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La FIA multa Red Bull e le riduce il tempo in galleria del vento: basterà a evitare infrazioni simili?





Una multa e una riduzione del monte ore in cui poter utilizzare la galleria del vento. Va in archivio così, con una decisione che avrà sicuramente fatto storcere il naso a molti e che apre la porta su scenari di difficile previsione, la telenovela Budget Cap che ha visto Red Bull Racing svolgere il ruolo di grande protagonista.

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© Mark Thompson / Getty Images

La Federazione Internazionale dell’Automobile, che dopo avere passato al setaccio anche i conti di Aston Martin e Williams aveva spiegato come fosse il team di Milton Keynes ad avere commesso l’infrazione più grave, dopo una settimana di indiscrezioni si è definitivamente pronunciato sul tema ufficializzando i termini di quello che, a tutti gli effetti, resta un accordo transattivo concluso tra la FIA stessa e la Red Bull.

La squadra campione del mondo, stando a quanto deciso, dovrà pagare alla Federazione una multa di 7.000.000 di dollari entro i prossimi 30 giorni, mentre non sarà intaccato in alcun modo il Budget Cap delle prossime stagioni. In più, Red Bull dovrà rinunciare al 10% del monte ore destinato ai test aerodinamici in galleria del vento: essendo prima nella classifica costruttori il team di Milton Keynes avrebbe avuto diritto al 70% del monte ore totale (ricordo infatti che la posizione influisce sul numero di ore a disposizione dei vari team per utilizzare la galleria del vento), e un’ulteriore diminuzione del 10% fa sì che la Red Bull potrà sfruttare solo il 63% del monte ore totale per effettuare test aerodinamici nei 12 mesi successivi alla data in cui è stato ufficializzato l’accordo transattivo. 

Quest’ultimo – precisa la FIA – rappresenta la decisione ultima sul tema, non è in alcun modo appellabile e la sua violazione configurerà un’altra irregolarità da parte di Red Bull Racing che sarà nuovamente (ed eventualmente) giudicata dal Cost Cap Adjudication Panel. 

Restano tuttavia inevase alcune domande spinose che in molti si sono posti in queste ultime settimane. Dovremo aspettarci, dato che la stessa Federazione professa la buona fede della squadra di Milton Keynes, una simile se non peggiore infrazione anche per la stagione 2022, visto che in Red Bull erano convinti di agire all’interno dei limiti? E soprattutto, una punizione blanda come quella decisa dall’accordo transattivo potrà essere un deterrente in grado di far desistere Mercedes, Ferrari o chi per loro dalla volontà di sforare il Budget Cap nel tentativo di recuperare il terreno perduto? La sentenza è come sempre lasciata ai posteri, ma la sensazione è che l’accordo tra Red Bull e FIA abbia spostato una pedina importante nella partita giocata per la credibilità del Budget Cap. Che oggi, forse come mai prima d’ora, dà l’impressione di essere messo sotto scacco.  





Tags : budget capf1fiaformula 1Red Bull racing
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow