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Al-Attiyah attacca Audi: “Rischiano di uccidere il nostro sport, non siamo alla pari”





Viene descritto come disponibile e sorridente, Nasser Al-Attiyah, nel bivacco dell’Empty Quarter della Dakar 2023. Classifica alla mano, verrebbe da dire che non potrebbe essere altrimenti: il qatariota, a due sole Stage dal termine, ha infatti oltre un’ora e venti di margine sul primo dei suoi inseguitori – quel Sebastien Loeb che pur sta facendo man bassa di vittorie di tappa -, dopo essere stato in grado di attraversare indenne una prima settimana di gara capace di mietere vittime illustrissime.

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© Marcelo Maragni / Red Bull Content Pool

Nascoste tra i sorrisi e le battute, tuttavia, ci sono anche delle considerazioni che il portacolori della Toyota ha voluto condividere con i media presenti al bivacco desertico della Stage 11. Nel corso di una intervista rilasciata a Motorsport.com, infatti, il portacolori di Gazoo Racing ha espresso alcune perplessità sul futuro della categoria, la cui natura sarebbe messa in pericolo dall’arrivo di Audi e delle sue possibilità, economiche e non.

“L’approccio che stiamo avendo nel corso di questa Dakar non è diverso rispetto a quello del 2022” – ha esordito Al-Attiyah parlando della sua gara – Vogliamo difendere il titolo. La stagione passata è stata magica: abbiamo vinto sia la Dakar che il Campionato del Mondo. Per noi è un onore essere qui e poterci riprovare, anche se sin dall’inizio sapevamo che non sarebbe stato facile”. “La nuova Hilux è un progetto giovane, che siamo riusciti a testare solamente agli inizi di dicembre in Namibia” – ha detto – “Abbiamo avuto alcuni problemi nelle prime giornate, ma dopo avere modificato alcune cose la situazione è migliorata molto. Abbiamo vinto tre tappe, ed è chiaro che il nostro approccio preveda sempre di spingere al massimo. Siamo qui per correre ed è quello che ci piace fare, ma ora l’obiettivo è chiaramente vincere la corsa e dunque con Mathieu abbiamo deciso di disputare tappe più intelligenti. Confesso però che non è così facile tenere alzato il piede!”.

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© Dakar Press Area

Audi? Quando la loro macchina non ha problemi ci costringe a stare sempre al limite: non siamo alla pari – ha risposto Al-Attiyah quando gli è stato chiesto di affrontare la spinosa questione dei Quattro Anelli“Tutti abbiamo una velocità massima di 170 km/h, ma a noi occorre qualche km per arrivarci mentre loro riescono a raggiungerla… neanche in uno. In quelle situazioni perdiamo moltissimo, così come a livello di trazione: guardi le Audi arrampicarsi sulle dune e ti chiedi se siano telecomandate”. “Credo che modificare il BOP a gara in corso non sia il modo giusto per mantenere un livello prestazionale simile tra tutte le auto” – ha poi attaccato il qatariota, facendo riferimento agli 11 CV di potenza in più che sono stati concessi ad Audi a Dakar già in corso – “Per mantenere alto l’interesse e per lasciare intatto lo spirito della gara occorre che ci sia uguaglianza, ma quest’ultima non deve essere inseguita come fatto quest’anno. Secondo me, e non sono il solo a pensarla così, Audi sta rischiando di uccidere il nostro sport con un budget e un dispiego di forze semplicemente pazzesco. Nessuno può tenergli testa. Noi, per esempio, abbiamo il supporto di Toyota ma non siamo un team ufficiale: la base è in Sudafrica, e a pari numero di auto siamo in 35 a lavorare sulla Dakar contro i 90 di Audi”.

Davide che ancora una volta batte Golia, dunque? Parrebbe di sì, ma a mostrarsi scettici su una tale ricostruzione dei fatti non sono in pochi. Sebastien Loeb, per esempio, neppure una settimana fa aveva fatto notare come, nonostante in Toyota si denunciasse ripetutamente la presunta supremazia delle RS Q e-tron E2, nelle prime posizioni della classifica assoluta ci fossero praticamente solo… Hilux. “Guardate la classifica” – aveva detto dopo la Stage 7 l’alsaziano, rispondendo a chi gli chiedeva di commentare le dichiarazioni di Toyota secondo cui Audi e Hunter sarebbero state loro superiori – “Ci sono cinque Toyota nei primi sei posti: sembra che non stiano andando così male, no?”. No Seb, non stanno andando così male. E se io, come tanti altri, dovessi pensare a un veicolo in difficoltà in questa Dakar 2023, beh… non credo che sarebbe l’Hilux la prima vettura a venirmi in mente.





Tags : audiDakardakar 2023loebrally raid
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow