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Verstappen: “Gare bagnate? Se la F1 diventasse come la NASCAR sarebbe un peccato”





Sabato 29 luglio, Sprint Race del Gran Premio del Belgio di Formula 1. Sull’asfalto bagnato di Spa-Francorchamps, le 20 monoposto più veloci del pianeta iniziano a girare – munite di gomme Full Wet – incolonnate alle spalle della Safety Car. Data l’assenza di pioggia e vista la quantità di acqua sollevata dagli pneumatici delle auto, dopo una manciata di passaggi percorsi a velocità ridotta più di un pilota segnala che le condizioni dell’asfalto sono tali da poter pensare di passare alle Intermedie. A quel punto, con quasi un terzo della distanza di gara già coperto dietro Safety Car, la Direzione Gara decide di dare il via alla Sprint Race.

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© Francois Nel / Getty Images

Sono scene di un film già visto. E che, come ormai è tradizione, spacca letteralmente in due la platea che assiste alla proiezione. Chi spinge per una sempre maggiore sicurezza concorda con le decisioni che – in situazioni simili – vengono ormai prese da diversi anni; chi ricorda i nubifragi sotto i quali in passato si correva (e ci si faceva anche male) spara ad alzo zero su una Direzione Gara che da un tot di stagioni non fa più di fatto disputare gare che possano dirsi davvero bagnate. A che pro, chiedono in particolare questi ultimi, prevedere che si possa scendere in pista con la pioggia se poi in concreto questa possibilità non viene più concessa? Tanto varrebbe – sostengono sempre questi ultimi – mettere una pietra sopra alla questione sin dall’inizio e decidere di imitare le categorie d’oltreoceano nelle quali, per intenderci, se piove non si gira sugli ovali (salvo rarissime e recentissime eccezioni).

La strada totalmente asciutta che porta sino alla IndyCar Series e alla NASCAR, tuttavia, non viene percepita come una soluzione e anzi, porta più di qualcuno a sollevare in modo evidente il sopracciglio. Tra coloro che non sembrano affatto convinti da questa soluzione c’è anche Max Verstappen, assoluto dominatore della stagione 2023 di Formula 1 e vincitore anche della Sprint Race belga che ha risollevato acqua e questione gare-sul-bagnato. “È molto difficile risolvere questo problema. Avremo sempre il problema della visibilità, così come avremo sempre dell’acqua sollevata– ha esordito Verstappen, interrogato sull’argomento – Coprire gli pneumatici su una macchina di F1 non farà chissà quale differenza: anche la Safety Car solleva moltissima acqua verso di me, e persino sulle autostrade hai lo stesso identico problema”.

“Quando mi ritrovavo a centro gruppo ai tempi della Formula 3 non vedevo nulla– ha proseguito l’olandese – “È sempre stato così, e possono confermarlo anche i piloti che hanno corso in F1 negli passati: anche loro non vedevano nulla. Alcuni incidenti possono avere gravi conseguenze, certamente, ed è quello il momento in cui le persone iniziano a parlare di più della questione. Ma se vogliamo essere sicuri sotto questo punto di vista allora non dovremmo correre più sul bagnato, perché ci saranno sempre problemi di visibilità. Credo che sarebbe un peccato. Diventeremmo come la NASCAR, che non disputa gare quando piove”, ha infine concluso un Max Verstappen che, almeno apparentemente, non si farebbe troppi problemi a correre su asfalti più bagnati di quelli su cui si è gareggiato nel corso degli ultimi anni.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow