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Strategia Ferrari a Singapore: analisi di una vittoria di squadra





La vittoria di Carlos Sainz a Singapore è stata frutto di molteplici motivi, tra i quali ha giocato un ruolo fondamentale la strategia messa in pista dalla Ferrari, perfetta in ideazione ed applicazione nonostante Charles Leclerc abbia concluso solo quarto. Analizziamo dunque quanto successo durante la gara, per capire le ragioni delle scelte del team di Maranello.

strategia Ferrari
© Scuderia Ferrari Press Office

Due giorni dopo domenica cominciamo a realizzare per davvero quanto successo nel GP di Singapore 2023: Carlos Sainz ha vinto la gara alla guida della Ferrari SF23, interrompendo la striscia di vittorie consecutive di Max Verstappen a 10, e proclamandosi primo trionfatore non alla guida di una Red Bull in questa stagione. Il successo del #55 arriva grazie ad una combinazione di molti fattori, da una RB19 sottotono, passando attraverso una strategia di gara pensata bene da Ferrari e realizzata anche meglio, fino ad arrivare ad una tattica di difesa negli ultimi giri tanto insolita quanto efficace. Vorrei concentrarmi in questo articolo sulla seconda, visto che da molti è stata criticata come una “doppietta sprecata” o ancora peggio come un “sacrificio inutile di Leclerc a favore di Sainz”, mentre per quanto mi riguarda, per come si è svolta la gara, in Ferrari non si sarebbe potuto fare niente di più di quello che si è fatto (che, ricordo, è stato vincere il GP).

Prima fase di gara: dalla partenza al giro 20

Cominciamo dalla scelta iniziale delle mescole: viene montata la gomma morbida a Charles Leclerc, che parte in terza posizione dietro a George Russell e Carlos Sainz, entrambi con mescola media. L’idea della strategia Ferrari è di dare una spinta in più al monegasco in partenza (a detta di Marc Gené questo avrebbe consentito un vantaggio di circa 7/8 metri a parità di tempo di reazione), per poter occupare sia la prima che la seconda posizione al termine del primo giro. Questa decisione si rivela corretta, con il #16 che passa l’inglese alla prima curva proprio grazie al miglior grip dei propri pneumatici. Successivamente, entriamo in una fase di gara, che durerà fino al giro 20, in cui a Leclerc viene chiesto di rallentare per aprire un gap con il compagno di squadra di 3 secondi poi di 5 secondi; tale ordine viene rispettato da Leclerc senza porre particolari obiezioni. Qual è la motivazione di tale scelta strategica? Per rispondere a questa domanda tornerei a quanto successe nel corso del GP di Singapore 2019, dove Ferrari ottenne una doppietta con Sebastian Vettel primo davanti a Charles Leclerc.

Le posizioni di partenza quell’anno vedevano Leclerc primo, Hamilton secondo e Vettel terzo, e al termine del primo giro rimasero rispettate, nonostante molteplici tentativi del tedesco di attaccare il 7 volte campione del mondo (anche se allora ne aveva “solo” 5). Come spesso succede a Singapore, il ritmo tenuto dai leader è molto lento, per risparmiare le gomme in modo da dover effettuare un solo pit stop, che risulta molto dispendioso in termini di tempo perso in pit lane. Al giro 20, Seb rientra ai box per tentare un undercut su Lewis Hamilton, e in quel momento si trova a 3.5s di distacco dal compagno di squadra in testa alla corsa. Charles rientra al giro successivo, per non subire anch’egli la mossa strategica di Vettel, ma al rientro in pista è appena dietro all’allora #5 (NB: il pit stop di Leclerc nel 2019 fu 0.6s più veloce di quello di Vettel, quindi in totale Seb recuperò a Charles ben 4s di distacco con un undercut di solo un giro). Capiamo quindi quanto possa essere potente fermarsi prima del pilota davanti per provare a superarlo tatticamente.

Tornando al 2023, risulta quindi evidente come la richiesta fatta a Leclerc di tenere 5s di distacco da Sainz fosse il modo di proteggere la testa della corsa; se così non fosse stato, entrambi gli alfieri del team di Maranello avrebbero rischiato di subire l’undercut di Russell, perdendo probabilmente così la gara. Strategia Ferrari pensata alla perfezione a mio parere, che viene però rovinata dall’ingresso in pista della Safety Car al giro 20, a seguito dei detriti lasciati in pista da Logan Sargeant dopo il suo impatto contro i muretti di Singapore.

La Safety Car, AKA la dea bendata è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo

L’uscita improvvisa della Safety Car porta tutto lo schieramento a rivedere i propri piani strategici: è chiaro che sia conveniente per chi è partito con gomma media (o soft) fermarsi ora per montare la mescola dura anche se si tratta di una sosta anticipata rispetto alle previsioni di inizio gara. Ferrari si trova quindi costretta ad eseguire un doppio pit stop, e Leclerc rallenta di altri 3 secondi (portando il suo distacco da 5 a 8 secondi) per essere sicuro di non risentire di eventuali problemi nel pit stop del suo compagno di squadra. Dietro al monegasco il gruppo è molto compatto, e lo sarebbe stato qualunque fosse stato il distacco del #16 dal #55 prima della sosta, dunque quello che succede in pit lane non dipende dalle richieste fatte a Leclerc dalla Ferrari, come qualcuno ha ipotizzato. Anzi, Carlos non ha avuto alcun problema durante – o meglio, dopo – la propria sosta proprio grazie al distacco di 8 secondi che lo separava dal resto dei rivali. Charles segue quindi Carlos in corsia box, e non perde tempo all’ingresso della piazzola grazie al distacco tenuto in precedenza, ma viene trattenuto più a lungo del previsto a causa del sopraggiungere di Lewis Hamilton, a cui deve lasciare strada per non incorrere in un unsafe release. Come conseguenza, Leclerc perde la posizione sia su Russell che su Norris, trovandosi virtualmente quarto. Come sarebbe stato possibile evitare tutto ciò e mantenere la seconda posizione di Leclerc? A mio parere, dato il tempismo di uscita della Safety Car e dato quanto era compatto il gruppo, non sarebbe stato possibile in alcun modo.

La ragione di quanto accaduto è rintracciabile principalmente nella sfortuna multipla di uscita della SC e del posizionamento della piazzola della Ferrari in corsia box prima di quella della Mercedes, ma anche in un pelo di malizia da parte di Lewis Hamilton, come possiamo vedere dal grafico riportato sotto, per cui ringrazio il grandissimo Fabio Catalano (seguite subito la sua pagina su Instagram). Concentriamoci sulla seconda e terza riga, ovvero rispettivamente acceleratore e freno di Russell, in bianco, ed Hamilton, in verde, durante la percorrenza della pit lane. Osserviamo come Hamilton lascia l’acceleratore ben prima di Russell, oltre ad andare sul freno per due volte invece che solo una, rallentando quindi più del dovuto all’interno della corsia box e non solo quando arriva alla propria piazzola. Convenienza per non inchiodare dietro a Russell in attesa che finisse il pit stop o malizia per rallentare il rilascio di Leclerc? Ai posteri l’ardua sentenza.

© FT Data Visualization / Fabio Catalano

Seconda fase di gara: ripartenza e sosta Mercedes

Vale ora la pena di fare una menzione d’onore per qualcosa che magari ai più è sfuggito: alla ripartenza della Safety Car Leclerc si trova davanti ad Hamilton, ma dopo poche curve commette un errore e lascia strada libera all’inglese, trovandosi così virtualmente in quinta posizione, in attesa delle soste dei due piloti Red Bull (o in attesa di superarli in pista). Il successivo momento chiave della gara arriva al giro 44: viene esposta la Virtual Safety Car a causa del ritiro di Esteban Ocon , e Mercedes ne approfitta per montare gomma media nuova (unici ad averla), per puntare a vincere contando sul vantaggio di mescola nei confronti degli avversari. “Come mai non è stato fermato anche Leclerc insieme a loro?” si legge su alcuni social. Sicuramente sarebbe stata un’opzione possibile, il distacco da Gasly e Piastri dietro al monegasco (23s) avrebbe sicuramente consentito a Charles di rientrargli davanti effettuando la sosta in regime di VSC, ma cosa sarebbe cambiato ai fini del risultato della gara? Assolutamente nulla, in quanto il #16 si sarebbe trovato comunque dietro ai piloti Mercedes, impossibilitato a superarli come essi non sono riusciti a passare Norris e Sainz a causa del treno di DRS, gentilmente e genialmente fornito da Carlos all’amico-rivale Lando, e delle caratteristiche anguste della pista di Singapore. Inoltre, quando Leclerc viene raggiunto e superato al giro 53 da Russell, si trova a 5s da Norris, ma se si fosse tenuto più a ridosso del duo di testa sarebbe forse riuscito a difendere la posizione come fatto dall’alfiere McLaren nel finale di gara. Forse un altro demerito del monegasco? O magari conseguenza dei problemi al motore che ha accusato durante la corsa?

Conclusione

Carlos Sainz ha meritato di vincere il GP di Singapore grazie alla sua condotta di gara magistrale, e ha ricevuto anche un buon aiuto dal proprio compagno di squadra Charles Leclerc, che ha rispettato l’ottima – a mio parere – strategia imposta da Ferrari per preservare la vittoria della corsa. Il monegasco ha sicuramente da rimproverarsi l’errore al sabato durante l’ultimo giro in qualifica, ma ha anche sfortuna nel tempismo di uscita della Safety Car al giro 20, ed è inoltre il primo a complimentarsi con Carlos e con tutta la squadra per l’ottimo weekend. Tutto ciò che si legge sui social nei giorni successivi non è consono a quanto di buono ottenuto dalla Ferrari questo weekend, e potete anche leggere qui quello che ne pensa il nostro buon Alfredo Cirelli. Appuntamento a Suzuka!





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Mattia Pantiri

The author Mattia Pantiri

Classe 1997, seguo assiduamente la F1 dal 2010, ed essendo tifoso Ferrari potete immaginare il resto. Vivo a Leiden, in Olanda, dove sto facendo un dottorato in fisica. Scrivo da un anno e mezzo per Fuori Traiettoria, principalmente vi racconterò la Formula 1 e qualche volta anche la Indycar.