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Tra Borgo Panigale e Noale ci sono 152 km di distanza. Un viaggio lungo un’ora e mezza, se si è fortunati con il traffico. Jorge Martin lo ha percorso in un lunedì piovoso di inizio giugno rimanendo fermo, con i piedi ben piantati in quel Circuito del Mugello dove, solo pochi giorni prima, il rosso della sua tuta con colorazione Pramac sembrava tutto d’un tratto essersi fatto più scuro, più cremisi, più ufficiale.

martin ducati
© Gold & Goose / Red Bull Content Pool

Jorge Martin, volendo credere a ciò che ha scritto La Gazzetta dello Sport alla vigilia del Gran Premio d’Italia, alla chiamata del team Ducati Lenovo aveva creduto davvero. A Borgo Panigale hanno scelto, sosteneva a gran voce la rosea neanche una settimana fa: al fianco di Pecco Bagnaia, a partire dalla stagione 2025 del Motomondiale, ci sarà Jorge Martin. Non più Enea Bastianini, che stando a quanto detto dal suo manager Carlo Pernat sarebbe ormai a un passo dal firmare per KTM; non ancora Marc Marquez, che al termine di un anno di fruttuoso apprendistato in sella alla GP23 del team Gresini Racing si sarebbe potuto accasare tra le fila del team Prima Pramac Racing avendo detto, non più tardi del weekend di Le Mans, che il suo obiettivo primario per il 2025 sarebbe stato quello di avere una moto (e non più un team) ufficiale.

Il banco sul quale si stava giocando una partita che sembrava ormai decisa è però saltato a weekend del Mugello già iniziato, quando Marc Marquez ha brutalmente chiuso la porta a un suo passaggio nella squadra dove milita attualmente proprio Jorge Martin. “Non è un’opzione per me”, ha infatti detto il #93 cuccandosi i rimbrotti piccati tanto di Gino Borsoi quanto di Paolo Campinoti e soprattutto mandando probabilmente in totale tilt l’ingranaggio Ducati. Impossibilitati a fornire al team Gresini quella che sarebbe diventata la quinta GP25 ufficiale sulla griglia di partenza, gli uomini di Borgo Panigale si sono trovati costretti a fare una scelta che in molti temevano, che in pochi si aspettavano e che nessuno avrebbe voluto prendere: quella tra Jorge Martin, vice campione del mondo in carica e attuale leader della classifica piloti MotoGP, e Marc Marquez, otto volte campione del mondo che sta pian piano risorgendo dalle ceneri del rogo sportivo di Honda. Due talenti smisurati, due piloti favolosi, due agonisti pazzeschi.

A favore del #89 c’era l’anagrafe, a favore del #93 la mediaticità. Jorge Martin è un classe 1998, ha davanti a sé più anni di carriera e alle spalle meno infortuni; Marc Marquez è colui che ha sfidato il Re, un pilota che è riuscito a riaprire il dibattito sul più grande di tutti i tempi raggiungendo un Olimpo accessibile a pochissimi. Di fronte all’obbligatorietà di una simile scelta è stato inevitabile per Ducati incappare in un tentennamento, in un’incertezza. In un qualcosa che il #89 non era più disposto a sopportare per mano di un marchio che sembrava di nuovo pronto a preferirgli un altro. Ducati potrebbe davvero avere fatto ragequittare Jorge Martin.

Entriamo ora in un campo inevitabilmente dominato dalla dietrologia, ne sono consapevole. Nessuno dopotutto sa davvero cosa ronzi ora nella testa del #89, non ci è dato sapere da quanto lo spagnolo di Pramac e il marchio di Noale fossero effettivamente in contatto, non conosciamo nel dettaglio i termini, le modalità e le tempistiche della contrattazione. Siamo nel nebuloso mondo delle pure ipotesi. 

Ammesso e premesso ciò, tuttavia, a far sorgere il sospetto che Jorge Martin possa essersi imbufalito con Ducati al punto di decidere di accasarsi da una diretta concorrente della casa di Borgo Panigale sono state, prima di tutto, le tempistiche dell’annuncio. Dal giovedì, giorno in cui il #89 sembrava a un passo dal diventare il compagno di squadra di Pecco Bagnaia, è passata meno di una settimana. Dal martedì mattina, da quando invece è stato il nome di Marc Marquez a essere all’improvviso associato al team Ducati Lenovo, neanche 10 ore. Massimo Rivola parla di un accordo concluso con rapidità assoluta nella notte tra lunedì e martedì, verosimilmente a pochissime ore dal rinnovato tentennamento di Borgo Panigale. Nel pomeriggio del lunedì Ducati potrebbe avere comunicato a Jorge Martin la propria volontà di riflettere ancora, allo spagnolo potrebbe essersi chiusa la vena e, prima ancora che Autosport martedì mattina desse per certo l’approdo di Marquez nel team ufficiale, potrebbe avere deciso di accettare il corteggiamento lampo di Aprilia Racing.

Intendiamoci: la scelta effettuata da Jorge Martin non deve assolutamente essere vista come un semplice ripiego o una banale ripicca. In tempi non sospetti avremmo parlato di una decisione presa per raccogliere l’eredità dell’amico e mentore Aleix Espargaro, per essere messo al centro di un progetto senza avere un due volte campione del mondo della MotoGP nell’altro lato del garage, per credere in un progetto (quello di Aprilia) che è validissimo, che ha ancora margini di crescita e che è persino più romantico rispetto a quello perfettamente pianificato e spaventosamente efficace di Audi e Ducati. I tempi tuttavia sono sospetti, e pur tenendo presenti gli elementi appena considerati diventa difficile non considerare la rabbia come un elemento cruciale nella risoluzione dell’equazione.

Che tutto sia stato deciso e concordato in tempi così brevi al punto da sembrare persino anomali lo inducono a pensare anche lunghezza del comunicato stampa e infiocchettatura dei contenuti grafici messi a corredo. Nell’era dei comunicati fiume, Aprilia Racing ha dato una delle più importanti notizie della storia recente del mercato piloti con un quasi anacronistico comunicato lungo appena 12 righe (titolo, occhiello e dichiarazioni di Massimo Rivola incluse) e privo di dichiarazioni di circostanza del pilota coinvolto. Nell’epoca dell’apparenza digitale, il breve Reel che per primo si è sobbarcato la responsabilità dell’annuncio è stato filmato senza fronzoli, montaggi astrusi ed effetti cinematografici nel camion della squadra. Negli anni dell’apparire social, sono state concesse alla stampa solamente due foto non editate, delle quali una è storta e l’altra mette in bella mostra – e rende così leggibile – la prima pagina del contratto biennale stipulato tra Aprilia Racing e Jorge Martin. Le differenze rispetto a quanto fatto da KTM per ufficializzare l’arrivo scontatissimo e telefonato di Pedro Acosta tra le fila del team ufficiale, annunciato con un comunicato traboccante di dati e dichiarazioni e corredato di un set di foto scenografiche, sono evidentissime e inducono a pensare alla rapidità, alla immediatezza, forse persino alla fretta di dover dare una notizia ora, subito, prima. Alla necessità di dare forma a una rabbia che monta prima che questa svanisca. 

Massimo Rivola, a chi gli chiede se quella di Jorge Martin sia stata una decisione presa in preda al livore, risponde dicendo di avere visto un pilota “tanto felice”. Il CEO di Aprilia, con ogni probabilità, dice il vero: come accennato più sopra, la credibilità del progetto e la bontà della moto – al netto peraltro di tutte le valutazioni economiche – non possono non far sorridere un pilota veloce come il #89. Ciò detto, tuttavia, non è da escludere che nella felicità mostrata da Jorge Martin al momento della firma si nasconda anche qualcos’altro. Una rabbia positiva, una voglia scalpitante di mostrare al mondo come in Ducati abbiano deciso di puntare sul purosangue sbagliato. Massimo Rivola, che sono convinto abbia immediatamente compreso quanto furore si annidi tra le pieghe di questa gioia, fa spallucce e in segreto gongola. “Se aveva rabbia, magari sarà un altro decimo più veloce l’anno prossimo” dice infatti, consapevole com’è del fatto che, se così fosse, il #89 rappresenterebbe un enorme pericolo per chiunque. Compresa quella Ducati che non l’ha voluto.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow