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Bond, l’origine del mito: l’Aston Martin DB5





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Non capita spesso di trovare auto che condividano lo stesso fascino del personaggio a cui sono affidate. A meno che non si abbia dinanzi a sé l‘Aston Martin DB5, “l’auto di James Bond“. Certo direte voi, non è stata l’unica tra le Aston – e non solo – ad essere presente nelle pellicole. Di sicuro però, incontrovertibilmente, rimane la più amata e rappresentativa, accompagnata com’è dalle interpretazioni magistrali di Sean Connery. L’auto fu presente in ben 7 pellicole della saga di 007, con Sean Connery in “Goldfinger” e “Thunderball”, con Pierce Brosnan in “GoldenEye” , “Tomorrow Never Dies” e “The World Is Not Enough”, ed infine con Daniel Craig in “Casinò Royale” e “SkyFall”. Molti, erroneamente, credono che l’Aston Martin DB5 sia stata  prima auto dell’agente segreto più famoso al mondo. Dunque, se siete tra questi, dobbiamo sfatare un mito. La prima auto di Bond fu la Sunbeam Alpine Series II usata nel primo film, “Dr. No”, del 1962. La DB5 quando apparve? Ora direte, andando per logica: “In ‘Goldfinger’!”. E invece neppure questa è la risposta esatta. Infatti, nel film uscito nel 1964, la DB5 non era ancora entrata in produzione e venne utilizzata una versione modificata della DB4 Vantage. Ad esser proprio sinceri non fu neppure l’auto originariamente presente nel romanzo di Ian Fleming – la DB5 fu scelta dalla società per motivi di marketing – dato che il modello designato era una DB Mark 3. Infine, ultimo dettaglio non trascurabile, la DB5 era l’auto dell’MI6,i servizi segreti britannici, e non quella personale di James Bond, che invece preferiva una Bentley Continental stando a quanto scritto nei romanzi. Ora, avendo finalmente chiarito la faccenda, possiamo iniziare a parlare della DB5.

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L’Aston sostituì la DB4 – di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa – con la DB5, vettura che dominò i listini dal 1963 al 1965. Sostanzialmente simile al modello precedente, a livello estetico (la carrozzeria veniva prodotta dalla milanese Touring e poi inviata oltremanica) era facilmente individuabile la differenza attraverso piccoli accorgimenti, come ad esempio la cornice dei fari più larga per prevenire le infiltrazioni d’acqua, presenti nel precedente modello. Sotto al cofano la differenza, seppur celata fu più evidente, con il propulsore 6 cilindri in linea che passò da 3.7 litri a 4, dotato di 3 carburatori SU ed un cambio ZF a 5 rapporti, con una potenza erogata di 282 CV ed una velocità massima di 238 Km/h. Era poi disponibile come optional anche un cambio automatico a 3 velocità Borg-Warner.

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La DB5 originariamente era in allestimento coupè 2+2, ma vennero create – come spesso accade –  ulteriori varianti. Ad esempio la Vantage – dotata di 3 carburatori Weber 45 dcoe e alberi a camme rivisti, capace di sviluppare 315 CV –  prodotta in soli 65 esemplari; oppure la Convertibile – versione cabriolet dotata anche in casi rari di un Hard-Top removibile in acciaio – della quale gli ultimi 37 telai vennero utilizzati dall’Aston Martin per un nuovo modello decapottabile, che per la prima volta prenderà il nome di Volante – abbreviazione di Short Wheel Base Volante, visto che era dotata di un telaio e di un passo dalle dimensioni ridotte rispetto a quello della successiva DB6; ed infine ulteriori modelli vennero modificati sia da carrozzieri oppure direttamente dalla fabbrica, come accadde ad esempio per il prototipo shooting-brake, costruito appositamente dalla maison inglese su richiesta di un cliente.

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La DB5 terminerà la sua produzione con 1023 esemplari prodotti. Di certo, a livello di collezionismo, quelli appartenenti alla saga di 007 risultano essere i più rari sul mercato. Qualche anno fa, un esemplare passò di mano per circa 3 milioni e 300 mila $. La versione in oggetto era sostanzialmente come ogni aspirante agente segreto avrebbe desiderato, con il tetto rimovibile per espellere il passeggero indesiderato – il sedile in realtà non si muove di lì – e le mitragliatrici – seppur non funzionanti – premendo l’apposito bottone possono entrare in posizione, mentre era sprovvista dello scudo anti-proiettile, visto che durante le riprese venne inserito un attore all’interno del bagagliaio che, a comando, alzava il portellone. Se questa foste l’auto che voi desiderate, le soluzioni purtroppo per voi sono poche: o aspettate che qualche proprietario o museo se ne disfi oppure, magari, vi arruolate nell’MI6 al servizio di Sua Maestà e sperate che Q ne abbia qualcun’altra in garage. A voi la scelta.

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Tags : Aston MartinBond's CarDB4DB5
Marco Perziani

The author Marco Perziani

Dal 1991 ossessionato dai motori. Vi parlo di nuove uscite, e narro storie. Tutto esclusivamente a base di cilindri, passione, odor di carburante possibilmente sulle note di un V10 aspirato.