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Ci siamo innamorati della Peugeot 208 GTi by Peugeot Sport. E l’abbiamo fatto in silenzio





“Ma dai, proprio nerazzurra doveva essere quella del Parco Stampa…”. Da milanista che ancora si esalta per il gol di Clarence Seedorf nel Derby del 2004, il primo impatto con la piccola Peugeot 208 GTi By Peugeot Sport è stato abbastanza traumatico, lo ammetto. Avevo davanti ai miei occhi un’auto carina nella sua dinamica compattezza, esteticamente accattivante e che prometteva grandi cose una volta acceso il motore e lanciata tra le curve eppure, girandole attorno, quell’accoppiata nera ed azzurra proprio facevo fatica a mandarla giù. “Vabbè, vorrà dire che dovrà farsi perdonare quest’improvvido accostamento cromatico…”, ho pensato. E dopo 8 giorni di prova direi che la piccola 208 GTi By Peugeot Sport ci è riuscita davvero, a farsi perdonare. Eccome se ci è riuscita.

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L’impresa, dato che ormai la nostra Simba (così il popolo sovrano ha deciso di chiamare la bicromatica Peugeot nei sondaggi del nostro profilo Instagram) è la quarta Hot Hatch che mi capita di avere tra le mani, non era delle più semplici: la 208 GTi avrebbe dovuto convincermi di essere meglio della sua agguerritissima concorrenza, compresa quella Fiesta ST che da anni ormai rappresenta il benchmark per tutte le piccole vitaminizzate che popolano il mondo dell’automotive. Ed iniziamo col dire che dal punto di vista estetico Simba, pur vantando delle linee che mai come in questo caso mi hanno fatto venir voglia di accendere il motore e divertirsi, non è riuscita del tutto in quest’impresa.

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Mi spiego meglio. La piccola 208 GTi, come la maggior parte delle sue avversarie, sconta il fatto di osare, esteriormente, meno di quanto potrebbe – o forse addirittura dovrebbe – fare. La sensazione avuta nel corso della prova è che Simba, priva di quella vernice bicolore che ho con il passare del tempo adorato per via del contrasto opaco – metallizzato, a tinta unita avrebbe corso il rischio di…scomparire nel nugolo di auto più civili che normalmente popolano le nostre strade. E’ vero, le differenze rispetto alle 208 più sonnacchiose ci sono e sono anche facilmente riconoscibili, dato che solamente la GTi vanta ad esempio la calandra anteriore con la cromatura a mo’ di bandiera a scacchi, il doppio terminale di scarico cromato, i cerchi opachi da 18″ con annesse pinze freno rosse ed il piccolo spoiler posteriore, ma mi sarebbe piaciuto che si fosse osato un pochino di più. Con un terminale di scarico sdoppiato, per dirne una. Oppure con una fanaleria anteriore full-LED per dirne un’altra, dato che le comuni luci alogene frontali sembrano quasi cozzare di notte con i bei fari posteriori dalla firma luminosa che vorrebbe ricordare la zampata di un leone. Certo, queste sono considerazioni personali che ognuno formula in base alla propria personalità: se il vostro obiettivo è quello di non dare troppo nell’occhio, Simba è semplicemente perfetta perché risulta adeguatamente aggressiva ad un occhio esperto – rispetto alle cugine più tranquille l’altezza da terra minore e la carreggiata maggiore sono abbastanza evidenti – senza sfociare nella sfrontatezza. Se invece, come il sottoscritto, comprereste un’auto del genere anche per il piacere di far girare la testa a qualche passante, allora sappiate che la vernice bicolore diventa non solo consigliabile, ma addirittura obbligatoria per far sì che cose come gli inserti sul montante C con la scritta “Peugeot Sport” non restino esteticamente lettera morta.

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E dire che invece, una volta aperta la portiera, il discorso cambia radicalmente. L’abitacolo della 208 GTi By Peugeot Sport è infatti un tripudio di dettagli rossi dal sapore molto racing, con impunture e cuciture a contrasto su plancia e volante ed inserti su maniglie delle portiere e cinture di sicurezza. A dare la sensazione di essere alla guida di qualcosa di diverso rispetto alla norma contribuiscono poi i tappetini rossi, la pedaliera ed il pomello del cambio in alluminio e dei sedili che, per tessuti, design, capacità contenitiva e comfort offerto – riescono a rendere sopportabili le voragini delle strade italiane nonostante dei pneumatici 205/40 – fanno davvero venire voglia di mettere in moto la piccola Simba. In linea con le più recenti tendenze di Peugeot, gli interni sono razionali, ben organizzati e funzionali, se si esclude il fatto che la parte superiore del volante tenda a nascondere alcuni dati del cruscotto: i pulsanti fisici sono pochi e mai inutili, con la sola aria condizionata a non essere gestita tramite lo schermo touchscreen da 7″ – dotato di un buon sistema di navigazione, di una buona responsività al tocco e delle funzionalità Apple CarPlay ed Android Auto –  che domina la plancia.

