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F1, analisi qualifiche GP Brasile: quando il gioco si fa duro Verstappen non sbaglia





Max Verstappen ha conquistato l’undicesima pole position stagionale nel corso delle qualifiche del GP del Brasile. L’olandese è stato il più bravo nel Q3, quando la tempesta che si stava spostando verso il circuito ha reso le condizioni della pista particolarmente insidiose. Vediamo dove il tre volte campione del mondo ha fatto la differenza in questa analisi delle qualifiche del GP del Brasile di F1.

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Le condizioni meteo con le quali è iniziato il Q3 | © F1/FOM

Le condizioni della pista sono peggiorate sensibilmente nella Q3: la temperatura della pista si è abbassata sensibilmente mentre il vento si è alzato. Molti piloti hanno commesso degli errori per via della pista molto più lenta. Verstappen è stato ben 6 decimi più lento rispetto al suo miglior giro in Q2 ed è stato quello che ha perso di meno! Vediamo cosa hanno combinato gli altri, ma prima di tutto ecco qui sotto una mappa del circuito per avere i riferimenti delle curve.

Mappa circuito © F1/FIA

Quando il gioco si fa duro, Verstappen non sbaglia

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Analisi qualifiche GP Brasile F1: le condizioni della pista sono peggiorate sensibilmente nel Q3

Per avere un’idea di quanto sia cambiata la pista nei pochi minuti che separano la Q2 dalla Q3 confrontiamo i due migliori giri di Verstappen nelle due sessioni. In blu il Verstappen del Q3 e in bianco quello del Q2. Si nota come, nonostante inizialmente l’olandese stesse andando più veloce rispetto al suo miglior tempo della sessione precedente, a partire da curva 8 abbia iniziato a perdere parecchio. La differenza di velocità è diventata molto evidente nell’ultimo settore dove il #1 ha perso addirittura più di 3 decimi in un settore da 16 secondi formato praticamente da una sola curva e un rettilineo. Ciò non deve sorprendere dal momento che il maltempo stava arrivando da ovest.

Il maltempo abbattutosi sul circuito di Interlagos

Ora vediamo dove gli altri piloti che hanno raggiunto la Q3 hanno perso rispetto a Verstappen

Leclerc massimizza il potenziale della Ferrari: buona in rettilineo, meno in curva

Leclerc è stato il pilota che si è avvicinato di più a Verstappen: il monegasco ha sfruttato al massimo le buone doti velocistiche della Ferrari in rettilineo per rimanere vicino ai tempi dell’olandese nel primo e terzo settore, ma nulla ha potuto contro il rivale della Red Bull nelle curve 4 (Descida do Lago) e 6 (Ferradura). Dal grafico dell’acceleratore si nota anche come il #16 abbia provato ad andare prima di Verstappen al 100% dell’acceleratore tra curva 6 e 7, ma sia stato costretto a scendere di nuovo al 70% subito dopo. In questa curva si nota una caratteristica già vista nel corso dell’anno, ovvero un Verstappen che alza il piede in modo più deciso in ingresso curva e parzializza quando deve tornare sul gas fino ad arrivare al 100% mentre Leclerc “gioca” di più con il pedale probabilmente per porre una pezza ai limiti della sua vettura.

Aston Martin: ben tornato Stroll! Bene anche Alonso

Le due Aston Martin hanno perso la maggior parte del tempo in curva 4 e curva 6, come un po’ tutti del resto. I due piloti hanno fatto due giri abbastanza simili, ma Stroll è riuscito a portare leggermente più velocità nelle varie curve ad accezione dell’ultima in cui è stato ben 9 km/h più lento dello spagnolo: un errore che per sua fortuna non gli è costato niente dal momento che il vantaggio sul compagno di squadra a quel punto del giro era abbastanza ampio da garantirgli la terza posizione

Analisi qualifiche F1 Brasile: Mercedes con un buon carico regge in curva, ma perde troppo sul dritto

Le due Mercedes sono state le due monoposto che hanno perso meno da Verstappen nelle già citate curve 4 e 6 mentre si sono dimostrate addirittura più veloci del campione del mondo in altre zone come curva 1, 10 e 12. La squadra tedesca però si porta dietro sempre lo stesso problema della mancanza di velocità in rettilineo. Hamilton e Russell infatti hanno fatto segnare le velocità massime più basse di tutti nel corso della sessione: solo 328 km/h.

La velocità massima non è il punto forte della Mercedes | © ftdatavisualization

Analisi qualifiche F1 Brasile: le due McLaren buttano via tutto all’ultima curva

I due piloti McLaren sono giunti all’ultima curva quando ormai stava iniziando a piovere e, purtroppo per loro, hanno buttato via una grandissima occasione. In ingresso di curva 12 infatti Norris era ad appena 252 millesimi dal tempo di Verstappen mentre Piastri a 662 millesimi: due giri che avrebbero permesso all’inglese di lottare con Leclerc per la prima fila e all’australiano di lottare con la due Aston Martin. Purtroppo per loro però curva 12 ha giocato un brutto scherzo. Norris ha commesso un errore in uscita perdendo tantissimo tempo sull’allungo successivo. Come se ciò non bastasse il #4 ha anche aperto il DRS con discreto ritardo, andando a perdere ulteriore tempo rispetto a tutti gli altri. L’inglese ha perso addirittura un secondo in questo disastroso terzo settore, facendo segnare un 17.717s contro il 16.709s di Verstappen. Peggio ancora è andata a Piastri, finito sull’erba senza far segnare un tempo cronometrato. Le due McLaren scatteranno dalla settima e decima posizione domenica, ma in questo venerdì hanno fatto intravedere un grande potenziale: chissà se riusciranno a regalarci qualche sorpresa nel corso della qualifica Shootout di sabato.

Sainz 25 km/h più lento di Verstappen in curva 6 e 20 km/h in curva 4!

Sainz è stato forse il pilota che è stato messo più in difficoltà dal variare delle condizioni meteo. Lo spagnolo ha pagato oltre 20 km/h nelle due curve veloci del secondo settore perdendo moltissimo tempo. Dal grafico dell’acceleratore notiamo come lo spagnolo sia stato costretto addirittura a frenare in curva 6, verosimilmente dopo un controllo.

Perez, i problemi sono come gli gnu: si muovono in branchi

La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo” direbbe qualcuno. “Piove sempre sul bagnato” direbbe qualcun altro. “I problemi sono come gli gnu: si muovono in branchi” ha scritto l’autore dell’articolo. Insomma, in qualunque modo la vogliate mettere il concetto è lo stesso. Nonostante non stesse facendo un giro proprio eccezionale (14 km/h e 15 km/ più lento del compagno di squadra in curva 4 e 6), Perez era a soli 4 decimi da Verstappen dopo i primi due settori. Un tempo buono, che gli avrebbe permesso di piazzarsi davanti o in mezzo alle due Aston Martin. Purtroppo per lui invece Piastri ha avuto la brillante idea di andare lungo in curva 12 e il messicano, fresco di ritiro nel Gran Premio di casa, ha dovuto alzare il piede perdendo ben 1.2 secondi nell’ultimo settore. Si potrebbe obiettare dicendo che non è sfortuna, ma che se esci per ultimo quando sta per arrivare il cosplay brasiliano dell’uragano Katrina un po’ te le cerchi. E in fondo è anche vero, ma dato che la bandiera gialla è rimasta solo per qualche secondo vuol dire che anche un pizzico di sfortuna c’è stata. Va beh, anche questa volta sarà per la prossima volta.

I problemi sono come gli gnu: si muovono in branchi

Un proverbio che spero possa trovare spazio nei libri di paremiologia delle civiltà future

Chiudiamo con le animazioni delle telemetrie della qualifica sulle note di Mas Que Nada di Sérgio Mendes e i grafici delle velocità minime in curva nel corso della sessione.





Tags : Analisi Tecnicaf1f1 2023gp brasileverstappen
Fabio Catalano

The author Fabio Catalano

Appassionato di motorsport e dinosauri, motivo per cui provo a inserire riferimenti a questi ultimi negli articoli di Formula 1. D’altronde se lo fa AO Racing posso farlo anche io