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Dopo un weekend trascorso praticamente sempre in testa, è stato Lewis Hamilton a trionfare sull’asfalto statunitense del CoTA. Il #44 della Mercedes ha ulteriormente allungato nella Classifica Piloti, relegando Vettel a ben 66 lunghezze di distanza con ancora 75 punti in palio. Sarà quindi stato l’inglese il migliore in pista o c’è stato qualcuno che ha fatto ancora meglio di lui?

RedBullContentPool
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LEWIS HAMILTON – 9,5. Primo in tutte le sessioni di FP, primo in tutte le manche di qualifica e primo anche in gara: storia di un dominio che in terra americana è stato semplicemente incontrastato. Il mezzo voto in meno è solo perché, pur partendo dal lato gommato della pista, si fa beffare da Vettel allo spegnimento dei semafori. La sua gara, altrimenti, è perfetta. E gli consente di avvicinarsi ulteriormente alla conquista del 4° titolo iridato.

SEBASTIAN VETTEL – 8. Storia poco felice la sua. Nei 3 GP in cui gli è capitato di tutto, aveva probabilmente tra le mani la macchina migliore del lotto, nel GP in cui invece tutto è andato secondo i piani, con addirittura il sorpasso in partenza su Hamilton, si ritrova alla guida di una SF70-H inspiegabilmente bizzosa. Cerca di mettere pezze come può, ma nonostante “Gina” venga rivoltata come un calzino – sostituiti telaio e cambio nel corso del weekend – non ce n’è per stare dietro ad Hamilton al CoTA. Forse un po’ troppo “molle” nella difesa su Hamilton (che ad onor del vero sarebbe stato impossibile tenere alle spalle), si rifà alla grande con un grandissimo sorpasso su Bottas all’esterno di Curva 1. Ha guidato bene, ma stavolta non è bastato. E ora sente il titolo sgusciargli quasi definitivamente via dalle mani.

KIMI RAIKKONEN – 8. Stesso voto del tedesco perché è vero, in qualifica gli è di nuovo dietro – e non di poco – ed allo start non ha neppure uno spunto fulmineo, ma poi alla domenica rende decisamente più di lui. Iceman mette in mostra un ottimo passo gara per tutta la durata del GP, e probabilmente sarebbe arrivato lui 2° se le necessità di classifica non avessero imposto uno scambio di posizioni con il #5. Cerca come può di tenere a bada Verstappen nel finale, e pur non riuscendoci del tutto conquista un 3° posto comunque meritato.

MAX VERSTAPPEN – 10. Costretto a scattare dalle retrovie per via della penalità conseguente all’ennesimo cambio della PU sulla sua RedBull, il giovane olandese imbastisce una rimonta spettacolare. Impiega pochissimi giri per tornare a ridosso dei primi, è sempre veloce pur non distruggendo le gomme, non sbaglia nulla in fase di sorpasso riuscendo, udite udite, a non prendere neppure troppi rischi. Il podio sarebbe stato la sublimazione di una domenica da incorniciare, ma la penalità di 5″ lo spedisce implacabile in 4^ piazza. Il sorpasso è bellissimo, geniale, folle, spregiudicato: in due parole, alla Verstappen. Ma ha sostanzialmente disegnato un’altra curva, finendo con tutte e 4 le ruote al di là della linea esterna del cordolo che simboleggiava il limite della pista in questo GP. Rispetto a quanto visto ad inizio stagione, comunque, sembra un altro pilota.

VALTTERI BOTTAS – 6. Confermo quanto detto nelle pagelle di qualche GP fa: la firma del contratto per il 2018 sembra aver spento qualsiasi velleità di combattere del finlandese. Annichilito ancora una volta da Hamilton nel confronto diretto, complice un degrado delle gomme eccessivo che lo costringe ad una sosta in più dell’inglese viene superato sia da Raikkonen che da Verstappen, entrambi scattati alle sue spalle, chiudendo ad oltre 35″ dal #44. Molto più secondo pilota di quanto non avesse promesso di essere.

ESTEBAN OCON – 8. Altra gara solidissima del giovane francese, una costante nella Top Ten di questa stagione. Parte bene riuscendo a mettersi subito alle spalle Raikkonen, poi imposta la gara sul suo ritmo e non si fa coinvolgere in duelli con piloti che, muniti di auto più performanti della sua VJM10, gli avrebbero solamente fatto perdere tempo. Tiene bene sia su Perez che su Sainz, dimostrando così anche una certa abilità nel corpo a corpo ed una maturità che forse, vista la sua giovane età e la faccia da eterno ragazzino, nessuno si sarebbe sentito di attribuirgli ad inizio stagione.

CARLOS SAINZ – 8,5. Per non far rimpiangere Palmer non serviva poi fare molto, ma il giovane spagnolo ha deciso di fare le cose per bene e si è quindi esibito in un ottimo debutto sulla sua R.S. 17. Veloce, costante e battagliero, con il suo 7° posto ha portato la Renault a 5 lunghezze proprio dalla Toro Rosso, causando alla Casa della Losanga un numero imprecisato di rimpianti per non aver potuto affiancare al #27 un pilota come lui fino a questo momento della stagione.

SERGIO PEREZ – 6,5. Il fatto che abbia iniziato a perdere terreno e posizioni dopo un Team Radio in cui chiedeva al team di far accelerare Ocon rimane uno dei grandi misteri di questo GP, ma nel complesso la sua gara non è da buttare via. Corre bene, non commette errori, ma anche stavolta è dietro al giovane francese, che in qualifica si toglie addirittura lo sfizio di rifilargli mezzo secondo. Ora si va in casa di “Checo”, e lì al messicano di certo non farebbe piacere chiudere di nuovo alle spalle del compagno di squadra.

