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La manovra geniale di Ross Chastain: fa la curva in appoggio sul muro e guadagna 5 posizioni!





Se seguite “Andare a pesca con un’Audi R18” e leggete gli articoli di Fuori Traiettoria è quantomeno probabile che, almeno una volta nella vita, vi siate messi alla prova con dei videogiochi di corse. Se siete coetanei di chi, come colui che scrive, è nato nella prima metà degli anni ’90, è altrettanto probabile che siate cresciuti non con i sofisticati e realistici Assetto Corsa e iRacing ma con i primi capitoli – dal sapore straordinariamente arcade – di molti videogiochi diventati poi clamorosamente famosi. 

chastain
© NASCAR

Io, per esempio, sono cresciuto a latte e Nesquik, Gocciole e Gran Turismo. Del quale, almeno fino a una certa età, ho tremendamente apprezzato il suo essere privo del concetto di “danni”. Non importava a quale velocità colpissi un muretto o frombolassi l’avversario che osava essere ancora davanti a me all’ultima curva dell’ultimo giro, la mia fida vetturetta sarebbe rimasta pura e immacolata consentendomi così di tagliare il traguardo in prima posizione.

Gran Turismo, ovviamente, non era l’unico gioco in cui l’idea del danneggiamento delle auto non era ancora riuscita a farsi del tutto strada. Molti altri titoli videoludici di quel periodo infatti, sacrificando il realismo sull’altare del divertimento, nella loro fisica di gioco si facevano beffe di almeno il 95% delle leggi della fisica reale, permettendoci di sperimentare le più disparate e utopistiche tecniche di guida. Una delle migliori, che consentiva di affrontare le curve a velocità siderale, era quella dell’… Appoggio Sul Muretto. Inutile che scuotiate la testa al suono di “Io non l’ho mai fatto”, i vostri joystick e le vostre console sarebbero pronte a giurare e spergiurare tutto il contrario.

La sopracitata tecnica era tanto semplice quanto efficace: confidando nella totale indistruttibilità del proprio mezzo, invece di impostare una staccata perdendo dunque tempo nella frenata e nella ricerca della corda ci si lanciava a vita persa contro il muretto di cemento – o il rail di metallo -, percorrendo tutta la curva appoggiandosi su di esso senza minimamente preoccuparsi né di chiudere o parzializzare il gas né di sterzare in una qualche direzione. Ricordi di un certo spessore. Nonché ricordi che, nella giornata di ieri, Ross Chastain ha incredibilmente trasformato in realtà nel round di Martinsville della NASCAR Cup Series. 

L’americano, che come volevasi dimostrare è un classe 1992, alla vigilia del weekend di gara sul circuito più corto e compatto dell’intero campionato era in lizza per un posto nella “Championship 4”, una ristretta cerchia di piloti che il prossimo fine settimana avranno la possibilità di giocarsi il titolo a Phoenix, in Arizona. Chastain, com’era facile immaginare, non era l’unico a essere matematicamente in lotta per conquistare uno degli ambiti quattro posti: assieme al pilota del Trackhouse Racing Team si giocavano infatti l’accesso alla “Championship 4” anche Chase Elliott, William Byron, Denny Hamlin, Ryan Blaney, Christopher Bell e Chase Briscoe, tutti alla ricerca di un posticino sotto il sole di Phoenix.

Quella che potrebbe essere senza troppi dubbi definita la manovra più geniale dell’anno è andata in scena, come nella migliore delle storie, durante l’ultimo dei 500 giri di gara previsti nel minuto ovale di Martinsville. Chastain, che allo sventolare della bandiera bianca occupava la 10^ posizione, era in quel momento escluso dalla ambita “Championship 4”: Denny Hamlin, 4° all’inizio dell’ultimo giro, per soli due punti lo avrebbe estromesso dalla sfida finale per il titolo piloti della NASCAR. 

Chastain, tuttavia, non ha avuto esitazioni, decidendo in un solo istante di meravigliosa follia di gettare il cuore oltre l’ostacolo e… la macchina contro il muretto. In Curva 3 l’americano non ha infatti minimamente accennato a frenare o a impostare la curva: è andato dritto come un fuso verso le barriere – colpite non troppo delicatamente con la parte destra della sua Camaro – e ha eseguito in modo magistrale la segreta e sacra tecnica dell’Appoggio Sul Muretto. Perfettamente consapevole della scarsa agilità in curva delle NASCAR, Chastain ha deciso di giocarsi il tutto per tutto scommettendo sulla maggiore velocità di percorrenza che avrebbe avuto compiendo una simile visionaria manovra. Gli avversari, esterrefatti così come spotter, tifosi e addetti ai lavori, non hanno potuto nulla: l’americano del Trackhouse Racing Team, in confronto a loro, era un proiettile. 

La riprese – tanto onboard quanto esterne – hanno dato la misura della genialità di Chastain ancor più di quanto non sia riuscita a fare la classifica. Le altre auto sembrano infatti letteralmente ferme rispetto alla Camaro #1, che pur percorrendo parecchia strada in più affronta la curva a una velocità forse doppia guadagnando 5 posizioni, sopravanzando proprio quel Denny Hamlin e conquistando così l’accesso alla famosa “Championship 4”. Sensazionale. 

“Se avessi mai pensato di fare una manovra di questo tipo prima d’ora? Beh, quando ero piccolo ho giocato moltissimo a NASCAR 2005 sul Game Cube insieme a mio fratello, e lì riesci a cavartela quando fai una manovra del genere” – ha risposto un raggiante Chastain a fine gara a chi gli chiedeva come gli fosse saltata in mente un’idea simile – “Ovviamente non sapevo se avrebbe funzionato o meno, l’ultima volta che l’ho fatta avevo otto anni. Però ecco, ho messo la quinta in uscita di Curva 2 e ho chiesto se avessimo bisogno di un qualcosa del genere: mi hanno detto di sì e io l’ho fatto. Non avevo idea di chi fosse al comando, ho semplicemente preso una decisione subito dopo avere messo la quinta. Ero assolutamente convinto di fare quello che ho fatto. Non si è trattato di nulla di particolare: ho semplicemente lasciato il volante, sperando di non sbattere in qualche accesso di servizio nascosto tra le barriere o in qualcosa del genere. Ma ribadisco, volevo assolutamente fare la curva nel modo in cui mi avete visto farla”.

Chi sa, Ross, non ha avuto alcun dubbio in merito. Chi non sa, invece, si dice ancora stupito dal fatto che tu non solo ti sia guadagnato così l’accesso alla “Championship 4”, ma che tu in 18″8 abbia anche firmato il giro più veloce. A costoro, a chi si azzarderà anche in futuro a sostenere che no, i videogiochi non servono a nulla, potremo raccontare questa storia, la tua storia: quella di Ross Chastain e della sacra tecnica dell’Appoggio Sul Muretto nell’ovale di Martinsville.





Tags : chastainmartinsvilleNASCARNASCAR 2022ross chastain
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow