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Aleix Espargaro incredulo: “Pecco vola, sembra su una F1”





Aleix Espargaro non è sereno dopo il 6° posto nel GP d’Italia al Mugello. Ne ha su tutti, ma soprattutto il distacco da Bagania lo inquieta. “Siamo migliorati e siamo più veloci, ma Ducati è riuscita a fare di più. (…) Io non sono mai stato così veloce al Mugello, sono stato più veloce dello scorso anno eppure mi trovo lontanissimo da Pecco e dai Pramac. Sarà una stagione difficile per chi non ha una Ducati.

Un fine settimana difficile quello del GP d’Italia al Mugello per i piloti Aprilia. Sesto clasificato Aleix Espargaro, a dieci secondi dal trionfante Pecco Bagnaia, poi il vuoto. 12° Vinales a 9″ dal compagno, 15° Fernandez e ritirato Oliveira. Proprio il Capitano Aleix ha deciso di metterci la faccia, data una prestazione talmente sotto tono da far sembrare quest’Aprilia la brutta copia di quella del 2022. “È stata una gara difficile, ma devo essere sincero con voi e dirvi che la velocità delle Ducati quasi mi infastidisce” dice Espargaro. “Noi rispetto al 2022 siamo migliorati e siamo più veloci, ma Ducati è riuscita a fare di più. In questa gara ho preso dieci secondi dal primo, sono troppi.

Aleix Espargaro in azione nel GP d’Italia 2023 (© Aprilia Racing)

Ieri sera siamo stati fino a tardi col team per valutare un bilanciamento alternativo della moto, un set up diverso per avere più velocità in curva ma, anche se abbiamo cambiato la geometria per oggi ed ha funzionato, non siamo riusciti a colmare il gap coi piloti su Ducati” spiega Espargaro. Che poi ammette: “Io non sono mai stato così veloce al Mugello, sono stato più veloce dello scorso anno eppure mi trovo lontanissimo da Pecco e dai Pramac. Sarà una stagione difficile per chi non ha una Ducati.
Eppure, solo un paio d’anni fa un sesto posto era quasi oro. Ora non più: “Visto lo scorso anno, non riesco più ad essere felice per un sesto posto. Però non mi aspettavo di riuscire a guidare così oggi visto come stavo nelle prime prove.

Nonostante la delusione che gli segna il volto, Aleix ha comunque provato a vedere il bicchiere mezzo pieno visto come si erano messe le cose venerdì mattina. Il #41 è infatti arrivato al Mugello con un piede molto malandato, per via di un incidente in bicicletta. “Nelle P1 stavo malissimo, il dolore che avevo era indicibile e domani andrò in ospedale per altri accertamenti perché il piede è ancora gonfio e mi fa male. In gara oggi non avevo praticamente dolore, ma non riuscivo ad usare il piede pertanto non potevo giocare col freno posteriore come al solito. A fine gara ero davvero tanto stanco.” Ma Espargaro non cerca scuse: Anche se fossi stato al 100% non sarei stato più veloce. Ho spinto per tutta la corsa, il dolore non mi è stato d’intralcio. Sono riuscito a dare tutto.

L’unico obiettivo di Aleix oggi, visto lo strapotere dei ducatisti, è stato quello di essere il primo dei normali. Ma non ce l’ha fatta: “Ho spinto come un animale per prendere Binder, volevo essere almeno primo tra i non-Ducati ma neanche questo mi è riuscito. Vista la differenza con gli alti piloti Aprilia, credo che questo sesto posto sia il massimo a cui potevo ambire in questa gara. La Medium posteriore non ci ha aiutato come pensavamo, con più di 50° gradi sull’asfalto era la scelta giusta e la prova che abbiamo fatto nel warm up lo confermava. Però in gara non ha reso come doveva, mi mancava tanta trazione.

È insomma Ducati a togliere il sonno a Espargaro dopo questa tappa al Mugello. Il #41 si sente quasi Davide contro Golia quando deve sfidare una Desmosedici in sella alla RS-GP. Ma non ha nulla da recriminare contro Aprilia, anzi: “Al momento i dati dicono che questa moto è un 5% migliore di quella dello scorso anno, però la Ducati è migliorata di un buon 10%. La matematica non è un’opinione, la nostra moto è peggiorata di un 5% rispetto alla loro. Ma non sto dicendo che la RS-GP23 non è buona, anzi è davvero una gran moto. Ma se riguardate anche solo il giro della pole di Pecco, sembra sia su una Formula 1. Pazzesca la quantità di potenza che riescono a scaricare a terra. Poi Pecco sta volando, ma tutte le altre Ducati sono con lui e davanti a noi.

Il Capitano Espargaro ha ben chiaro in mente dove serve migliorare, dopo la debacle al Mugello: “Ci manca spinta fuori dalle curve, dobbiamo migliorare il turning e il grip all’anteriore. L’agilità delle Ducati è pazzesca, nonostante sembrino dei transformers. Incredibile vedere con che facilità guidino i piloti Ducati, nonostante la stabilità delle Desmosedici è incredibile.”

In ogni caso, Espargaro non vuole voltare pagina e pensare a domenica prossima, quando si disputerà il GP di Germania: “Non mi piace mettermi a pensare che al Sachsenring sarà differente. Non voglio voltare pagina dopo un fine settimana così difficile, anzi voglio capire il perché di questo. Per pensare al Sachsenring ci sarà tempo, resto positivo perché sono sicuro di poter lottare per la vittoria in Germania. La priorità ora è rimanere ancora concentrati sul Mugello per capire il perché di questi dieci secondi e perché le Ducati sono state sempre più veloci di noi. Non siamo mai stati così peggiori delle Ducati.”

Infine, Espargaro ha voluto parlare di Alex Rins visto il brutto incidente occorso al pilota del team LCR nel corso della Sprint. “La sua gamba è distrutta e mi dispiace soprattutto perché a luglio si deve sposare. Correre in MotoGP ora è molto difficile, soprattutto se hai una Honda. Sono davvero dispiaciuto per lui, è un bravo ragazzo e spero recuperi presto“. Aleix ha sfruttato l’argomento per parlare anche di scurezza e salute in questa MotoGP: “Il livello raggiunto dalla MotoGP è pazzesco. Qui al Mugello fino a pochi anni fa era un miraggio per tanti girare sotto l’1’50’’ mentre io ieri mi son ritrovato ottavo in qualifica girando in 45”3. La velocità è folle e ci sono sempre più infortuni perché facciamo incidenti a velocità sempre più elevate. La MotoGP ora è difficile anche a livello mentale, non potete immaginare quanto stressante sia diventato questo ambiente.





Tags : aleix espargaroGP ItaliamotogpMugello
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.