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Drugovich si consacra, MP è campione, Sargeant sale in F1. Il punto sulla F2 ad Abu Dhabi





Il weekend della F2 di Abu Dhabi è stato abbastanza intenso e, nonostante il titolo fosse già stato conquistato, c’erano comunque delle storie ancora aperte, che hanno tenuto banco nel corso del finesettimana arabo. Tra vincitori, sconfitti e uno sguardo sul futuro, ecco quali sono stati i punti salienti delle due gare disputate a Yas Marina.

F2 Abu Dhabi
Credits: FIA Formula 2

La consacrazione di Drugovich

Il weekend di Abu Dhabi del fresco campione di categoria è stato sicuramente da incorniciare: venerdì ha debuttato in una sessione ufficiale di F1 al volante dell’Aston Martin, mentre nelle due gare di sabato e domenica di F2, non pago della vittoria del campionato, ha messo in mostra due prestazioni maiuscole, giungendo terzo in rimonta nella Sprint Race, mentre nella Feature Race ha lottato fino all’ultimo con Iwasa per cercare di abbandonare la F2 con un successo, anche se la strenua difesa del giapponese (forse troppo eccessiva) l’ha costretto a desistere. Comunque un finesettimana positivo per il brasiliano, che ha conquistato abbastanza punti da permettere alla MP Motorsport di ottenere il primo titolo a squadre in F2 della sua storia: un successo arrivato quasi interamente grazie a Drugovich, che dei 305 punti messi in cascina dal team ne ha portati a casa ben 265, a fronte dei soli 40 di un impalpabile Novalak. Il fatto che questo pilota sia costretto non solo a stare a piedi il prossimo anno, ma anche a non sapere se riuscirà mai a salire su una F1, mette in luce l’annoso problema dei pochi posti della categoria regina, incapace di accogliere tutti quelli che si affacciano dalla categoria cadetta.

Torelli alla riscossa

A vincere le due gare del weekend della F2 ad Abu Dhabi sono però stati i due piloti della Red Bull, Liam Lawson e Ayumu Iwasa: il neozelandese, anche lui protagonista nelle FP1 della categoria superiore, ha vinto nella Sprint Race dopo essersi sbarazzato di Verschoor, mentre nella Feature, grazie all’azzeccata strategia di anticipare il pit stop, è riuscito a risalire in terza posizione, conquistando un doppio podio che gli ha permesso di artigliare all’ultimo la top 3 del campionato. Risultati che, insieme ai doppi punti di Sargeant, hanno permesso alla Carlin di superare in extremis la ART in seconda posizione del campionato team

Iwasa, invece, dopo aver conquistato la seconda pole stagionale al fianco del sorprendente compagno di squadra Nissany, ha mantenuto la testa nella Sprint Race, difendendosi strenuamente da un arrembante Drugovich, anche accompagnandolo fuori nel corso dell’ultimo giro, manovra che i giudici di gara hanno però considerato regolare. Il nipponico ha così chiuso al quinto posto in classifica generale, secondo tra i rookie, con due vittorie, due secondi e due terzi posti, ben figurando, anche se per il momento, così come Lawson, non ha un contratto per il prossimo anno. Ci aspettiamo un annuncio a breve, perché entrambi hanno dimostrato carattere e, potrebbero essere della partita per il prossimo campionato.

Sargeant, che fatica!

E arriviamo all’uomo che aveva in mano il suo destino. Sargeant era chiamato ad ottenere la fatidica Superlicenza per strappare l’ultimo biglietto rimasto per la F1. L’impresa non era così complicata, ma ovviamente un conto è dirlo, un altro è farlo. E alla fine Logan ce l’ha fatta, anche se l’americano, forse intontito dall’enorme pressione, non è stato brillantissimo, limitandosi a gestire per non mandare tutto all’aria. Nella Sprint Race è stato un po’ troppo guardingo e ha evitato di attaccare Cordeel, chiudendo solo sesto (approfittando però dell’incidente del diretto rivale Fittipaldi), mentre nella Feature Race ha sudato freddo: il pit stop anticipato di Lawson e un redivivo Hauger l’hanno spinto ai margini della zona punti, lasciandolo aggrappato ad un filo sottilissimo. La Dea Bendata si è però decisamente ricordata di lui, premiandolo: Pourchaire è stato costretto all’ennesimo ritiro per noie tecniche, mentre Doohan, che l’aveva sopravanzato con la strategia “inversa” Dura-Morbida, è stato incredibilmente costretto a fermarsi perché i suoi meccanici ai box non avevano avvitato l’anteriore sinistra. Così, con i principali piloti che potevano ostacolarlo fuori, Sargeant ha chiuso al quinto posto, giungendo alla fine quarto in campionato e primo tra i rookie.

Certo, abbiamo parlato di Dea Bendata, ma in realtà, come diceva Enzo Ferrari, la fortuna non esiste, al massimo tutto si compensa. E probabilmente è vero per Sargeant, che all’inizio del 2021 aveva rischiato di non correre più in monoposto per mancanza di fondi. Sargeant è uno che ha fatto la gavetta vera, correndo anche nell’ELMS. Non ha ancora vinto un campionato, ma dove ha corso è sempre stato tra i protagonisti: secondo nel campionato di F4 UAE nel 2017, terzo lo stesso anno in quello britannico, ancora terzo in F3 nel 2020 e con anche un gradino più basso del podio conquistato nel prestigioso GP di Macao del 2019, l’ultimo disputatosi con vetture di F3. Logan sarà il 153esimo pilota statunitense della storia (numero inflazionato dalle dieci edizioni della Indy 500 valevoli per il mondiale e in cui correvano quasi solo americani), il primo dal 2015 dopo Alexander Rossi: vedremo cosa gli riserverà il futuro.

Gli sconfitti: Pourchaire e Doohan

Protagonisti in negativo di questo finale di stagione di F2 ad Abu Dhabi sono stati proprio loro, due dei piloti più attesi: Pourchaire è stato abulico nella Sprint Race, mentre nella Feature ha subito l’ennesimo problema tecnico mentre era in zona punti. Nelle ultime sette gare ha conquistato solo due punti, un bottino magrissimo, tra rotture, incidenti e qualifiche sbagliate, che l’ha non solo tolto matematicamente dalla lotta per il titolo, ma ha anche reso un macigno il distacco accusato da Drugovich, 101 punti. Non è stata totalmente colpa sua, ma la sensazione è che colui che doveva essere il vincitore designato si sia lasciato sfuggire l’occasione della vita. Qualche tempo fa aveva detto che nel 2023 non avrebbe continuato in F2; forse ha cambiato idea, fatto sta che al momento il suo sedile è vacante.

Doohan invece era in lotta per il titolo di Rookie of the Year, che, in un campionato in cui le vetture restano le stesse per diversi anni, e in cui di esordienti ce ne sono tanti, conta parecchio. Nella Feature le cose si erano messe bene per lui, sembrava lanciato verso un piazzamento in top 5, ma l’errore dei meccanici l’ha pagato carissimo. Peccato, ma questo australiano mezzo figlio d’arte (mezzo perché il padre correva con la metà delle ruote) ha dimostrato davvero tanto questa stagione, in cui è stato anche promosso nelle gerarchie Alpine per via del Piastrigate. Certo però, verrebbe da chiedersi se sia un bene per lui rimanere proprio in quella academy, visto quanto successo quest’estate…

L’anno che verrà

Restano alcune considerazioni da fare sul mercato del prossimo anno. Partente Drugovich in direzione simulatore Aston Martin, vista la regola che impedisce al vincitore della F2 di difendere il titolo, il suo posto sarà preso da Hauger, campione di F3 la passata stagione, a tratti convincente ma sostanzialmente rimandato; al suo fianco potrebbe esserci il suo (ormai) ex compagno Daruvala, ma non è ancora detto (anche se farà i test con la squadra olandese). Sicuramente però, l’indiano non tornerà in Prema, perché il team veneto ha già completato la sua line up, schierando Vesti (che aveva già corso per loro nel 2019 e nel 2020 rispettivamente in FREC e in F3) e il ragazzo prodigio Bearman, che soli dodici mesi fa era ancora in F4 e per cui l’autore dell’articolo ha un debole da quando l’ha visto correre dal vivo. Le uniche altre conferme al momento sono quelle di Boschung (che oramai sta alla F2 come Thomas Luthi stava alla classe di mezzo) e di Kush Maini in Campos, di Novalak in Trident e di Arthur Leclerc in DAMS. Il monegasco non è che abbia particolarmente brillato nel corso della sua campagna in F3, anche se non ha nemmeno sfigurato, ma se vorrà affiancare il fratello in F1 dovrà decisamente darsi da fare.

Per il resto, restano solo ipotesi: sembra scontato che Martins salirà in ART (forse al fianco di Pourchaire) dalla F3, così come Maloney, che ha già corso questo weekend in Trident (anche se non ha eccelso), dovrebbe rimanere nel team italiano. Un altro che quasi sicuramente salirà è Hadjar, probabilmente rimanendo in Hitech, mentre sembra che Doohan possa restare al suo posto in Uni Virtuosi. Infine, non è chiaro il futuro di Correa, che dopo il round di Yas Marina potrebbe tornare in Formula 2 a tempo pieno. Non ci resta che attendere quindi gli annunci che si susseguiranno nel corso dell’inverno, anche se in realtà potremmo farci un’idea già questa settimana con i test post stagionali di F2 di Abu Dhabi. E quindi, ci rivediamo a marzo. Buone vacanze gente!





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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.