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Il 2020 è stato un anno che ha saputo stupirci. Chi avrebbe mai pensato all’arrivo di una pandemia? Beh se il 2020, è stato in grado di lasciarci di stucco – forse con un’accezione negativa -, il 2021 non è da meno, stavolta in maniera positiva, specie per noi grandi e piccoli appassionati di automobili con un sogno che da anni ci tormenta: il ritorno della Lancia.

Già, la storia della Lancia, è una storia incredibile, funestata dal destino ma in grado allo stesso tempo di regalare perle ed emozioni uniche nell’automobilismo. Una delle pochissime case in grado di vincere sia il campionato mondiale rally che quello di Formula 1. Un’epopea sportiva che ci ha deliziato nel corso del secolo scorso, conquistando fan e suscitando una passione unica nei suoi confronti. Lancia è qualcosa che va oltre il semplice automobilismo fatto solo di meccanica. E’ emozione, passione, trasmette calore e fa sognare al sol pronunciare il suo nome. Questo in Stellantis sembra che lo abbiano finalmente compreso. Un marchio come Lancia non può stare in disparte nell’universo automobilistico o essere una semplice citycar da vendere mischiando allestimenti o, un vecchio progetto americano da rivestire in stile Barocco. Certo il piano industriale di Psa iniziato nel 2017 vedrà la sua scadenza nel 2023 ed è già stato confermato che non subirà variazioni. Cosa significa in soldoni? Che Lancia vedrà finalmente la luce con i nuovi modelli e le nuove piattaforme condivise con Ds e Alfa Romeo, i marchi indicati come segmento premium da Stellantis, a partire dal 2024 su strada. La sinergia sarà non solo sullo sviluppo condiviso di piattaforme su cui basare i nuovi modelli ma sul Know-how presenti nei due gruppi – PSA e FCA – dedicando ai brand Premium specifiche motorizzazioni, differenti dal resto del gruppo, in pratica una gamma elettrificata e ibrida. Questo comporterà stando ai piani, un contenimento elevato dei costi, e la possibilità di innalzare la qualità in maniera considerevole abbracciando appunto il segmento premium in toto. Un piano che stando alle dichiarazioni è già in via di sviluppo nonostante la fusione tra i due gruppi sia appena avvenuta.

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Come ha affermato il nuovo CEO di Lancia, Luca Napolitano lo storico marchio italiano non si limiterà solo alla Ypsilon ma vedrà sorgere nuovi modelli più grandi, e il posizionamento nel segmento premium con una figura di comando importante è il biglietto da visita per questa ambiziosa sfida. Lancia come confermato da Napolitano, ha un patrimonio di clientela legata alla Ypsilon da non disperdere ma necessariamente dovrà ampliare la gamma con nuovi modelli. Che modelli? Ancora tutto tace, ma linea è chiara, occorre capire ciò che il mercato vuole e si aspetta da un marchio come Lancia e dalla dirigenza assicurano che ci saranno 3 nuovi modelli in 5 anni. Di sicuro una prima notizia buona sulla linea del futuro del marchio è data dalla nomina come capo dei designer di Jean-Pierre Plouè. Un chiaro segnale che Stellantis vuole investire concretamente sul rilancio del marchio italiano.

Stando alle dichiarazioni la scommessa, o meglio il progetto che si profila è ambizioso, specialmente per un marchio che negli anni ha subito difficoltà enormi in virtù di carenze e difetti che ne hanno compromesso la credibilità e l’opinione positiva che si racchiudeva dietro ad esso. La gestione Fiat dal finire degli anni ’70 si è dimostrata latente nei confronti della casa di Torino, di quel emblema di lusso e tecnica che Lancia era in grado di offrire fino quasi a farla scomparire. Tavares, ma anche lo stesso Napolitano hanno tracciato una linea interessante, che ha tutti i favori di noi appassionati ma, allo stesso tempo manca una parte fondamentale:

serve riaccendere la passione dietro al marchio Lancia.

Annunciare che tornerà in vita come marchio premium, scatena l’interesse ma non accende ancora la passione che veicola la storia del marchio e la mente del grande pubblico. Ed allora perchè non puntare alle competizioni sportive? Un ritorno nei rally sarebbe fantastico e creerebbe un alone di venerazione allucinante nei confronti del marchio e, potrebbe essere la chiave di volta per il rilancio con le nuove WRC denominate “Rally 1” e l’avvento dell’ibrido anche nello sterrato. Un’immagine che sarebbe legata a doppio filo tra l’epopea sportiva Lancia, il mondo del mondiale rally e, la nuova immagine “Green” che fanno trapelare da Stellantis. Questa strada però, a meno che non si crei un reparto corse condiviso con gli altri marchi ed ingenti fondi, nonostante sia dannatamente suggestiva è al momento impercorribile. Sinceramente in cuor mio, bloccare a prescindere un simile palcoscenico sia un errore, serve andare oltre il mero marketing, serve affiancare realmente un progetto sportivo ad un così grande e importante marchio. Ed allora che cosa ci rimane? Il Wec. Il campionato mondiale endurance a partire dal 2022 prevede la possibilità di far correre sia nel campionato WEC che in quello IMSA la stessa vettura appartenente alla suddetta classe LMDh. Il gruppo Psa – che Stellantis ha inglobato – è già presente nella competizione con la sua nuova Hypercar marchiata Peugeot ed è un fattore da non sottovalutare. Questo comporterebbe una pubblicità molto ma molto elevata sia per quanto riguarda il mercato europeo che soprattutto quello americano. Aprirsi a nuovi mercati con la storia e la classe di Lancia è importante, importantissimo. Ora i meno pratici si staranno chiedendo perchè puntare proprio questi campionati? Innanzitutto perchè Lancia con la Lc1 ma soprattutto con la LC2, fu una delle poche vetture che nel mondiale Sportprototipi era in grado di duellare con le incredibili Porsche 956 e 962. Certo questa è un altra storia, ma gli appassionati se la ricordano bene eccome. Giusto per saldare le radici, quelle del pedigree a livello sportivo.

Il secondo è di natura prettamente economica e legata a visibilità e costi. Come già detto la possibilità di correre in due campionati e continenti è fantastica ma non solo, il maggior vantaggio della categoria LMDh, risiede nel fattore di contenimento dei costi. Ecco, questo fattore di costi così contenuti e la possibilità di sviluppare il progetto magari in coabitazione con Alfa Romeo – o altre marchi della galassia Stellantis -, potrebbe essere la vera svolta del rilancio di immagine della Lancia anche al grande pubblico. Anche se a parer mio, percorrere una strada legata con il WRC, le nuove tecnologie ibride al vaglio con le Rally 1 è un’occasione più unica che rara. Per avere un vero e proprio progetto e ritorno occorre che il nome Lancia torni a splendere e, pensare che ciò non passi attraverso il mondo delle competizioni è pura follia o stoltezza. In tutti questi voli pindarici, esiste un grande interrogativo dal nome: crisi economica legata al Covid. Più passa il tempo, e più i grandi marchi incontrano difficoltà di natura economica ma non solo. In questo sfondo di profonda incertezza che affligge tutta la galassia del mondo automotive, il progetto Lancia potrebbe prendere una piega votata al ribasso nonostante i roboanti annunci. Un progetto di semplice “ricarrozzamento”, senza una precisa identità, senza il suo pedigree ma solo con un marchio apposto senza alcuna logica sperando che il mercato imbeccato dal marketing risponda. Tante lucine, qualche schermo e uno stile opulento per gli interni non bastano, e si è già dimostrato fallimentare e con risultati nefasti. In mezzo a tanto trionfalismo e nella marea di sogni in cui siamo avvolti dopo le dichiarazioni, occorre avere finalmente un po’ di concretezza ed un progetto serio che non risponda solo al marketing. Chissà quando arriverà. Quel che si spera è che anche questa volta, non sia solo una mera mossa di stemmi apposti su altre auto senza una vera e propria identità.





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Marco Perziani

The author Marco Perziani

Dal 1991 ossessionato dai motori. Vi parlo di nuove uscite, e narro storie. Tutto esclusivamente a base di cilindri, passione, odor di carburante possibilmente sulle note di un V10 aspirato.