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Indycar, Laguna Seca: Dixon e le 8 caution





A Laguna Seca è sceso il sipario per la stagione 2023 di Indycar. Con il campionato già nelle mani di Palau con una gara di anticipo, nessuno aveva qualcosa da perdere così da aver messo in scena la gara più caotica dell’anno! Ad averla vinta è l’uomo con il temperamento più paziente, Scott Dixon della Chip Ganassi Racing nonostante una penalità per una collisione al primo giro.

Scott Dixon win in Laguna Seca for the 56 time in his career in Indycar
©️Penske Entertainment

La qualifica

Nella qualifica dell’IndyCar a Laguna Seca, Felix Rosenqvist ha ottenuto la pole position per il Gran Premio di Monterey. Rosenqvist, che lascerà la Arrow McLaren per unirsi alla Meyer Shank Racing nel 2024, ha registrato un incredibile tempo di 1m06.6416s, battendo Scott McLaughlin del Team Penske per soli 0.0097s. La prestazione di Rosenqvist è stata 4,9 secondi più veloce della pole position di Will Power dell’anno scorso sulla pista ripavimentata, con Scott Dixon della Chip Ganassi Racing che è stato l’unico pilota a optare per gomme più dure ma è stato superato alla fine.

Christian Lundgaard ha dimostrato la potenza della sua Honda #45 Rahal Letterman Lanigan Racing durante tutta la sessione di qualifica, con il suo miglior giro dei Fast Six a 1m06.7478s, conquistando il terzo posto in griglia. Newgarden è sceso al quarto posto con Dixon al quinto e il vincitore di Portland Alex Palou in sesta.

Inizio della gara

ll poleman Felix Rosenqvist (Arrow McLaren) non ha problemi alla partenza della sua ultima gara con il team, prima che Christian Lundgaard (Rahal Letterman Lanigan Racing) tamponasse McLaughlin nella battaglia per il secondo posto all’Andretti Hairpin, innescando una collisione multipla più indietro tra Marcus Armstrong (Chip Ganassi Racing) e il duo RLL Juri Vips e Graham Rahal che ha messo fuori gioco Josef Newgarden della Penske – che è stato sbalzato più volte nella ghiaia.

Scott Dixon della Ganassi ha fatto un cambio motore tardivo, che lo ha fatto scivolare all’undicesimo posto, ma ha colpito Rinus VeeKay (Ed Carpenter Racing) all’uscita della curva 2. Anche Kyle Kirkwood (Andretti) ha subito danni.

Al restart al giro 7, Rosenqvist ha condotto Palou, Will Power (Penske), Pato O’Ward (Arrow McLaren) e Colton Herta (Andretti Autosport, che sembrava aver saltato la partenza iniziale ma non è stato penalizzato).

Palou ha preso il comando alla fine di quel giro, spingendo Rosenqvist al terzo posto dietro Power – l’unico pilota con pneumatici diversi nei primi 10. La gara è presto tornata in regime di caution, quando Newgarden è andato in testacoda e poi contro le barriere all’uscita della curva 4.

Al restart al giro 12, Rosenqvist si è fatto strada oltre Power alla curva 2 e ha portato con sé O’Ward. Mentre Dixon (Ganassi) e Lundgaard sono stati sanzionati per il contatto al primo giro e hanno scontato una penalità di drive-through.

Herta ha mantenuto il quinto posto davanti a Romain Grosjean (Andretti), con Agustin Canapino (Juncos Hollinger Racing) salito al settimo posto dalla 19a posizione in griglia. McLaughlin si è ripreso al 12° posto dopo il suo viaggio nella ghiaia e effettuando il suo pit stop per cambiare gomme.

Palou è stabilmente primo davanti Rosenqvist a 9 secondi da lui nel primo quarto di gara, con O’Ward in terza posizione e ben distante dalla lotta tra Power e Herta. Palou ha vissuto un grande spavento quando Helio Castronevesnella sua ultima gara a tempo pieno in IndyCar per la Meyer Shank Racingè girato alla curva 2, poi si è rimesso in carreggiata e ha effettuato mezzo testacoda alla curva 3, dove si è rimesso di traverso davanti al leader della gara.

Rosenqvist ha fatto il pit stop dal secondo posto per montare pneumatici nuovi al giro 28, mentre O’Ward è entrato un giro dopo e ha mantenuto gli pneumatici morbidi.

Rosenqvist è stato poi tamponato alla curva 2 da Marcus Ericsson (Ganassi), bucando la sua gomma causando un’altra caution. Palou è entrato ai box, rientrando con un altro set di pneumatici morbidi, davanti a Power.

Un tentativo di restart al giro 27 è fallito quando Benjamin Pedersen (AJ Foyt Racing) è stato tamponato da Power e ha tamponato Callum Ilott (JHR) facendolo girare. Momenti dopo, l’auto di Santino Ferrucci della Foyt ha riportato dei danni in curva 1 a causa di un tamponamento da parte di McLaughlin, che aveva bisogno di un nuovo alettone anteriore.

Dal giro 42, metà gara

La gara è ripartita al giro 42 con Palou in testa a O’Ward, Grosjean e Canapino, dopo che Lundgaard (11°) e Dixon (13°) avevano effettuato il pit stop. Grosjean è uscito largo in curva 2, cedendo il terzo posto a Canapino e il quarto a David Malukas (Dale Coyne Racing) che ha poi subito riguadagnato con uno dei suoi sorpassi unici in questa pista.

O’Ward ha effettuato il pit stop al giro 58, pochi secondi prima che Malukas entrasse in collisione con Devlin DeFrancesco in curva 3, causando un’altra caution. Questo si è rivelato disastroso per Palou, che ha fatto il pit stop sotto bandiera gialla ed ha perso la leadership per un 15° posto.

Un altro tentativo di restart burrascoso ha portato Ferrucci e nella ghiaia all’ultima curva e una sesta caution. Tom Blomqvist (MSR) è stato costretto a fermarsi quando ha colpito DeFrancesco.

Ciò ha portato ad altri pit stop e a una lotta in pitlane tra Dixon e il compagno di squadra Armstrong che Dixon ha vinto.

Successivamente c’è un pessimo tentativo di restart dove si ripete la stessa storia con attori diversi: Ericsson ha tamponato il compagno di squadra Armstrong, dopo che il neozelandese è stato coinvolto in un altro incidente da Pedersen.

Cosi Pato O’Ward è leader della gara al restart con 23 giri alla fine, davanti Grosjean, DeFrancesco, Canapino, Callum Ilott (che si era girato all’ingresso dei box non troppi giri prima), Palou e Dixon. Grosjean ha superato O’Ward alla curva 2 per prendere il comando, mentre Palou ha avuto una brutta uscita dall’ultima curva, permettendo a Dixon di balzare al terzo posto, seguito da McLaughlin.

Un paio di giri dopo, Castroneves tampona Herta con problemi al cambio alla curva 3 facendo tornare la caution in pista. Grosjean e O’Ward effettuano il pit stop sotto bandiera gialla, perdendo tantissime posizioni, regalando a Dixon la testa della gara con McLaughlin, Ilott e Palou alle calcagna.

A 17 giri dalla fine Dixon prende il largo e guadagna decimi su decimi per la sua 54 esima vittoria in carriera.

Power e Rossi hanno superato Canapino, che aveva danni all’ala anteriore, per correre quinto e sesto rispettivamente.

Palou ha superato Ilott per il terzo posto con 12 giri rimasti, e Power lo ha declassato ulteriormente con quattro giri alla fine dopo che era uscito alla curva 9.

Nel frattempo, Dixon ha effettuato la sua terza e ultima sosta al giro 65. Questa si è rivelata una sosta in meno rispetto a McLaughlin. Nel frattempo, Palou non è riuscito a guadagnare abbastanza terreno nelle fasi finali della gara per trasformare la sua strategia a due soste nel recupero di Dixon o McLaughlin, poiché gli ultimi 17 giri della gara sono stati condotti sotto bandiera verde.

Dixon ha preso il comando in modo definitivo al giro 76 quando Romain Grosjean ha effettuato l’ultima sosta.

©️INDYCAR MEDIA

I record del weekend

Abbiamo assistito ad una delle gare più caotiche degli ultimi anni con 432 sorpassi in pista, un record della serie INDYCAR per questo pittoresco circuito che presenta il famoso complesso di curve “Corkscrew”.

Un altro record assoluto sono state le 8 caution sventolate in un unico gran premio, con la pace car che ha avuto addirittura bisogno di rifornimento tra una bandiera gialla e l’altra, un immagine totalmente eccezionale.

Per concludere abbiamo la terza vittoria per il pilota neo-Zealandese nelle ultime 4 gare, arrivando a 56 vittorie in carriera, confermando la serie di 17 stagioni consecutive in Indycar con almeno una vittoria in ognuna. Inoltre è avvenuta la consacrazione di Alex Palou incoronato per la seconda volta campione di Indycar nella sua terza apparizione al campionato.





Tags : indycarlaguna secaMonterayScott Dixon
Imma Aurino

The author Imma Aurino

Classe '97, la passione per i motori mi accompagna fin da bambina grazie a mio padre. Studio comunicazione a Torino dopo tante scelte sbagliate, ma almeno questa sembra essere quella giusta.