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Sembra che sia davvero tutto al proprio posto, all’interno della 208 GTi By Peugeot Sport. Poi però, una volta trovata la giusta posizione di guida e dopo essermi reso conto che la scarsa visibilità al posteriore renda fondamentale la telecamera ed i sensori di parcheggio, mi rendo conto che c’è una controindicazione: l’abitacolo, che sin da una prima occhiata mi era sembrato molto spazioso, si rivela addirittura…troppo spazioso, al punto da costringermi ad avvicinarmi con il busto per modificare l’inclinazione delle bocchette d’areazione e, soprattutto, al punto da impedirmi in qualsiasi maniera di raggiungere l’angolo destro del profondissimo vano – o meglio, pozzettoportaoggetti. E dire che, essendo alto poco più di un metro e ottanta, non dovrei avere di questi problemi a bordo di un’auto lunga 396 cm e larga 174 cm. L’abbondanza di spazio, peraltro, non si traduce in un’abitabilità estrema per chi trova posto sul divanetto posteriore: è vero, i 146 cm di altezza consentono di disporre sempre del giusto spazio per la testa, non facendo avvertire alcuna sensazione di claustrofobia nonostante il montante C dalle dimensioni generose ed i finestrini piuttosto piccoli, ma se gli occupanti dei sedili anteriori sono più alti di 1,85 m allora lo spazio per le gambe si riduce drasticamente, complici anche i gusci posteriori rigidi degli schienali. In linea con la concorrenza è, infine, la capacità del bagagliaio, dal fondo rifinito discretamente e con una capacità che varia da 285 a 1076 litri quando si abbatte completamente il divanetto posteriore.

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Dal punto di vista degli esterni e degli interni, dunque, Simba non era riuscita totalmente a farsi perdonare per la sua improvvida combinazione cromatica: la piccola 208 GTi By Peugeot Sport aveva messo in mostra cose positive, questo è certo, ma aveva palesato anche qualche pecca inaspettata, rimanendo quindi generalmente allineata a tutte le altre Hot Hatch da me provate fino a quel momento. Poi però ho deciso di percorrere qualche km di una strada di montagna, ed è lì che ho capito che Simba non era affatto in linea con la concorrenza. Perché tutte le altre Hot Hatch se l’era lasciate clamorosamente dietro. 

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E c’è da dire, innanzitutto, che Simba, nonostante il nomignolo leonino ed il simbolo felino della Casa francese stampato sul cofano, aveva lasciato tutte le concorrenti dietro di sé senza…ruggire. Il 1.6 THP, in grado di erogare 208 CV di potenza massima a 6.000 rpm e 300 NM di coppia massima a 3.000 rpm, è infatti piuttosto silenzioso, con un rombo che persino sulla soglia dei fatidici 6.000 giri ha un timbro più basso e roco di quanto parrebbe necessario. Ma l’assenza di un sound più corposo – che anzi tende a diventare quasi…fastidioso dopo parecchi km percorsi a velocità autostradale – ed una leggera sensazione di lag al di sotto dei 1.500 rpm sono le uniche imperfezioni di questo motore che, se tenuto oltre la soglia dei 2.500 / 3.000 rpm, rende la 208 GTi By Peugeot Sport un piccolo proiettile. Le prestazioni velocistiche di Simba non sono spaventose in senso assoluto, dato che il nostro leoncino copre lo 0-100 km/h in 6″6 e raggiunge una velocità massima di 230 km/h, ma è la rapidità con cui viene erogata la potenza a rendere la 208 GTi un’arma letale tra le curve. Accompagnati dal roco borbottio del 1.6 THP i tornanti di montagna vengono divorati ad una velocità supersonica, con il misto veloce che si rivela l’habitat perfetto per la piccola Simba: oltre i fatidici 3.000 rpm il lag sembra non esistere, e quando si tiene il motore oltre quel regime ogni volta che in uscita di curva si pesta sul pedale dell’acceleratore si viene letteralmente sparati via, complice anche una tenuta di strada che non esito a definire esemplare.

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Simba infatti, a differenza di tante altre sue avversarie, all’anteriore monta un differenziale autobloccante meccanico a slittamento limitato. E questo, unito al fatto che rispetto alle 208 GTi “tradizionali” quella By Peugeot Sport vanti una carreggiata maggiorata di 22 mm all’avantreno, di 16 mm al retrotreno ed un angolo di camber più accentuato, trasforma Simba in una lama. L’assetto è perfetto, con rollio e beccheggio sostanzialmente assenti – e la ruota posteriore interna alla curva che non è restia a sollevarsi un po’ – e l’anteriore, complice uno sterzo molto diretto nei primi 15°, è di una precisione strabiliante: la 208 GTi va esattamente dove tu pensi di voler andare, copiando alla lettera i movimenti del volante e dando un feeling di guida inaspettato per una trazione anteriore. La tendenza al sottosterzo è limitatissima, praticamente inesistente, e questo consente di avere grandissima fiducia in inserimento ed una trazione impressionante in uscita, con l’avantreno che non punta mai verso la tangente e che anzi, tira letteralmente l’auto verso l’interno – differenziale autobloccante chi? – per permettervi di chiudere qualsiasi curva ad una velocità pazzesca.

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Velocità pazzesche che permettono, quasi immediatamente, di capire quanto sia valido anche l’impianto frenante della 208 GTi By Peugeot Sport, con Brembo che all’anteriore ha dotato Simba di pinze fisse a 4 pistoncini montate su dischi maggiorati da 323 mm: i freni della piccola Peugeot sono efficacissimi e resistenti alla fatica, con il pedale che pian piano allunga leggermente la propria corsa permettendo però di avere una maggiore modulabilità della frenata. Neppure diversi km in discesa affrontati ad un ritmo piuttosto sostenuto hanno messo in difficoltà l’impianto fornito da Brembo che, unito all’ottimo telaio ed alla grande tenuta dell’avantreno, fa sì che il posteriore della 208 GTi By Peugeot Sport in frenata non si scomponga neppure quando si arrivi a staccare con le ruote anteriori non completamente dritte, quasi azzerando la probabilità di improvvise perdite di aderenza che renderebbero parecchio difficoltoso impostare la curva. Certo, il discorso del posteriore che non si scompone e non sbandiera regge fino ad un certo punto. Fino a quando, precisamente, non si decida di far ricorso alla leva del freno a mano che, in un mondo pullulato da pulsantini e pedali, giganteggia nel tunnel centrale quasi invitando il pilota ad utilizzarla. Noi ovviamente, da bravi ragazzi, è ovvio che non abbiamo mai fatto ricorso ad essa – come la foto può ampiamente dimostrare -, ma ci è giunta voce che utilizzarla debba essere parecchio divertente…

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Così come divertente – anzi, molto divertente – è, nel suo complesso, la piccola 208 GTi By Peugeot Sport. Che però, purtroppo, proprio nel suo habitat naturale palesa quella che probabilmente è la sua unica vera pecca: il cambio. Simba viene proposta esclusivamente con un cambio manuale a 6 marce, e se la sua trasmissione in città era riuscita a ben figurare grazie ad una corsa non troppo corta e ad un pedale della frizione non eccessivamente pesante, sul misto veloce quella stessa trasmissione si è inaspettatamente dimostrata non del tutto all’altezza delle prestazioni (e soprattutto del ritmo) che l’auto permette di avere. La corsa della leva è giusta e la rapportatura è ottima, non c’è dubbio, ma troppe volte la 5^ e – soprattutto – la 3^ marcia sono state riluttanti ad inserirsi, e non è stato un caso isolato il ritrovarsi improvvisamente con la marcia non inserita (e dunque con la macchina in folle) quando si era ormai in ingresso di curva: assetto, tenuta, freni e differenziale hanno sempre tratto d’impaccio da qualsiasi situazione, ma era proprio la sensazione avvertita a non essere delle migliori.

Ma a Simba, dopo gli 8 giorni trascorsi assieme, sono riuscito a perdonare non solo l’azzardato rivestimento cromatico, ma anche le incertezze del cambio. Sapendo di cosa era capace una volta scatenata tra le curve, ho pian piano sempre più apprezzato le sue linee tondeggianti che trasmettendo simpatia camuffavano velocità, ho compreso il suo essere silenziosa perché ho capito che non ha bisogno di farsi sentire per far parlare di sé, ho adorato la sua tenuta, il suo motore, i suoi freni, perché permettono di divertirsi in un modo in cui solamente poche altre auto, oltretutto spesso enormemente più costose, riescono a fare.

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Semplicemente, nel panorama attuale delle compatte sportive – e in attesa di provare alcune delle sue concorrenti che si sono rifatte il trucco da poco – la Peugeot 208 GTi By Peugeot Sport non credo abbia rivali alla sua altezza. E c’è il rischio che alla sua altezza non si rivelino neppure alcune tra le sportive del segmento C, che sulla strada sbagliata potrebbero ritrovarsi a rimirare da lontano la firma graffiante dei fari full-LED posteriori della piccola Leonessa nonostante diversi CV in più. E, considerando che la 208 GTi By Peugeot Sport venga proposta ad un prezzo decisamente inferiore rispetto ad auto meno divertenti e meno veloci di lei – parliamo infatti di un listino che parte da 26.850 € -, è un elemento da non sottovalutare affatto.

Perché, con una Simba simile, a cosa mai potrà servire Mufasa?

Si ringraziano Nicolas Magoni e ASPhotography per le foto.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow