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Red Bull spaventa? Per Piastri “Non sarà sempre come Imola”, per Norris McLaren “ha ancora debolezze”





Alla vigilia della prima giornata di prove libere del GP di Monaco, Oscar Piastri e Lando Norris sono parsi perfettamente consapevoli di una cosa: McLaren, stando a quanto visto a Imola, non può considerarsi del tutto al sicuro dagli attacchi di Red Bull e di Max Verstappen.

piastri norris monaco
© Clive Rose/Getty Images

Una battuta, subito dopo la fine del Gran Premio dell’Emilia Romagna, l’aveva lasciata cadere sul tavolo Lando Norris. “Quello che a Miami era stato il nostro più grande punto di forza non si è rivelato sufficiente per vincere questo weekend” – aveva dichiarato il #4 della McLaren dopo la bandiera a scacchi della gara di Imola, riferendosi alla gestione del degrado gomma“Questo dimostra quanto rapidamente le cose possano cambiare in Formula 1”.

A chi si chiede se quella di Norris sia stata della bieca pretattica oppure no sarà – anche – il Gran Premio di Monaco a fornire una risposta. La gara monegasca, così come quella catalana in programma nel fine settimana immediatamente successivo, avrà il compito di chiarire quali siano i valori in campo sulla griglia di partenza della Formula 1 dopo il “Cestello-Gate” che tanto sta facendo parlare di recente.

La FIA, come riportato da più parti, prima del Gran Premio dell’Emilia Romagna aveva infatti comunicato ai team tre nuove direttive tecniche. Due di esse – una in vigore già da Imola e l’altra verosimilmente in vigore a partire dal weekend di Montreal – dovrebbero riguardare il fondo, mentre la terza avrebbe come oggetto un chiarimento circa le soluzioni vietate (o concesse) per raffreddare al meglio i cestelli dei freni posteriori. La componente che, secondo i diretti avversari di McLaren, gli uomini di Woking avrebbero realizzato sfruttando al meglio una delle famigerate zone grigie del regolamento tecnico per contenere in modo esemplare il degrado termico dei propri pneumatici.

La questione dei cestelli sembrava essersi risolta dopo il Gran Premio di Miami, quando la Federazione, al termine di un’analisi approfondita della MCL39 di Oscar Piastri, aveva stabilito che tutti gli elementi della monoposto di Woking fossero conformi al regolamento. A riaprirla ancor prima della FIA, dopo che parecchi team si erano presentati sulle rive del circuito del Santerno con dei corner aggiornati proprio nel tentativo di replicare l’effetto ottenuto da McLaren, era stato però Pierre Waché. Il Direttore Tecnico di Red Bull Racing, interrogato dai media al termine dell’ottima prestazione di cui si era resa protagonista l’aggiornata RB21, si era infatti lasciato andare a una riflessione che in tanti avevano considerato sibillina. “Non sono convinto che i nostri aggiornamenti ci abbiano garantito un enorme miglioramento” – ha detto l’ingegnere francese – “Forse siamo rimasti sorpresi dal fatto che gli altri non siano andati meglio di così”. Quando nei giorni successivi a questa dichiarazione è però emerso che le direttive tecniche di cui sopra erano state inviate ai team il 13 maggio, eventualmente costringendo alcune scuderie ad adattarsi alla lettera delle nuove TD prima del weekend di Imola, tutto ha assunto un significato diverso. Quella di Waché, all’improvviso, non è parsa più una riflessione sibillina: è sembrata una vera e propria frecciata alla McLaren.

Tra le righe della frase del Direttore Tecnico di Red Bull, in attesa come tutti che la TD 018 sulle ali flessibili produca i suoi effetti a partire dal Gran Premio di Spagna, le notizie sulle direttive tecniche emanate prima della gara emiliana hanno fatto materializzare un “non detto” piuttosto: a Imola non è stata Red Bull a migliorare sensibilmente, dice Waché, ma è stata McLaren a perdere prestazione per via del suo doversi adattare a quanto specificato dalla Federazione. Un qualcosa che, se fosse vero, aprirebbe la porta a scenari che poche settimane fa sarebbero parsi assolutamente impensabili.

“Red Bull sta pian piano trovando un gran ritmo” – ha detto Piastri nel giovedì del GP di Monaco – “Ma non è detto che quanto successo la scorsa settimana debba necessariamente accadere in ogni altra gara. Quello di Imola era un layout che è sembrato adattarsi molto bene alla loro auto, vedremo cosa accadrà qui a Monaco”. Cruciale, a prescindere dall’effetto che l’introduzione della doppia sosta obbligatoria potrà avere sulla gara, sarà ancora una volta la qualifica. Scattare dalla pole position tra le strettissime e tortuose stradine del Principato può voler dire ipotecare la vittoria, e tutti i piloti che aspirano al successo monegasco sanno che gran parte delle chance ci se le gioca al sabato. Proprio il giorno in cui, nel corso del weekend, la McLaren MCL39 sembrerebbe essere più difficile da gestire.

“Credo che stiamo progressivamente imparando a domarla – ha dichiarato Piastri sul tema – “A Imola la macchina trasmetteva delle buonissime sensazioni in qualifica. Nonostante questo resta comunque un po’ complicata: la definirei ‘imprevedibile’ nel momento in cui si cerca il limite. È evidente che sia un’auto molto veloce, ma non è facile ottenere il massimo da una monoposto quando non riesci a prevedere esattamente il modo in cui si comporterà. Continua a migliorare, ma questa sua imprevedibilità è una caratteristiche che persiste”.

Se l’australiano sembra quindi convinto tanto del fatto che a Monaco ci si debba preoccupare quasi solamente della qualifica quanto del fatto che quella di Imola sia stata “solo” una gara molto favorevole alla Red Bull, un po’ meno rocciose sono parse le convinzioni di Lando Norris. Il #4 della McLaren ha chiaramente fiducia nelle potenzialità della sua MCL39, ma a differenza del compagno di squadra tiene sull’attenti il team ravvisando alcune debolezze sulla sua monoposto. “Il weekend di Imola ha dimostrato come siamo vulnerabili in alcune aree” – ha infatti detto Norris – “Abbiamo ancora delle cose su cui lavorare, nonostante in alcuni weekend positivi siamo stati davvero dominanti”. “Abbiamo chiaramente delle debolezze: ci concentriamo sulle cose positive, ma dobbiamo lavorare per migliorare questi aspetti. È così che funziona in F1”, ha concluso l’inglese.

Tanto Norris quanto Piastri avranno quindi a disposizione due fine settimana consecutivi per rimandare al mittente i pungenti commenti di Pierre Waché. Qualora le MCL39 dovessero risultare nuovamente dominanti vorrebbe dire che la creatura degli uomini di Woking è più forte di qualsiasi – o quasi – direttiva tecnica. In caso contrario, invece, sia il #4 che il #81 dovranno iniziare a guardarsi con una certa insistenza le spalle: Max Verstappen non aspetta altro che un passo falso McLaren per rientrare prepotentemente in corsa per il Titolo Mondiale.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1" e dell'agenzia di comunicazione FT Communication, sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi Racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow.