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Jake Dennis: “Resterò in Formula E. F1? Non credo funzionerebbe”





In una tavola rotonda per i giornalisti, abbiamo avuto la possibilità di parlare con Jake Dennis, neo campione del mondo di Formula E con Andretti. Il pilota inglese si è aperto ai nostri microfoni, parlandoci della sua stagione, caratterizzata da una grande costanza ma anche da un momento di crisi dopo le prime gare, del round finale di Londra che l’ha visto diventare campione del mondo, del suo futuro dentro e fuori la Formula E, e del suo rapporto con il suo compagno di squadra, André Lotterer, parlando anche di chi potrebbe sostituirlo.

Jake Dennis
© FIA Formula E – Sam Bagnall

La conversazione è iniziata subito parlando di come si sentisse dopo aver finalmente vinto il titolo: “Ho provato un sacco di emozioni nelle ultime 72 ore. Non so neanche come spiegare ciò che ho provato quando ho tagliato il traguardo, ma è qualcosa che significa molto per me, per il duro lavoro che ho fatto in passato, negli ultimi 2-3 anni, sin da quando sono entrato in Formula E, e sono contento di aver ripagato il team di tutti i loro sforzi”

“Durante l’ultima bandiera rossa volevo davvero tanto vincere il titolo tagliando il traguardo, anche se la posizione in cui ero (terzo, ndr) era sufficiente per vincere. Ovviamente era una situazione rischiosa, dietro di me c’era Buemi, che sicuramente avrebbe provato a fermarmi. Però volevo solo tagliare il traguardo, provare tutte le emozioni che si provano in questa situazione, e sono contento che la Formula E abbia deciso di ripartire”.

Riguardo al contatto tra Cassidy e Buemi, che di fatto gli ha consegnato il titolo, Dennis ha espresso buone parole verso i suoi rivali per il titolo: “Non vorrei provare ciò che Nick deve aver provato in quel momento, quando ha rotto l’ala anteriore e si è trovato fuori dalla lotta del titolo. Ma comunque, è stato un grande avversario quest’anno, ha performato ad un livello altissimo, e mi ha spinto a fare meglio, così come Mitch e Pascal. Avrebbe meritato il titolo, come tutti noi, e penso che sarà un ottimo contendente per il prossimo anno”.

Jake Dennis
© FIA Formula E – Sam Bagnall

Abbiamo poi fatto un passo indietro, parlando della sua stagione sin dall’inizio, dai test prestagionali di Valencia: “Sarei un bugiardo se dicessi che dopo i test mi aspettavo di vincere in Messico e poi di vincere il titolo. Abbiamo lasciato Valencia pensando di avere una delle powertrain più lente della griglia: eravamo circa un secondo al giro più lenti rispetto alla Maserati in quel momento. È stato davvero un grande capovolgimento dal punto di vista della performance, il modo in cui poi abbiamo chiuso le prime tre gare con un 1-2 Porsche è stato davvero impressionante. Penso che ce lo meritassimo, i ragazzi hanno fatto davvero un grande lavoro, sia nel mio team che dal lato Porsche, per capire quali fossero le nostre debolezze e di ribaltare la situazione”

Dopo le prime gare positive, la stagione di Dennis ha preso una brutta piega, con quattro gare consecutive (Hyderabad, Città del Capo, San Paolo e la prima di Berlino) senza ottenere punti. Il pilota inglese ha parlato anche di quel periodo: “Non ho mai sentito che il campionato mi stesse sfuggendo, perché avevamo un grande vantaggio in termini di punti in quella fase della stagione. Mentalmente però è stato difficile cercare di resettare tutto dopo ogni gara. Non aver fatto punti da gennaio ad aprile è stato complicato. Ma siamo riusciti a resettare tutto questo a Berlino, con l’inizio della stagione europea, e abbiamo fatto cinque podi di fila, il team è riuscito a ribaltare la situazione, dandomi una macchina che mi consentisse di tornare al top, soprattutto in qualifica, e sono riuscito a ripagarli. È stato qualcosa che non mi era mai successo prima: avevo la macchina per vincere, ma non riuscivo a farlo, sembrava che tutto mi fosse contro, abbiamo avuto incidenti, penalità per infrazioni tecniche e errori da parte mia. Ma adesso ce l’abbiamo fatta!”

Riavvolgendo il filo dei ricordi, Dennis si è soffermato su quello che probabilmente è stato il momento decisivo della stagione: “Non c’è stato davvero un momento specifico in cui ho detto ‘Possiamo vincere’, ma un momento in cui ho detto ‘Ok adesso è mio, posso solo perderlo’ è stato Roma, in Gara 2. Nick e Mitch si sono toccati, ed è stato un momento cruciale per il campionato, avevo molti punti a mio favore. È davvero raro che Mitch faccia un errore, e prendere quei punti è stato importante”. “Credo che il fattore fondamentale sia stato quello di fare più punti possibili, abbiamo fatto sei podi nelle ultime sette gare, una grande prova di costanza. Quando gli altri piloti facevano degli errori eravamo in grado di capitalizzare, anche senza vincere le gare. L’abbiamo fatto quando avevamo il pacchetto per vincere, ma magari a volte avevamo una macchina da secondo o da terzo posto, e ci prendevamo questi risultati. Penso che il livello mio e di Andretti sia stato altissimo”.

Proprio parlando di Andretti, Dennis si è soffermato sulla sua squadra, partendo dal capo, Michael Andretti “Michael è un uomo impegnato, è molto coinvolto con la Indycar. Penso che nel corso dei miei anni in Andretti ci siamo incontrati due o tre volte. Quest’anno è venuto in tre occasioni, a Portland, a Roma e a Londra, e mi ha sorpreso per come sia un vero pistaiolo, non aveva nessun preconcetto, era concentrato solo sulla performance e voleva il meglio per me. Riesce a vedere molto bene le cose dal punto di vista del pilota, ed è un aspetto fondamentale, perché non puoi perdere questo tratto come boss. Magari a volte hai un CEO o un uomo del consiglio di amministrazione nei grandi team che non sono stati piloti, e può essere difficile entrare in connessione, ma Michael ha corso, ha vinto gare e titoli. Averlo al mio fianco, soprattutto a Roma e a Londra, in momenti così importanti della stagione, e vedere la sua emozione è stato bellissimo. Penso sia uno dei boss più fighi per cui abbia mai corso!”. “È fantastico condividere il titolo con questi ragazzi, sono come una famiglia, e ognuno di loro ha lavorato duramente, in tutti gli aspetti. Portare a casa il titolo era il minimo che potessi fare”.

Rimanendo in tema Andretti, il sedile al fianco di Dennis in questo momento è vacante, siccome André Lotterer lascerà il team. Dennis ha prima di tutto voluto parlare del suo compagno di squadra, reduce da una stagione non esaltante:È stata una stagione difficile per André, è inutile negarlo. È un pilota super talentuoso, anche in Formula E lo scorso anno è andato fortissimo, riuscendo ad eguagliare Pascal che a sua volta è andato fortissimo quest’anno. Probabilmente le nuove macchine sono state difficili da imparare, non si adattavano al suo stile di guida, poi c’è stato qualche errore qua e là che magari dall’esterno non si è visto, tipo qualche bloccaggio che gli ha impedito di uscire tra i primi nella fase a gruppi in qualifica, partendo così quindicesimo. Non si può negare il suo talento, è decisamente veloce, probabilmente gli mancava quell’ultimo giro quando contava di più, ma comunque devo ringraziarlo tantissimo, per la sua carriera, ma poi perché avendolo come compagno di team quest’anno ho imparato tantissimo, sia dentro che fuori dal tracciato. È un bravo ragazzo, e gli auguro il meglio, qualunque cosa farà”. “In merito al mio nuovo compagno di squadra, ci sono diverse opzioni sul tavolo, e io sono coinvolto nella decisione, al team interessa il mio input. Chiunque sia, un rookie o un pilota d’esperienza, voglio che sia qualcuno che mi spinga al massimo livello, e anche qualcuno con cui provare a vincere il titolo costruttori, non solo quello piloti, credo che lo meritiamo”.

E, riguardo a quale pilota potrebbe affiancarlo, si è anche parlato delle voci che vogliono Felipe Drugovich al volante dell’Andretti: “Certamente Drugovich è un pilota molto talentuoso, ha vinto in Formula 2 dominando il campionato. In termini di talento, non c’è dubbio che possa tranquillamente arrivare in Formula E e ottenere buoni risultati. Siamo sicuramente interessati a lui, così come ad altri piloti sulla griglia. Certamente sa guidare, è stato primo sia nei Rookie Test di Berlino che nelle FP0 di Roma. Sarò contento per chiunque sia a firmare comunque, ma non credo che la decisione arriverà comunque prima di qualche giorno. Non abbiamo fretta siccome abbiamo vinto il campionato, non dobbiamo firmare per forza domani con qualcuno. Credo che sicuramente lui [Drugovich, ndr] correrà in macchina il prossimo anno, se lo merita. Quest’ultima frase suona alquanto sibillina…

Infine, Dennis ha parlato due suo futuro. Ha già un contratto con Andretti per il prossimo anno, quindi certamente difenderà il titolo, sicuramente in una condizione mentale migliore degli altri anni: “Sento di aver vinto meritatamente, quindi non devo più dimostrare niente a me stesso, posso essere semplicemente me. Voglio continuare a fare del mio meglio per cercare di vincere più gare possibili, lavorando duramente dietro le quinte per performare al meglio. Poi ovviamente sarò il pilota da battere, ma questa è una bella sensazione, me la sto godendo, e non vedo l’ora di tornare la prossima stagione pronto”. Ci si chiede però se non potrebbe correre in altri lidi: Andretti ha un programma in Indycar e sta cercando di entrare in Formula 1; d’altro canto, lui stesso è pilota di sviluppo di Red Bull. Infine, avrà la possibilità di fare a breve un test con la BMW LMDh. L’inglese ha però detto come in questo momento la Formula E sia la sua priorità: “Il mio piano al momento è quello di continuare in Formula E a lungo, non ho intenzione di andarmene. Parlando di Andretti a tutto tondo, ovviamente loro stanno cercando di entrare in Formula 1, ma dal mio punto di vista non mi vedo ad andare in F1, ho già 28 anni, non credo che funzionerebbe bene. Penso che continuerò il mio lavoro con Red Bull, cercando di aiutarli a sviluppare le loro macchine al meglio che posso. Ma in questo momento mi diverto in Formula E, ho un buon bilanciamento della mia vita: da un lato mi godo le gare, ma dall’altro la stagione finisce a luglio, e quindi posso godermi una vita normale con i miei amici. Penso che continuerò quindi, non ho aspirazioni ad andare in Indycar, ma mi concentrerò solo a vincere di nuovo il mondiale nei prossimi anni”. “Riguardo al test con la BMW, il progetto LMDh è stato definito e i prossimi anni si prospettano interessanti, correranno nel WEC il prossimo anno e qualche pilota è già stato confermato. Dal canto mio sarebbe difficile, la Formula E è la mia priorità e ci sono alcune gare concomitanti. Farò il test e me lo godrò, credo che la macchina sarà divertente. È davvero figa, e sembra incredibile, è una delle più belle della griglia. Mi piacerebbe correre a Le Mans in futuro, c’ho già corso ma non è finita bene, penso che vincere con BMW sarebbe incredibile. Ma al momento non è il mio obiettivo principale, è la Formula E ora come ora”.





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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.