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“Le F1 2017 sono…inimmaginabili!”: Luca Ghiotto ci racconta il suo test con la Williams





E’ stata una sorpresa anche per noi, lo ammettiamo senza problemi. Quando il nostro Carlo Ferraro, appena pochi giorni fa, ha intervistato per la prima volta Luca Ghiotto, mai ci saremmo aspettati che di lì a pochi giorni avremmo dovuto parlare di nuovo con il 22enne pilota di Arzignano per farci raccontare…cosa si provi alla guida di una F1. 

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© Sutton Images

Luca infatti, attualmente pilota di Formula 2 in forza al team Russian Time, è stato scelto dal Williams Martini Racing per prendere parte al secondo giorno di prove nella sessione di test in-season che si è svolta l’1 ed il 2 agosto sul circuito dell’Hungaroring. Il giovane pilota italiano ha piacevolmente impressionato tutti, risultando il pilota più attivo dell’intera sessione con i suoi 161 giri percorsi in una sola giornata. Ed ecco che cosa ha raccontato al nostro Carlo, che lo ha raggiunto telefonicamente.

FUORI TRAIETTORIA: Ciao Luca, ben risentito! Allora, c’è molto da dire ma partirei facendoti la domanda che si pongono tutti: cosa si prova a salire a bordo di una F1? E quando viene acceso il motore?

LUCA GHIOTTO: Ciao a tutti! Beh sai, visto che avevo iniziato a lavorare con il team fin dalla domenica sera avevo quasi l’impressione, mercoledì mattina, che l’emozione iniziale si fosse un po’…“diluita”. Poi però sono salito in macchina e ho capito che mi stavo sbagliando di grosso. Solamente quando i meccanici hanno messo in moto il motore e tolto le termocoperte ho realizzato veramente cosa stesse succedendo. E ho fatto bene a realizzarlo in quel momento, visto che con tutto il lavoro che ho dovuto svolgere in pista non ho avuto poi molto tempo per pensarci. Quando a fine giornata sono sceso dalla macchina mi sono detto ‘E’ andata, ce l’ho fatta!”, anche perché tutto sommato sono felice delle mie prestazioni, visto che non ho svolto simulazioni di qualifica ma sempre e solo long run.

FT: Ecco appunto, “sempre e solo long run”: ti ha stupito il fatto che la Williams ti abbia scelto per testare le nuove componenti che aveva portato all’Hungaroring? (Nuovo cambio in carbonio e nuova sospensione posteriore, ndr)

LG: Sì, mi ha decisamente sorpreso! E’ piuttosto insolito che un ad un pilota rookie venga affidato un programma di lavoro così importante ed ambizioso, ma sono molto felice di ciò perché indica una grande fiducia della squadra nei miei confronti. Evidentemente la sessione al simulatore che ho svolto con loro dopo il GP di Baku li ha convinti.

FT: Raccontaci qualcosa dal punto di vista fisico: come ha reagito il tuo corpo ai 161 giri completati?

LG: Eh, diciamo che il carico di lavoro sul collo si è fatto sentire, soprattutto dopo i quattro long run che ho svolto nel pomeriggio. 161 giri in una sola giornata, con quelle velocità di percorrenza, sono “tosti” per il collo, mentre per quanto riguarda le braccia non ho accusato particolarmente la fatica: lì infatti si è aiutati parecchio dallo sterzo idraulico. 

FT: Dev’essere stato stranissimo girare nella stessa pista con due macchine così differenti tra di loro (la F2 di Russian Time e la FW40, ndr), per di più nell’arco di pochissimi giorni…

LG: Assolutamente sì. Innanzitutto devo dire che le F1 attuali hanno una coppia motrice impressionante, ed anche in staccata fanno veramente paura: arrivare a 310 km/h in fondo al rettilineo e frenare fino alla seconda marcia in soli 70 metri è qualcosa di inimmaginabile. La vera differenza però, quella davvero abissale, è nel carico aerodinamico. Le monoposto del 2017 hanno una velocità ed una reattività in curva che non è possibile immaginare fino a quando non si prova di persona. Il settore centrale dell’Hungaroring, quello con le curve veloci, era davvero spettacolare da percorrere.

FT: E invece dal punto di vista del set up? Si sentono le modifiche effettuate tra uno stint ed un altro a bordo di una F1?

LG: Ecco, questa è una cosa che mi ha sorpreso molto. A differenza di quanto accade con le F2 – dove non è immediato avvertire piccole modifiche di assetto – la F1 è una macchina estremamente sensibile, forse anche perché è costantemente al limite. Quindi ogni volta che tornavo ai box avevo già le idee chiare su cosa comunicare all’ingegnere, pur non avendo mai guidato quella macchina fino a quel momento.

FT: Ci sembra di capire quindi che l’esperienza ti sia piaciuta non poco…

LG: E’ stata una giornata incredibile, ho realizzato quello che è il sogno mio e di qualsiasi altro ragazzo che si metta a correre sui kart. Spero di poter avere altre possibilità simili in futuro, perché è un’emozione indescrivibile: pensate che ho smaltito tutta l’adrenalina solamente la sera successiva, dopo 24 ore!

FT: Non facciamo fatica a crederti Luca! Allora in bocca al lupo per il tuo futuro, e grazie di nuovo per la disponibilità!

LG: Grazie a voi! Un saluto ai fan della pagina, a presto!

Qui il link alla prima parte della nostra prima video intervista con Luca:

Qui invece il link alla seconda parte:





Tags : f1formula 1luca ghiottotest hungaroringwilliams martini racing
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow