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Indycar: Dixon vince un assurdo Music City GP con sette Caution e una bandiera rossa!





Scott Dixon vince una pazza gara a Nashville, per il Music City GP, davanti a Mclaughlin e Palou, in una corsa che ha visto ben sette neutralizzazioni e una bandiera rossa.

Joe Skibinski

Sembrava impossibile fare come lo scorso anno, ma ci si è andati vicini: dopo un’ora e mezzo di ritardo nella partenza per una tempesta di fulmini, sette Caution e una bandiera rossa nel finale, il Music City GP si è concluso con la vittoria di Scott Dixon, partito quattordicesimo e che ha sfruttato un’ottima strategia per raddrizzare una gara che sembrava perduta dopo un contatto. Il neozelandese ha preceduto sul podio il poleman McLaughlin, che ha provato fino alla fine a passarlo, e Palou, alle prese con l’ala anteriore danneggiata. Ritirato invece Ericsson, mentre il leader del campionato Power ha chiuso solo undicesimo, in grossa crisi. Fuori anche Grosjean per un incidente con Newgarden.

Joe Skibinski

Cronaca della gara

La gara parte con un ritardo di più di un’ora e mezza per via di una forte tempesta di fulmini abbattutasi nella zona di Nashville, con sommo disappunto di chi (come me) domani avrebbe voluto alzarsi presto. In qualifica la pole è stata ottenuta da un ottimo Scott McLaughlin, che ha preceduto Grosjean, Lundgaard e Palou. I primi cinque (con anche O’Ward) sono partiti con le gomme morbide (eccezionalmente a banda verde), mentre il primo con le dure è il sesto, Newgarden. Il leader del campionato Power si è invece qualificato ottavo, mentre è solo diciottesimo il suo sfidante Ericsson, vincitore qui lo scorso anno.

Al via Palou brucia Lundgaard per la terza posizione, mentre i primi due mantengono la testa. Già al terzo giro però avviene il primo colpo di scena, con Herta che va a contatto con Kellett nello stesso punto in cui ha sbattuto ieri nelle qualifiche; il pilota Andretti ha danneggiato il muso, dovendo quindi riparare ai box e finendo in fondo al gruppo. Cinque giri dopo anche il suo compagno di squadra Rossi va lungo e si blocca in mezzo alla pista, causando quindi la prima Caution al giro 8. Il pilota americano riesce a ripartire spinto dai commissari, ma perde un giro. Si riparte all’undicesimo giro, con O’Ward che passa Lundgaard per la quarta posizione e Malukas che ne perde tre a vantaggio di Newgarden, Pagenaud e Power. Il danese però non molla, e attacca di nuovo il messicano al giro 13, riprendendosi la posizione alla base del podio.

Davanti McLaughlin e Grosjean allungano sugli inseguitori, mentre intorno al giro 17 i piloti con le dure iniziano a guadagnare posizioni: così, Newgarden si sbarazza di O’Ward, mentre dietro in un solo giro Veekay e Dixon sorpassano Pagenaud per la nona e la decima posizione. Al ventiduesimo passaggio Palou, terzo, entra ai box a rifornire, passando alle dure, ma subito dopo Castroneves si gira, causando la seconda Caution della gara. La neutralizzazione dà un enorme vantaggio allo spagnolo, che al momento della riapertura della pitlane si ritrova al comando davanti a Johnson, Pagenaud Kirkwood e Malukas, mentre Mclaughlin scende in sesta posizione. Si riparte al giro 25, ed è subito caos, con Mclaughlin che passa Kirkwood e Power che prova ad attaccare Grosjean. Dietro però accade il delirio, con O’Ward che tampona Power, e viene a sua volta tamponato da Rahal: il messicano danneggia la macchina, che si spegne, mentre Rahal si ritira dopo un pit stop, ma dietro succede il caos, con un tamponamento a catena che coinvolge anche Ilott, la De Silvestro e Kellett. Anche Dixon viene coinvolto, ed è costretto ad un lungo pit stop.

Si riparte quindi al giro 33, ma la bandiera verde dura solo mezza tornata, perché dietro ci sono due contatti, un primo tra Ilott e Rossi e un secondo, più grave, tra Sato e De Francesco, con i due che si ritirano, facendo entrare per la quarta volta la Pace Car. In tutto ciò, comunque, Grosjean ha passato Johnson portandosi sesto. Al trentanovesimo giro, ancora sotto Safety, Newgarden prova a cambiare strategia, montando le morbide e scivolando in diciassettesima posizione. Al quarantunesimo passaggio si riparte per l’ennesima volta, con Pagenaud che tocca leggermente il leader Palou, mentre dietro McLaughlin passa Kirkwood in quinta posizione; il francese della Meyer Shank va in crisi poco dopo, e viene passato poco dopo da McLaughlin, Malukas, Grosjean, Kirkwood e Veekay nel raggio di due giri. Da segnalare intanto la rimonta di Herta, che dopo essere finito ultimo all’inizio è risalito fino alla top 10.

Al giro 52 la Pace Car rientra in pista per la quinta volta, per un contatto tra Veekay (appena uscito dai box) e Rahal (rientrato in pista dopo il contatto e molto attardato). Quando al giro 54 si riapre la pitlane rientrano tutti tranne Newgarden, Dixon, Lundgaard, Power e Harvey; alle loro spalle invece si accodano i rientrati Palou, Malukas, Herta (!) e Grosjean, mentre McLaughlin resta attardato per un pit lento. Alla ripartenza al giro 56 sale sulla ribalta Kirkwood, che passa tre vetture, ma poi deve restituirle per ripartenza anticipata; intanto Palou soprassa Power, ma per farlo danneggia l’ala anteriore contro il retrotreno del neozelandese. Neozelandese che, però, inizia a sprofondare in classifica, in crisi con le gomme, uscendo fuori dalla top 10. McLaughlin intanto, dopo essere finito quindicesimo dopo il pit, si riporta in pochissimo tempo in top 10.

Davanti intanto c’è Newgarden, che però deve rifornire. Avrebbe bisogno di una Caution, e questa arriva al giro 64 per un brutto incidente tra i due rookie Malukas e Kirkwood, ottimamente in top10 finora. Purtroppo, il leader della gara era già passato davanti alla pitlane, e non ha potuto pittare. Il #2 rientra quando la corsia box si apre al giro 66, ma purtroppo scivola in P14. In testa a questo punto si ritrova quindi incredibilmente Dixon, partito quattordicesimo e coinvolto nel contatto di prima, davanti a Lundgaard, Palou, Herta, McLaughlin e Grosjean. Alla ripartenza, al giro 70, McLaughlin passa Herta, ma dietro Grosjean è fenomenale: dopo essere stato passato da Ericsson, il francese si butta dentro, infilando un gustoso doppio sorpasso sullo svedese e su Herta. Per Ericsson però si mette subito tutto male, perché poco dopo rallenta immediatamente, forse per un problema. Poco dopo si riavvia, ma oramai è attardato e gira piano.

Al giro 73 ancora un colpo di scena, con la settima Caution, causata da Johnson: l’ex Nascar della Ganassi ha un cedimento, e va a sbattere sul ponte. Ancora una volta entra quindi la Pace Car, che resta fino al giro 76; alla ripartenza però Newgarden prova a recuperare in maniera disperata, e tenta un doppio sorpasso disperato su Herta e Grosjean: a farne le spese è il francese, che finisce a muro ed è costretto a ritirarsi, dopo una buona gara da parte sua Intanto McLaughlin riesce a passare Lundgaard per le P2, poco prima che venga messa la bandiera rossa, per far concludere la gara senza neutralizzazioni, con grosso disappunto dell’autore dell’articolo perché è l’una e venti e vorrebbe andare a dormire. Ericsson si ritira definitivamente per problemi meccanici.

Dopo una decina di minuti le vetture ripartono per gli ultimi tre giri dietro la Pace Car, che esce al giro 79. Palou, Rossi e Herta superano subito Lundgaard, mentre davanti McLaughlin prova a superare Dixon: il neozelandese più esperto però chiude bene sul connazionale, e conquista così la sua 53esima vittoria in carriera (superando così Mario Andretti) davanti a McLaughlin, Palou, Herta, Newgarden, Lundgaard (primo rookie), Harvey e Pagenaud, con sole tredici vetture al traguardo.





Tags : indycarMusic City GPNashville
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.