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Negli ultimi anni le sorti del motorsport italiano non sono state particolarmente fortunate, almeno per quanto riguarda le categorie formula. In F1 dal 2012 ha corso un solo pilota, Antonio Giovinazzi, che ha navigato per tre anni a centro gruppo, ben lontano dai fasti di fine anni 90-inizio anni 2000, quando Trulli e Fisichella si spartivano podi, vittorie e pole position. Certo, per gli appassionati questa cosa è particolarmente attenuata dalla presenza della Ferrari, che tutto sommato ci permette di non pensare ai piloti: tuttavia, mentre in F1 tutto sembra ancora immobile, una nuova generazione di ragazzini terribili sta venendo su, e anche molto bene. Vi presentiamo, quindi, dieci piloti italiani (o meglio, otto più due bonus) che corrono nelle feeder series da tenere d’occhio in questo 2023.

© 2022 Sebastiaan Rozendaal / Dutch Photo Agency.

Gabriele Minì

Nato a Palermo, classe 2005, il 2023 vedrà impegnato Gabriele Minì in Formula 3, categoria ai cui blocchi di partenza come uno dei papabili favoriti. Il siciliano vanta finora un ottimo palmares: nel 2020, all’esordio in monoposto, ha conquistato subito il titolo nella F4 italiana con Prema, quella più prestigiosa tra i monomarca nazionali, divenendo tra l’altro il primo italiano a farlo. La stagione seguente è passato in Formula Regional Europa, chiudendo in un’ottima seconda posizione nel 2022 e risultando il migliore (e di gran lunga) del suo team, la ART. In mezzo, c’è da segnalare un quarto posto ottenuto nella Regional Asia del 2022, risultato ottenuto nonostante abbia saltato tre gare. Questi piazzamenti gli hanno garantito già i punti necessari per la Superlicenza, nonostante non abbia ancora raggiunto la maggiore età. Quest’anno Minì correrà con il team Hitech, squadra che può permettergli non solo di aspirare al titolo, ma anche di garantirsi un posto in un Academy di un team, perché, nonostante il grande talento finora dimostrato, non risulta ancora nell’organico di nessuna squadra. In compenso, è seguito da Nicholas Todt, lo stesso manager di Leclerc: riuscirà il francese a piazzarlo da qualche parte, sfruttando anche il suo immenso talento?

© 2022 Sebastiaan Rozendaal / Dutch Photo Agency.

Leonardo Fornaroli

Secondo dei piloti italiani che competeranno in F3 quest’anno, Fornaroli è un buon pilotino da seguire. Nato a Piacenza nel 2004, ha debuttato in monoposto nel 2020, chiudendo quinto l’anno successivo nel campionato italiano di F4. E’ stato però lo scorso anno che Fornaroli ha dato il meglio di sé, chiudendo all’ottavo posto in classifica generale in FRECA, ma anche primo tra i rookie: l’italiano è stato forse meno veloce dei suoi principali avversari, Joshua Dufek e Sebastian Montoya, tanto che non è mai salito sul podio, ma è stato molto più costante, vincendo questo trofeo abbastanza in scioltezza. Come detto, quest’anno correrà in F3, e lo farà in Trident, lo stesso team con cui ha corso lo scorso anno in Regional: in questa categoria la squadra milanese è una delle big, ed è legittimo aspettarsi da Fornaroli delle buone prestazioni. Unico dubbio, l’inesperienza potrebbe pagare: ma questo lo scopriremo solo andando avanti con la stagione.

© 2022 Diederik van der Laan / Dutch Photo Agency.

Andrea Kimi Antonelli

Il pilota di Bologna, nato nel 2006, è decisamente il più famoso tra i suoi connazionali, ma non si può dire che non sia meritato questa fama: dopo un ottimo esordio in F4 nel 2021 a stagione in corso, nel 2022 Antonelli ha dominato qualunque cosa potesse dominare: campione nella Formula 4 italiana, in quella tedesca e anche medaglia d’oro nei FIA Motorsport Games nella categoria F4. Ci si aspettava che passasse direttamente in F3, ma il pupillo della Mercedes ha saggiamente deciso di non affrettare i tempi, e quest’anno gareggerà nella Regional Europea. Considerando però che diversi dei big della F4 dello scorso anno (Tsolov, Gray, Barter e Barnard) hanno già fatto il salto, la stagione potrebbe essere abbastanza facile per lui. Nel mentre, però Antonelli sta correndo nella serie mediorientale, e sta conducendo autorevolmente il campionato con 38 punti di vantaggio sul secondo. Dovesse vincere, otterrebbe anche lui, come Minì, i punti necessari per la Superlicenza ancor prima della maggiore età. Il ragazzo è veloce, maturo e con alle spalle una solida realtà come la Mercedes: ha tutte le carte in regola per ottenere buoni risultati.

Formula Regional Middle East Championship

Matteo Nannini

Nato a Faenza (RA) nel 2003 e nipote dell’ex Benetton Alessandro Nannini, Matteo aveva iniziato alla grande la sua carriera in monoposto, imponendosi all’esordio nel 2019 nella F4 degli Emirati Arabi Uniti. Sembrava il preludio ad una grande carriera, ma qualcosa è andato storto: passato in F3 nel 2020, nel primo anno ha fatto vedere qualche sprazzo di talento, anche se la Jenzer non era esattamente un top team. Nel 2021 ha provato l’impresa di correre sia in F2 che in F3 con HWA (quell’anno i calendari furono divisi), ma dopo poche gare il suo sponsor principale decise di abbandonarlo, facendogli cessare l’attività nella serie cadetta. In F3 vinse comunque a Budapest, ma alcuni errori, qualche mancanza del team e molta sfortuna l’hanno relegato nelle posizioni di rincalzo. Nannini è così uscito dal grande giro, ma ha provato a rifarsi una vita agonistica negli Stati Uniti, facendo dapprima dei test con Juncos in Indy Lights (la serie propedeutica alla Indycar), e poi firmando un accordo per correre nell’ARCA Series della Nascar: anche qui, però, tutto ha iniziato ad andare male, perché Juncos nel 2022 ha deciso di concentrarsi solo sulla Indycar, mentre il suo team in ARCA è stato costretto a chiudere subito il progetto per problemi economici. Nannini è rimasto quindi un anno fermo, stringendo i denti, ma alla fine la sua pazienza è stata ripagata, e quest’anno prenderà finalmente parte nella rinominata Indy NXT, sempre con Juncos. La speranza è quella di sfondare negli Stati Uniti, ripercorrendo le orme che venticinque anni fa circa tracciò Alex Zanardi.

Penske Entertainment / Chris Owens

Francesco Pizzi

Anche nel caso di Pizzi parliamo di un altro dei piloti italiani che hanno deciso di ricostruire la sua carriera negli States. Classe 2004, il pilota romano romano (cit) ha debuttato in monoposto nel 2020, vincendo anche lui come Nannini la F4 degli Emirati. Nello stesso anno ha chiuso al secondo posto nel campionato italiano dietro proprio a Minì. Sembrava l’inizio di una carriera incredibile, ma il passaggio in Regional nel 2021 è stato avaro di soddisfazioni: al volante della VAR ha chiuso solo al ventesimo posto con appena dodici punti. Nonostante questo risultato, Pizzi nel 2022 è passato in Formula 3 con Charouz, ma l’inesperienza e la poca competitività della macchina ne hanno minato le ambizioni, conquistando un solo decimo posto a Imola come miglior risultato. Pizzi ha quindi deciso di cercare fortuna in America, e quest’anno correrà nella USF Pro 2000, ossia l’equivalente della Formula 3 della Indycar. Eppure, Pizzi non è uno fermo, e infatti ha già conquistato un risultato importantissimo quest’anno: pochi giorni fa, infatti, ha vinto con il team Proton la 24 ore di Daytona nella classe LMP2. Questo risultato potrebbe essere la spinta che gli serve per rilanciare la propria carriera, e questa potrebbe essere la stagione del riscatto per lui.

RTD Media

Valerio Rinicella

Anche lui di Roma come Pizzi, Rinicella è il primo dei piloti italiani di cui trattiamo che quest’anno correrà in Formula 4. Classe 2007, è alla sua seconda stagione in monoposto. Nel 2022 ha corso principalmente nel campionato spagnolo di Formula 4, campionato molto importante, con il team MP Motorsport, e ha ben figurato, chiudendo al sesto posto in classifica generale con due podi conquistati. Ha anche preso parte ad alcune gare del campionato italiano e in quello UAE, senza però conquistare punti. Rinicella, tuttavia, sembra essere un pilota in grado di crescere in fretta, e questo si può vedere già in questa stagione, che ha iniziato correndo ancora nella serie degli Emirati: partito con gli sfavori del pronostico, l’italiano ha messo in scena una costanza impressionante, conquistando finora cinque podi e lottando ad armi pari con le più competitive Prema e Mumbai Falcons, diventando così la vera sorpresa del campionato. Quest’anno prenderà ancora parte alla serie spagnola, sempre con MP, e potrebbe essere uno dei favoriti del campionato, ammesso che mantenga questa costanza che finora sta dimostrando. Per essere un ragazzino del 2007 (per rendervi l’idea, Alonso aveva già vinto i suoi due mondiali quando è nato), sembra essere molto maturo e intelligente, e questo sicuramente lo rende uno da tenere d’occhio per questa stagione.

Formula 4 UAE Championship

Nicola Lacorte

E’ il più giovane tra i piloti italiani di cui trattiamo in questo articolo, essendo nato nel 2007 a Pisa, cinque mesi dopo Rinicella. Figlio del pilota endurance Roberto Lacorte, fa parte della Cetilar Academy. Anche lui ha esordito in monoposto lo scorso anno, ma, essendo nato a giugno, ha potuto farlo solo per le ultime tre gare della stagione, dopo aver compiuto quindici anni. E nonostante ciò ha ben impressionato, cogliendo un ottimo piazzamento a punti già all’esordio al volante della Iron Lynx. Un buon inizio quindi, che insieme alla vittoria del Supercorso Federale ACI alla fine dello scorso anno hanno convinto la Prema a prenderlo con se per questa stagione, sia nella serie degli Emirati, in cui è impegnato in questo momento, che in quella italiana. La forza del team veneto nelle serie minori è ben conosciuta, e questo può portarci a credere che Lacorte potrebbe essere uno dei favoriti per questa stagione. Solo due piloti italiani hanno vinto in F4 Italia, ossia Minì e Antonelli: dovesse eguagliarli, sicuramente si metterebbe in buona luce.

Prema Powerteam

Brando Badoer

Nato nel 2006 a Montebelluna (TV), figlio dell’ex pilota Minardi e collaudatore della Ferrari Luca Badoer, Brando ha mossi i primi passi nelle formule minori lo scorso anno, prendendo parte principalmente alla serie italiana con Van Amersfoort. E l’esordio è stato tutto sommato positivo, con un quindicesimo posto finale in classifica, ma quest’anno ci si aspetta decisamente di più. Un segnale di crescita è già giunto nella serie degli Emirati, in cui ha preso parte solo al primo round, cogliendo ben 28 punti e installandosi momentaneamente al quarto posto della classifica, anche se, avendo disputato solo le prime tre gare, ovviamente scivolerà indietro. Anche lui quest’anno dovrebbe continuare nella serie italiana, anche se non è ancora stato annunciato nulla.

Van Amersfoort Racing

Bonus 1: Nikita Bedrin

Ok è vero, è russo. Però, a causa del divieto per i piloti dello Stato dell’Orso di mostrare la propria bandiera, Bedrin corre quest’anno con licenza italiana, e quindi è giusto inserirlo tra i piloti italiani (almeno per arrivare a cifra tonda). Nato a Belgorod nel 2006, Bedrin ha iniziato a correre in macchina nel 2021, disputando sia la F4 italiana che quella tedesca che quella degli Emirati Arabi Uniti, cogliendo risultati di tutto rispetto (rispettivamente ottavo, quinto e quarto) che l’hanno messo in buona luce. Anche lo scorso anno è rimasto nella entry series, correndo negli stessi campionati e ottenendo in totale tre vittorie, due nella serie araba e una nella serie tedesca. Sembra quindi un pilota interessante, e infatti quest’anno, dopo la parentesi della Regional Middle East (in cui al momento è sedicesimo), salterà direttamente in F3 nel team Jenzer, divenendo così il terzo pilota tricolore insieme a Minì e Fornaroli. Le aspettative non sono alte visto che il team è da bassa classifica, ma servirà comunque per acquisire esperienza in vista del 2024, anche se nulla vieta che non possa togliersi qualche soddisfazione.

FIA Formula 3

Bonus 2: Ugo Ugochukwu

Discorso inverso rispetto a quanto riguarda Bedrin: se infatti il russo corre con licenza italiana pur senza esserlo, Ugochuckwu è effettivamente in parte italiano, ma corre con licenza statunitense. Nato a New York nel 2007, è infatti figlio dello stilista italiano Andrea Orlandi e della modella nigeriana Oluchi Onweagba. Vi starete chiedendo allora da dove esca il suo cognome (che comunque, per esteso è Ugochukwu Orlandi). Beh, a quanto pare da una tradizione onomastica nigeriana. Stella kartistica sia negli States che in Europa, fa parte del vivaio della McLaren sin da prima che entrasse in una monoposto, dal 2021, quando aveva soli tredici anni. Una mossa che ha spinto molta stampa pigra a fare subito il paragone con Hamilton (anche spinti dal colore della pelle, diciamocelo), ma che al di là di questo denota comunque un grande talento. Lo scorso anno ha esordito in auto, correndo principalmente nel campionato inglese di F4, e qui ha subito chiuso terzo con la Carlin, risultando il primo dei rookie. Ha anche partecipato alle serie italiana e tedesca, senza risultare in classifica per non aver preso parte al numero minimo di round, ma conquistando la bellezza di sei podi (quattro in Italia e due in Germania): se fosse stato conteggiato in classifica, nella serie italiana avrebbe chiuso decimo, con sole sei gare disputate su venti. Segnali questi di un talento smisurato, che hanno convinto la Prema a confermarlo per la stagione 2023, in cui correrà in Italia. Al momento è impegnato nella serie degli Emirati, e, nonostante un passo falso nell’ultima gara in Kuwait, in cui per un suo errore ha eliminato sé stesso e Tukka Taponen, comanda ancora la classifica, avendo vinto quattro gare su nove. Ugochukwu è al momento uno dei migliori prospetti globali, e nonostante ciò non ha ancora l’età per guidare un 125. Tenetelo d’occhio quest’anno: ne sentirete ancora parlare.

Formula 4 UAE Championship (Ugochuckwu è al centro)




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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.