FELIPE MASSA – 6,5. Una nona posizione poco entusiasmante, questo è certo, ma che comunque permette di racimolare qualche punticino in classifica costruttori nel corso di un weekend in cui le FW40 non si sono espresse al massimo. Lui ci mette sempre del suo, ma la sensazione che si ha con sempre maggiore frequenza è che questo “suo”, con questa Williams, non basti più.

DANIIL KVYAT – 7. Un voto di incoraggiamento, suvvia. Torna al volante della sua STR12 dopo essere stato appiedato per la seconda volta nell’arco di 2 anni, non commette particolari errori e riesce addirittura a portare a casa un punto iridato. Tutto ciò in attesa di capire quale sarà il futuro che RedBull ha scelto per lui, pilota sempre più in balìa delle correnti nel mare dell’Energy Drink.

LANCE STROLL – 5. Una gara senza infamia e senza lode, ma forse il 10° posto era alla sua portata. Finisce invece doppiato, fuori dalla zona punti, ma a sua parziale discolpa c’è da dire che la Williams non era particolarmente a proprio agio sulle curve del CoTA.

STOFFEL VANDOORNE – 5,5. Con una macchina che sul dritto paga oltre 10 km/h di differenza rispetto alle prime della classe, pensare di imbastire una rimonta dalle retrovie è pura e semplice utopia. Il belga si impegna, ci prova, lotta, ma la disparità di mezzi è troppo evidente per essere colmata con il solo talento. Meriterebbe un 6 per l’impegno, ma questa volta Alonso in qualifica lo sovrasta e, senza il ritiro, gli sarebbe finito ben davanti al traguardo.

BRENDON HARTLEY – 6,5. All’esordio assoluto su una vettura di F1 della nuova generazione, il pilota di Porsche, in fondo in fondo, non sfigura. In qualifica patisce il confronto con gli altri piloti, ma in gara mette in mostra un passo gara dignitoso e soprattutto non commette errori né causa problemi con le bandiere blu, un qualcosa a cui non è avvezzo per via delle prestazioni monstre della 919 Hybrid che solitamente guida. Al traguardo si tiene dietro persino 4 piloti, e fa venir quasi voglia di vederlo in pista anche in Messico per capire cosa possa fare con un minimo di esperienza in più.

ROMAIN GROSJEAN – 5. Nel GP di Casa, la Haas sfodera quella che è forse una delle sue prestazioni stagionali più deludenti. Lenti sul giro secco, lenti sul passo gara, il francese e la sua VF-17 finiscono addirittura alle spalle di una STR12 guidata da un pilota che, per quanta esperienza possa avere, resta comunque un esordiente in F1. E’ facile quindi capire come ci sia ben poco di cui essere contenti.

MARCUS ERICSSON – 5. Non stava neppure andando così male, visto che con una Sauber era in lotta con una Haas, ma poi nel tentativo di mettere in pratica la cosiddetta “Tattica dell’Ambulanza” – si è infilato nel varco che Magnussen aveva lasciato aperto per far passare Vettel, che lo stava doppiando – colpisce con l’anteriore destra la posteriore sinistra della VF-17 mandandola in testacoda. Un incidente di gara che con un minimo di attenzione in più si sarebbe potuto evitare.

KEVIN MAGNUSSEN – 5. E no, non perché – o meglio, non solo perché – nelle situazioni convulse e concitate rimanga praticamente sempre coinvolto lui, ma semplicemente perché la sua era tutt’altro che una gara entusiasmante, in preda com’era alle difficoltà della sua Haas. L’ultima posizione è ovviamente figlia del contatto con Ericsson e del conseguente tempo perso per tornare in pista, ma vedendo anche dove ha chiuso la gara Grosjean viene da pensare che non si potesse fare molto di più.

FERNANDO ALONSO – 7,5. Consapevole di non dover perdere un numero imprecisato di posizioni sulla griglia di partenza per via di una delle tante sostituzioni della PU, l’asturiano si qualifica bene e parte anche meglio, facendo fuoco e fiamme nella prima parte della gara. Poi però, dopo aver subito il ritorno di tutti i piloti che aveva sopravanzato al via, il motore Honda decide di ricordargli per quale motivo il #14 fosse così contento dell’accordo Renault-McLaren per il prossimo anno. Chiude mestamente ritirato una gara in cui, forse, chiudere a punti non sarebbe stata una totale utopia.

DANIEL RICCIARDO – 7,5. Quello dell’australiano non sembrava un fine settimana così negativo, con la qualifica conclusa davanti a Verstappen e con la posizione di Bottas fortemente insidiata con degli splendidi duelli nel primo settore del CoTA. Poi però un eccessivo consumo delle gomme prima ed un guasto alla sua PU Renault poi fermano la corsa del #3, che vedendo dove è finito Verstappen avrebbe forse potuto anche puntare al suo ennesimo podio stagionale…

PASCAL WEHRLEIN – S.V. 5 giri: è questa la distanza che il giovane pilota della Sauber riesce a percorrere prima di essere costretto al ritiro. Decisamente troppo poco per assegnare un voto al tedesco.

NICO HULKENBERG – S.V. Un weekend semplicemente da dimenticare. Prima l’installazione della nuova specifica della PU Renault gli porta in dote 20 posizioni di penalità sulla griglia di partenza – spingendolo addirittura a rinunciare al Q2 -, poi probabilmente quella stessa Power Unit lo tradisce dopo appena 3 giri. Hulk sembrava piuttosto veloce come al solito, ma al CoTA – suo malgrado – non è riuscito a far vedere praticamente nulla.

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow