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Bulega: “Senza la passione non arrivi da nessuna parte!”





Viso da ragazzino e guida da veterano, Nicolò Bulega quest’anno sembra trovarsi davvero a proprio agio sulla Panigale V2 del team Ducati Aruba.it con la quale macina vittorie nel World Supersport Championship. Abbiamo avuto modo di fare una interessantissima chiacchierata con lui durante l’Emilia-Romagna Round in quel di Misano, ecco cosa ci ha raccontato.

© WorldSBK

FUORITRAIETTORIA: C’è un aneddoto con cui vorremmo iniziare. Anni fa, durante una gara del CIV, sei entrato in sala stampa, ti sei fiondato sui raccoglitori dei tempi e ti sei messo a guardare come erano andati i ragazzi della Moto3, in una maniera tale che lasciava trasparire un interesse vero e genuino. Quindi la domanda è: cosa sono per te le corse?

NICOLO BULEGA: Quando uno è appassionato, non importa in che competizione gareggia, che sia CIV o Mondiale… quando c’è passione, c’è passione ad ogni livello! Anzi, quando arrivi ad un buon livello penso sia fondamentale avere passione, altrimenti non arrivi da nessuna parte. Io sicuramente non mi vedo in nessun altro ambito al di fuori delle moto, mi piace molto vedere altri campionati e non solo quello in cui competo io. Mi incuriosisce capire alcune cose, ad esempio le condizioni della pista. Questo episodio in particolare io non lo ricordo, però sicuramente l’ho fatto! Quando io sono a casa e corrono i ragazzi del CIV, mi piace essere nei paraggi: ad esempio, durante la tappa del Mugello sono andato a vedere i tempi dopo ogni turno di ogni categoria. È una cosa che faccio spesso.

FT: Sei giovanissimo, però hai una vita intera passata nel paddock. Che momenti belli ti porti dalla tua infanzia in questo mondo?

NB: Più che infanzia nel paddock, direi vita nel paddock! Crescere in questo ambiente ti fa crescere prima rispetto a un ragazzo che fa una vita “normale”. Questo è uno sport molto pericoloso, che ti rende responsabile e ti porta ad essere sempre lucido al 100%. Penso, sinceramente, ti porti ad avere una maturità un po’ precoce rispetto ai coetanei che non fanno questo sport. I ricordi più belli che ho sono sicuramente legati alle moto e non alla vita personale… la mia vita sono le moto!

FT: Sei passato dai prototipi alle derivate di serie, come sei dovuto cambiare come pilota per rendere al meglio?

NB: In realtà, più che altro ho dovuto capire la moto, che è completamente diversa in confronto a quelle che guidavo prima: gomme, telaio, motore sono completamente diversi. Alla fine, ho cercato di portare qui in Supersport il metodo di lavoro che avevo in Moto2 e per il momento penso che mi stia riuscendo abbastanza bene. Con il team ho un buon feeling e ho portato lo stesso capotecnico e posso dire che la cosa ha aiutato molto perché è più facile lavorare con qualcuno che già conosci. Lui capiva già dal mio sguardo se una cosa potesse piacermi o meno, quello fa tanto.

FT: Per quanto riguarda i risultati, l’anno scorso hai raccolto meno di quanto ti aspettassi o quest’anno più del previsto? O sta andando secondo i piani?

NB: Durante i test invernali 2021/2022, tutti dicevano che avrei vinto il Mondiale perché la moto era troppo forte, che li avrei passati tutti in impennata sul rettilineo… queste robe qua. In realtà poi siamo arrivati alla prima gara, ad Aragon, e abbiamo preso 7 secondi dalle prime due Yamaha. Ci sono state talmente tante chiacchiere ancora prima di iniziare a correre che la nostra moto è stata poi castrata a livelli estremi; quando siamo arrivati qui a Misano ce l’hanno un po’ sbloccata e da lì ho iniziato ad andare un po’ meglio. Qui l’anno scorso ho quasi vinto, poi sul finale ho avuto un problema col freno posteriore e mi hanno passato, però comunque si vedeva che andavamo un po’ meglio.  
L’anno scorso non conoscevo alcune piste, ero un po’ un rookie ed era il primo anno anche per la mia moto: non avevamo dati, non era al livello di quest’anno. Ora va molto bene, ne sono molto contento, mentre l’anno scorso eravamo un pelino indietro e sicuramente ci sono state tante cose che hanno inciso sul fatto di non essere riusciti a vincere già la scorsa stagione. Per quest’anno, sapevo che sarebbe stato un anno importante e durante l’inverno mi sono allenato tantissimo. Il team non ha mai smesso di lavorare, la moto è migliorata moltissimo e mi sento di dire che stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato.

FT: E pare sia stato apprezzato questo lavoro sulla Panigale V2, visto che poi ti “hanno messo” anche sulla V4!

NB: Io penso che se un pilota va bene in Moto 3 è giusto che vada a fare la Moto2, se va bene in Moto2 è giusto che vada a fare la MotoGP. È giusto che sia uguale anche in questo campionato e che chi va bene nella Supersport 300 passi in Supersport 600 e chi va forte lì debba fare la Superbike, è sempre stato così, tutti i piloti ambiscono ad arrivare al top. Probabilmente avendo fatto dei buoni risultati, mi hanno  fatto provare la V4 per vedere come andassi!

FT: Dalla V2 alla V4, cosa ti sei portato dietro per interpretare la Panigale più grande?

NB: In realtà proprio niente! Sono due moto completamente diverse, ma per fortuna io ho uno stile di guida che mi porto dietro dalla Moto2, che è quello da moto un po’ grossa. Tendo ad alzare la moto in uscita di curva per cercare di andare forte e questo si addice ad una moto grossa, quindi mi sono trovato subito bene con la V4, anche se chiaramente non ho ancora il feeling che ho con la V2. Con la “piccola” mi sento di avere sempre la situazione sotto controllo in qualsiasi condizione, con la V4 ancora non ce l’ho, però ho fatto soltanto tre giornate di test, quindi ci sta!

FT: In questo scambio tra V2 e V4, ti ha aiutato qualcuno a non perdere la bussola, a non disorientarti, visto che hai detto che sono diverse?

NB: Diciamo che io so cosa devo fare, so lo stile di guida che le due moto richiedono, quindi semplicemente quando salgo in moto mi devo concentrare e cercare di distinguere le due. Penso che se uno vuole essere forte deve sapersi adattare in qualsiasi situazione, con qualsiasi moto e cercare di farlo sempre bene.

© WorldSBK

FT: Prima hai detto anche che la Moto2 ti ha aiutato un attimino per la V4, quindi secondo te la Moto2 può essere propedeutica anche per la Superbike?

NB: Sì, penso che la Moto 2 sia una via di mezzo tra una Supersport e una Superbike, è ancora un’altra classe intermedia! Va un po’ più forte della Supersport, ha tanta coppia sotto e devi cercare di sfruttare l’accelerazione, prevede uno stile di guida molto simile a quello della Superbike. Quindi sì, penso che ti possa aiutare un po’, non parti da zero.

FT: E se invece ti dicessero “da domani passi in Superbike”, tu ti sentiresti pronto o senti di dover continuare questo percorso che stai portando avanti?

NB: Io guardo un po’ anche a quello che hanno fatto gli altri piloti quando erano al mio posto, tipo Aegerter l’anno scorso, che quest’anno non sta andando per niente male in Superbike. Lui nel 2022 a inizio anno ha fatto un po’ quello che sto facendo io ora. Quindi, se continuo ad andare bene e rimango concentrato, sempre sul pezzo e possibilmente nei primi tre, penso che poi con la consapevolezza che ti fa pensare “ok sono pronto per andare in Superbike” arrivi da sola col tempo.

FT: C’è qualcosa su cui vorresti concentrarti e migliorare, mettere a punto o senti che è tutto un processo da fare passo dopo passo?

NB: Secondo me già rispetto all’anno scorso sono migliorato in molti punti e la cosa difficile adesso è continuare a rimanere sempre lì davanti. Quando arrivi ad un punto in cui vai sempre bene, è un attimo rilassarsi e poi fare una cavolata. Penso che la cosa difficile ora sia proprio la costanza.

FT: C’è un pilota del passato a cui ti ispiri e c’è una caratteristica che vorresti “rubargli”?

NB: Così su due piedi è difficile, ci sono tantissimi piloti a cui ispirarsi. Valentino Rossi non devo nemmeno sottolinearlo perché è scontato, ma dovendo andare più indietro posso dire che mi piaceva tantissimo Bayliss, quando ero piccolo lo adoravo. Cosa rubargli non saprei, ma fare quello che ha fatto lui sarebbe una gran figata!





Tags : bulegaSSPSupersport
Maria Grazia Spinelli

The author Maria Grazia Spinelli

Classe 1994, molisana. Da piccola vedevo mio padre seguire la Formula 1 e mi chiedevo cosa lo appassionasse così tanto, poi ho avuto un colpo di fulmine con le due ruote in un pomeriggio d'estate ed ho capito. Qui vi racconto la MotoGP e il Mondiale Superbike.