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Formula 1

Toto Wolff critico: “In Drive To Survive distorcono la narrazione: creano scene mai accadute”





Ormai ufficialmente decollata dalla rampa di lancio, la quarta stagione di Drive To Survive ha ricevuto le critiche di Toto Wolff, Team Principal della Mercedes. “Creano una distorsione nella narrazione: mettono insieme scene che non sono accadute“, ha infatti tuonato il manager ed ex pilota austriaco.

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© Sebastian Kawka

La nuova stagione della popolare serie di Netflix è stata messa a disposizione degli appassionati proprio oggi, venerdì 11 marzo. Nel corso degli ultimi anni, la docuserie della nota piattaforma di streaming ha visto accrescere in maniera costante il suo pubblico ed è diventata un vero appuntamento imperdibile per gli amanti della F1, attraendo un sempre più grande numero di fan in giro per il mondo. Un simile successo induce a pensare che di “Drive To Survive” possa parlarsene solamente in termini positivi, ma così non è. L’opinione di Toto Wolff, intervistato sul tema dall’Indipendent.IE, è infatti tutt’altro che entusiasta. Il Team Principal della scuderia Campione del Mondo Costruttori ha espresso alcuni commenti critici in relazione alla trasposizione cinematografica della stagione di F1 realizzata da Netflix: “È spaventoso quanto li abbiamo fatti entrare nei nostri box. Odi vederti lì dentro. Creano una distorsione nella narrazione. Hanno messo insieme scene che non sono accadute. Immagino che anche tu, da insider, diresti che è ​​diverso da come realmente era. Stiamo creando un vero e proprio show, e questa è una nuova dimensione dell’intrattenimento.” Lo stesso Toto ha poi aggiunto: “Sto guardando attualmente gli episodi uno e due, e la odio. Attualmente stiamo partecipando allo spettacolo, e la nostra presenza nella serie è gradualmente cresciuta. Non ho mai voluto avere le telecamere costantemente puntate in faccia. Si tratta di una parte del mio lavoro, ma io poi ho bisogno di parlare delle auto e del lato business della Formula 1. All’improvviso oltretutto ti rendi conto di essere diventato così famoso in tutto il mondo con un nuovo pubblico, un pubblico più giovane”.

Wolff ha poi continuato l’intervista contrapponendo le difficoltà cinematografiche al risalto mediatico che la docuserie Netflix ha dato al mondo della F1, specialmente in America: “È piuttosto interessante perché la Formula 1 dal nostro punto di vista è sempre stata uno sport globale: grande in Europa, grande in Sud America, grande in Asia e in Medio Oriente. In un certo senso, non abbiamo mai avuto accesso o conquistato il pubblico americano. La mia teoria, ai tempi, era che servisse molto tempo a uno sport per affermarsi all’interno di un Paese. La Formula 1 è uno sport di nicchia: si base su nuove tecnologie e spesso per comprenderla del tutto occorre un buon livello di conoscenza. Ho pensato che avremmo raggiunto prima il pubblico delle grandi città, come New York, ma non ci siamo riusciti. Poi Liberty ha preso il sopravvento, ma nonostante questo non è riuscita a spostare molto. Successivamente è arrivato Netflix. È arrivato il covid. La gente ha iniziato a guardare e improvvisamente abbiamo questo enorme slancio negli Stati Uniti che nessuno si aspettava.” A proposito dell’interazione con gli spettatori, invece, Wolff ha notato come anche l’approccio relativo alle fasce di pubblico in termini di età sia cambiato: “Tutti i dati demografici sono importanti. In passato Bernie Ecclestone diceva: ‘Non sono interessato a chi ha tra i 15 e i 35 anni perché non sta acquistando Rolex dal mio sponsor‘. Ovviamente tutto questo è cambiato perché, dopo l’avvento dei social media, è invece proprio questa la fascia demografica dove sta il grande pubblico. Questo sta guidando le ricerche a livello di marketing, perché sono le future fasce su cui puntare.”

In ultima istanza Toto Wolff si è espresso anche sul tema caldo legato all‘invasione della Russia in Ucraina e sulle conseguenze che ciò ha generato nel mondo dello sport – nel caso specifico, nel mondo della F1 – con la conseguente cancellazione del GP di Russia a Sochi: “Sono triste per il pubblico russo che si è divertito a guardare la Formula 1 e per una popolazione che forse non ha alcun interesse per la geopolitica o altro. Come società siamo guidati dal profitto, dobbiamo necessariamente guardare al lato economico, però c’è un limite a tutto”.





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Marco Perziani

The author Marco Perziani

Dal 1991 ossessionato dai motori. Vi parlo di nuove uscite, e narro storie. Tutto esclusivamente a base di cilindri, passione, odor di carburante possibilmente sulle note di un V10 aspirato.