A sole 2 gare dal termine, la doppietta Titolo Piloti – Titolo Costruttori è sempre più vicina. Sebastien Ogier ha compiuto la stagione perfetta, dimostrando di essere un campionissimo anche senza avere la macchina migliore per distacco, e si trova ora con 37 lunghezze di vantaggio sul secondo con soli 60 punti in palio. Quel secondo è proprio il compagno di squadra Ott Tanak, che a bordo della Ford Fiesta WRC ha trovato la miglior stagione della carriera, con le prime 2 vittorie a livello Mondiale e più podi di quanti non ne avesse ottenuto nelle 4 stagioni precedenti. Più lontano Elfyn Evans, sesto nel Mondiale con all’attivo due podi, uno dei quali è quasi stato il primo successo della sua vita (secondo a pochi decimi da Neuville).
Per il titolo costruttori i giochi sono ancora più chiusi: basteranno 4 punti per chiudere ufficialmente la pratica, e consegnare M-Sport alla storia dell’automobilismo. Perché mai, e ripeto mai, nella storia del WRC, un team privato aveva conquistato un Campionato Costruttori. Dal 1973, anno in cui fu assegnato il primo Titolo, a conquistare la palma di miglior team era stata sempre una squadra ufficiale della casa costruttrice. E poco importa che Ford sia intervenuta in prima persona per contribuire all’arrivo di Ogier, questo Titolo verrà assegnato ai ragazzi di Malcolm Wilson.
Lo stesso Wilson, intervistato riguardo alla possibilità (per non dire certezza) di portare a casa la palma più importante della sua strabiliante carriera, ha quasi rotto quell’alone di scaramanzia che si è portato dietro per tutta la stagione, dimostrandosi raggiante davanti ai microfoni: e ne ha ben donde, visto che al 99% dal mese prossimo la realtà che ha costruito con tanto amore e tanta fatica sarà sull’albo d’oro, vicino a colossi come Lancia, Peugeot, Citroen, Volkswagen, Subaru e, ovviamente, anche Ford.
Potremmo ripercorrere le orme di Ross Brown in F1. Un’auto privata che vince il Mondiale. Se accadrà non lo so, ma stiamo facendo qualcosa di incredibile. In ogni gara abbiamo portato almeno una vettura a podio: è qualcosa di straordinario. E’ stato fatto un grande lavoro sulla Fiesta. È la migliore auto che abbiamo mai progettato in vita nostra.
Durante l’intervista nel post gara, l’ex rallista britannico ha paragonato l’impresa di quest’anno a quella della Brawn GP del 2009, non a torto. Effettivamente sono presenti diverse similitudini.
Prima di tutto entrambi i team sono esplosi in un anno di drastici cambiamenti regolamentari: nel 2009 in F1 venne ridotta al minimo l’aerodinamica, mentre si iniziarono a sviluppare sistemi di recupero dell’energia in frenata con i primi KERS. Nel Mondiale Rally di quest’anno, come spiegato più in dettaglio a questo link, è stata aumentata la potenza e migliorata la tenuta di strada, mentre è stato diminuito il peso, con un aumento impressionante delle prestazioni come diretta conseguenza.
Anche la situazione di partenza è piuttosto simile: la squadra di Ross Brawn nacque dalle ceneri della Honda F1, team che ottenne una vittoria e 3 terzi posti in tre anni, piazzandosi mai oltre il quarto posto nel Mondiale Costruttori. M-Sport invece è attiva dal 2006, ma fino al 2016 il miglior risultato in gara è stato costituito da 5 secondi e 16 terzi posti, con la vittoria apparentemente preclusa da qualche maledizione; in classifica Costruttori il massimo risultato raggiunto è stato il terzo posto (c’è però da ricordare come nel WRC competano meno squadre rispetto alla Formula 1).
Inoltre, cosa ancore più particolare, entrambi i team sono interamente privati, ovvero non collegati direttamente a case ufficiali che, al massimo, agiscono come fornitori o al più si inseriscono a livello economico come è stato fatto con Ogier.
Queste parole, però, potrebbero nascondere un secondo significato: cos’ha fatto infatti la Brawn GP nel 2010? Qualora non lo sapeste, il team è stato venduto a Mercedes che ha iniziato, partendo dal basso, un lungo percorso che l’ha portata dove si trova ora. Questo è accaduto per diverse ragioni: sicuramente Ross Brawn ha colto al volo l’occasione di realizzare una mostruosa plusvalenza vendendo per 170 milioni di dollari l’azienda che aveva acquistato per una sterlina. Tuttavia c’è anche dell’altro: all’interno del Motorsport una realtà privata risulta essere difficilissima da mantenere ad alto livello. Nonostante il successo del progetto sia stato evidente fin da subito con pole position e doppietta già nella gara d’esordio, pochi giorni dopo il termine del GP di Australia la dirigenza si vide costretta a licenziare 270 dipendenti per limitare al massimo i costi.
Lo stesso destino potrebbe toccare, magari con modalità diverse, anche a M-Sport. Malcolm Wilson è forse il miglior dirigente di tutto il WRC, e nel corso dei primi 10 anni della sua squadra corse ha saputo mantenere i costi relativamente bassi tramite una politica molto particolare, consistente nel tenere al massimo due piloti titolari affidando le altre macchine a giovani promesse o paganti, che cambiavano gara dopo gara. In quest’ottica si inseriscono le line-up monstre del team nei suoi primi anni di vita, con stagioni in cui vennero iscritti addirittura 11 piloti.
Questa tattica, ottima per sopravvivere nel Mondiale, risulta però essere controproducente quando l’obbiettivo diventa fare più di qualche podio, ragion per cui il numero di iscritti è andato progressivamente a diminuire fino a raggiungere il minimo storico di 3 nel 2016. Quest’anno, anche in seguito alla messa al bando dalla top class delle squadre che disputavano solo un numero molto limitato di gare, la line-up è tornata a crescere includendo, tra gli altri, piloti paganti come Armin Kremer e Lorenzo Bertelli (iscritto a nome M-Sport nonostante corra per il FWRT proprio per la regola di cui sopra).
I costi elevati derivanti dall’aumento della complessità delle WRC di quest’anno, uniti a quelli del primo campionato disputato con almeno le 3 vetture titolari in ogni Rally ed all’ingaggio di un purosangue come Ogier, ha reso M-Sport dipendente dalle sovvenzioni erogate da Ford. E se qualche mese fa pareva che la casa anglo-americana volesse addirittura rientrare in via ufficiale nel 2018, ad oggi la situazione si è completamente ribaltata: per la prossima stagione è fortemente a rischio anche il supporto economico di cui sopra, motivo per cui il team migliore di quest’anno rischia di essere costretto a fare molti passi indietro.
Non è in dubbio solo la permanenza del pluricampione del Mondo, anche Ott Tanak si sta guardando altrove, intrigato dalla Yaris tentatrice mostratagli da Tommi Makinen. Senza questi due piloti, in uno dei campionati in cui l’equipaggio alla guida conta di più, lottare per confermare il titolo rischierebbe di diventare un’utopia. Mancando la giusta quantità di vil denaro sarebbe anche difficile trovare dei sostituti adeguati, con il giovane e promettente Teemu Suninen che appare ancora acerbo per colmare un tale vuoto. Per non parlare poi del necessario sviluppo della vettura, in cui Wilson ha investito un patrimonio tra 2016 e 2017 per coronare il sogno Mondiale ormai quasi realizzatosi.
Insomma, mai come ora il futuro di M-Sport è stato così incerto. Come andrà non ci è ancora dato saperlo, ma ormai è questione di settimane prima che arrivi il fatidico annuncio. Cosa potrebbe succedere?
Ford cambierà idea consentendo alla squadra di tenere Ogier e Tanak? Speriamo, anche se ormai è difficile.
Wilson riuscirà a reperire in maniera alternativa i fondi per mantenere intatta la squadra? Difficile anche questo, anche se l’astuzia di quell’uomo pare non avere limiti.
M-Sport andrà incontro ad un grosso ridimensionamento? Speriamo di no, anche se potrebbe essere.
La macchina rimarrà buona e sarà guidata da Evans e Suninen (più, magari, qualcun altro come Ostberg)? Ecco, al momento questa pare l’opzione più ottimistica tra quelle altamente probabili. E se Teemu, vincitore tra le R5 in Spagna, si dimostrasse veloce come pare essere al momento, la golden age di M-Sport potrebbe essere destinata a continuare.