaco, è storicamente basso. Ci si aspetta quindi, in caso di gara asciutta, una sola sosta, con un passaggio da UltraSoft a SuperSoft o viceversa. Entrambe le mescole infatti dovrebbero garantire una durata di parecchi giri, con la Soft che verrà invece utilizzata con ogni probabilità solamente per prendere confidenza con il circuito al giovedì. Di seguito trovate le scelte effettuate dai singoli piloti, mentre le pressioni minime alla partenza imposte da Pirelli per le gomme slick – le uniche a dover essere usate, visto che le previsioni meteo parlano di cielo sereno e di temperature nell’ordine dei 23° – sono di 19 psi all’anteriore e 18 psi al posteriore.

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A Montecarlo, come da tradizione, le ostilità hanno inizio il giovedì, con il venerdì che invece è lasciato…”libero”. Il GP del Principato sarà poi visibile in diretta anche sui canali RAI, che si affiancheranno quindi a SkySport F1 (canale 207). Ecco tutti gli orari del weekend:

Giovedì 25 maggio

  • 10:00 – 11:30 -> FP1 | diretta Sky / RaiSport HD
  • 14:00 – 15:30 -> FP2 | diretta Sky / RaiSport HD

Sabato 27 maggio

  • 11:00 – 12:00 -> FP3 | diretta Sky / RaiSport HD
  • 14:00 -> Qualifiche | diretta Sky / Rai2

Domenica 28 maggio

  • 14:00 -> GP Monaco | diretta Sky / Rai1

Qui trovate invece la Classifica Piloti aggiornata al GP di Barcellona:

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow