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Formula 1

Tutti i Mondiali di Formula 1 assegnati di sabato





Max Verstappen, nel prossimo Gran Premio del Qatar, potrebbe vincere il suo terzo titolo iridato di Formula 1 già al sabato, nel corso della gara sprint. Sarebbe ovviamente la prima volta in assoluto nel caso succedesse, ma non sarebbe la prima occasione in cui il Mondiale viene assegnato di sabato. Fino a metà degli anni 80, infatti, non era infrequente che alcune gare si disputassero in tale giorno, specie quelle nei paesi anglofoni, quali il Regno Unito, gli Stati Uniti o il Sudafrica. Siete curiosi di scoprire quante altre volte il titolo è stato ottenuto in un giorno diverso dalla domenica? Beh, vediamolo insieme.

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1. Gran Premio di Gran Bretagna 1955

Il Mondiale di Formula 1 1955 fu condizionato dalla tragedia della 24 Ore di Le Mans, quando la Mercedes di Pierre Levegh urtò un doppiato dopo un incomprensione con il leader della corsa Mike Hawthorn e volò tra il pubblico. Ci furono ben 84 morti, tra cui lo stesso Levegh, e 120 feriti, in quella che è considerata la più grande tragedia della storia delle corse automobilistiche, e questa ebbe ripercussioni enormi: la Svizzera, per esempio, bandì le competizioni automobilistiche su circuito, la Mercedes decise di uscire dalla Formula 1 e dalle corse in generale, e diverse gare furono cancellate, tra cui i Gran Premi di Germania, Spagna e, appunto, Svizzera di Formula 1.

La cancellazione avvenne però dopo il Gran Premio di Gran Bretagna, svoltosi sabato 16 luglio, e che divenne quindi, a posteriori, la penultima gara del mondiale. Juan Manuel Fangio, che aveva vinto fino a quel momento in Argentina, in Belgio e nei Paesi Bassi, si qualificò secondo, a due decimi dal compagno di squadra in Mercedes Stirling Moss, e tale distacco emerse anche a fine gara, con l’inglese che conquistò la sua prima vittoria in carriera capeggiando un poker Mercedes: dietro di lui e Fangio, chiusero terzo Karl Kling e quarto Piero Taruffi, con la Maserati di Luigi Musso unica macchina non della Stella a Tre punte in top 5. In quel momento Fangio non vinse il titolo, ma, appunto, la successiva cancellazione delle tre gare sopracitate lo portarono matematicamente a vincere il campionato qualche settimana dopo. Per non farsi mancare niente, l’argentino vinse anche l’ultima gara a Monza, chiudendo la stagione con quattro vittorie e un secondo posto in sei gare disputate.

2. Gran Premio degli Stati Uniti 1959

Andato in scena sabato 12 dicembre, il GP degli Stati Uniti 1959 rappresentò una pietra miliare. Per la prima volta, infatti, si corse un Gran Premio degli Stati Uniti di F1 con tutti quanti i partecipanti: fino a quel momento, infatti, la 500 Miglia di Indianapolis faceva parte ufficialmente del calendario, ma i piloti europei la evitavano regolarmente. Questa volta, invece, la gara di Sebring (unica volta che la Formula 1 corse qui) vide la partecipazione di tutti i principali piloti del campionato, e a ragion veduta: essendo l’ultima gara in campionato, il titolo piloti era ancora in ballo con tre contendenti: Jack Brabham della Cooper a 31 punti, Stirling Moss della BRM a 25.5 e Tony Brooks della Ferrari a 23.

In qualifica Moss ottenne la pole staccando Brabham di ben 3 secondi (il tempo sul giro era di oltre 3 minuti!), mentre Brooks si schierò quarto. L’inglese mantenne la testa per i primi cinque giri, ma poi fu costretto al ritiro per un guasto alla trasmissione. Brabham andò al comando e vi rimase fino al penultimo giro, ma incredibilmente la sua vettura si ammutolì senza carburante proprio negli ultimi metri! L’australiano scese quindi dalla macchina e la spinse fino alla linea del traguardo, che tagliò in quarta posizione: il terzo posto di Brooks gli consentì però di fregiarsi del suo primo titolo mondiale. La gara fu vinta invece da Bruce McLaren, al primo successo in carriera, che divenne all’epoca, a 22 anni e 104 giorni, il pilota più giovane della storia ad aver vinto un GP (escludendo Troy Ruttman che aveva vinto la Indy 500 nel 1952): tale record fu battuto solo nel 2003 da Fernando Alonso, e ad oggi solo lo spagnolo, Verstappen, Vettel e Leclerc sono stati più precoci del neozelandese.

3. Gran Premio del Sudafrica 1962

La nona tappa del mondiale 1962 si disputò addirittura il 29 dicembre, sul circuito Prince George di East London. Fu la prima volta che il Sudafrica ospitava una gara iridata, e venne collocato alla fine della stagione. Il titolo formalmente era ancora in palio, ma i nove punti di vantaggio di Graham Hill su BRM nei confronti di Jim Clark su Lotus gli consentivano di vincere con qualunque risultato, purché lo scozzese non avesse vinto la gara.

E andò addirittura meglio delle aspettative. Clark, deciso a tentare un’ultima offensiva, conquistò la pole, e condusse la gara fino al giro 62, quando una perdita d’olio lo costrinse al ritiro. Ad ereditare la leadership fu proprio Hill, che condusse fino alla bandiera a scacchi davanti a McLaren e al sudafricano Tony Maggs, vincendo gara e titolo.

4. Gran Premio di Las Vegas 1981

Bisogna attendere 19 anni prima che il Mondiale torni ad essere assegnato di sabato. Lo scenario è il dimenticabile e nuovissimo circuito di Las Vegas, ricavato nel parcheggio del Caesar Palace, la data è il 17 ottobre. Giunti all’ultimo round del campionato, ci sono ben tre piloti in lotta per il titolo: Carlos Reutemann della Williams, con 49 punti, Nelson Piquet con la Brabham a 48 e Jacques Laffitte con la Ligier a 43. In qualifica Reutemann conquistò la pole davanti al compagno di squadra Alan Jones, mentre Piquet si piazzò al quarto posto dietro anche Gilles Villeneuve; Laffitte, invece, chiuse solo dodicesimo, complicando così una lotta che lo vedeva già come sfavorito.

In gara accadde però qualcosa di strano: la Williams di Reutemann, perfetta fino a quel momento, improvvisamente diventò lentissima: l’argentino al via perse subito le posizioni su Jones e Villeneuve, e venne sempre di più risucchiato dal gruppo, chiudendo in un’anonima ottava posizione, doppiato, mentre Piquet, con il quinto posto, si laureò campione del mondo. Non è mai emerso cosa successe veramente, specie considerando che Jones, con l’altra Williams, vinse agevolmente la gara davanti ad Alain Prost e a Bruno Giacomelli: nel 2021, Mariana Reutemann, figlia di Carlos, disse in un’intervista subito dopo la morte del padre che nella notte tra venerdì e sabato qualcuno aveva modificato l’assetto della macchina a sua insaputa. Un anno dopo, nel documentario “Lucky”, Bernie Ecclestone ammise di aver chiesto al massaggiatore della Williams, dietro pagamento, di non dedicarsi a Reutemann, sfavorendolo in un circuito che, ruotando in senso antiorario, era molto faticoso per i piloti. In ogni caso, il Mondiale 1981 fu assegnato a Piquet, che conquistò così il primo titolo in carriera in Formula 1.

5. Gran Premio di Las Vegas 1982

Stessa storia, stesso posto, stesso bar. Sempre al circuito del Caesar Palace, il 25 settembre 1982 si corse l’ultima gara del campionato, con ancora il Mondiale in ballo. Keke Rosberg comandava la classifica con 42 punti, contro i 39 di Didier Pironi e i 33 di John Watson. Il francese però, dopo il terribile incidente di Hockenheim in cui si era distrutto le gambe, era tagliato fuori dalla lotta poiché assente, e quindi l’unico vero rivale di Rosberg era Watson, che avrebbe dovuto vincere con il finlandese fuori dai punti. O meglio, in teoria: in pratica c’era anche una certa possibilità di vittoria di Niki Lauda, terzo con 30 punti, ma con in sospeso un ricorso in merito al Gran Premio del Belgio, gara in cui aveva chiuso terzo ma da cui era stato squalificato. Se Lauda avesse vinto la corsa e poi il ricorso (previsto per il mercoledì seguente), e Rosberg non fosse arrivato meglio di sesto, l’austriaco avrebbe vinto incredibilmente il mondiale.

In realtà la gara fu senza storia. Il secondo posto di Watson, giunto dietro Michele Alboreto, fu insufficiente per raggiungere Rosberg, che chiuse in quinta posizione. Lauda si ritirò per un problema al motore, e perse anche il ricorso, rimanendo così a 30 punti. Fu l’unico mondiale per Keke Rosberg, eguagliato 34 anni dopo dal figlio Nico.

6. Gran Premio del Sudafrica 1983

Previsto inizialmente a inizio stagione, il GP del Sudafrica 1983 fu spostato a sabato 15 ottobre come ultima tappa del campionato. A giocarsi il titolo erano Alain Prost, con 57 punti, Nelson Piquet con 55 e René Arnoux con 49. Nonostante il vantaggio in classifica del francese, il favorito era Piquet, reduce da un buon momento di forma della sua Brabham, mentre la Ferrari di Arnoux, quasi tagliata fuori, era più concentrata sul Mondiale Costruttori.

Lo stato di forma della Brabham fu evidenziato già in qualifica, con Piquet secondo e Patrese terzo, in mezzo alle due Ferrari di Tambay e Arnoux, mentre Prost fu solamente quinto. In gara le due Brabham andarono subito via in tandem, mentre sia Arnoux che Prost dovettero ritirarsi per guai tecnici. Nel finale Piquet decise di cedere la vittoria a Patrese, venendo poi anche superato da Andrea De Cesaris, ma il terzo posto fu sufficiente per conquistare il titolo, il secondo della carriera. E, ironicamente, il secondo conquistato di sabato.

Questa fu l’ultima volta della storia in cui il titolo mondiale di Formula 1 venne assegnato di sabato, anche perché, a partire dal 1985, tutte le gare sono sempre state disputate di domenica. Tuttavia, con l’introduzione delle Sprint Race, e con il ritorno di alcuni Gran Premi al sabato (Las Vegas da quest’anno, Bahrain e Arabia Saudita nel 2024), è tornata tale possibilità, che potrebbe verificarsi già quest’anno in Qatar con Max Verstappen. L’olandese riuscirà a vincere il suo terzo titolo mondiale nel corso della Sprint Race?





Tags : formula 1gp qatarMax Verstappen
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.