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Renault Megane RS Trophy: il coraggio di non scendere a compromessi | #MiSonoInnamorauto?, Ep. 9





“Una volta che ci si è permessi di abbassare l’ideale al livello della propria debolezza, non si riesce più a trovare il limite entro cui arrestarsi”. Scriveva così Leone Tolstoj ne “La Sonata a Kreutzer”, clamoroso libro che probabilmente l’arcinoto scrittore russo mai avrebbe immaginato potesse essere associato alla recensione di un’automobile. La frase che il caro vecchio Lev avrebbe forse ritenuto inappropriata in un pezzo simile è, a mio modesto avviso, invece perfetta per indicare ciò che lei, la Renault Megane RS Trophy, non fa. Perché raramente, nel corso della mia vita, ho guidato automobili così poco disposte ad abbassare il proprio ideale al livello della debolezza – o delle incertezze – di chiunque.

Renault Megane RS Trophy
© ASPhotography

Come la stragrande maggioranza dei lettori di questo sito già saprà, il badge RS a bordo di una Renault preannuncia e presagisce un qualcosa di molto interessante. La sigla “Renault Sport” caratterizza infatti tutte le versioni arrabbiate del marchio della Losanga, e quando ci si trova dunque di fronte a una vettura che mostra questa effige è difficile non immaginare di cosa possa essere capace. Se poi accade di imbattersi in una Renault che porta in dote, oltre al logo RS, anche la dicitura “Trophy”… beh, a quel punto è complesso impedire che la nostra fantasia si lasci andare a sogni piuttosto umidi.

Renault Megane RS Trophy
© ASPhotography

Se RS è sinonimo di auto arrabbiate, RS Trophy è sinonimo infatti di auto cattive. Le più affilate, veloci, sportive creazioni della Casa d’Oltralpe appartengono a questa esclusiva famiglia che non fa nulla – nulla – per nascondere i propri nobilissimi natali. Non riuscire a distinguere una Renault Megane RS Trophy da una Megane “tradizionale”, lo dico senza troppi giri di parole, potrebbe essere un valido motivo per recarsi dall’oculista per un rapido (ma approfondito) controllo. Sorvolando volutamente sulla appariscente e magnifica tinta Giallo Sirio, la variante più brutale della Segmento C di Renault si fa notare grazie alla scritta “Trophy” presente sulla lamina anteriore, al disegno specifico dei cerchi Jerez da 19” (abbinati a pneumatici 245/35 e ispirati nel design a quello della Renault Sport R.S. 01), alle prese d’aria anteriori e posteriori, al badge RS frontale, ai fendinebbia che riproducono il logo di Renault Sport, alle pinze Brembo rosse, allo spoiler posteriore, al terminale di scarico – unico, centrale e di forma trapezoidale – e al diffusore posteriore. Capite perché poche righe più sopra parlavo di oculisti? Qualora sfuggissero tutti questi dettagli saremmo di fronte a un bel problema, suvvia. Un problema che no, non sarebbe in alcun modo risolto cercando appiglio sulle dimensioni pressoché identiche alla versione tradizionale: è vero, anche la Renault Megane RS Trophy è lunga 4,36 m, larga 1,81 m e alta 1,41 m, ma non notare tutto quel ben di Dio lascia davvero senza possibilità di appello.

Renault Megane RS Trophy
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La strabordante aggressività esterna si fa strada attraverso le portiere di quest’auto senza paura alcuna, ed è così che anche all’interno dell’abitacolo si avverte nettamente la sensazione di essere alle prese con una vettura… particolare. Merito probabilmente degli straordinari – e bellissimi – sedili Recaro, proposti come optional: dotati di schienale a scocca rigida che ingloba anche il poggiatesta e rivestiti in Alcantara, offrono una seduta confortevole e contenitiva in qualsiasi situazione e una posizione di guida fino a 20 mm più bassa rispetto a quella assicurata dai sedili tradizionali. Ci si sente immediatamente avvolti da un’aura di sportività, e la sensazione trova conferma non appena si posano le mani sul minuto volante a tre razze. Rivestito in Alcantara nella parte inferiore e superiore – lì dove al centro spicca una bandella rossa dal sapore rallystico – e munito del badge RS nella razza centrale, è di spessore e diametro adatti a promettervi divertimento e avventura. Alle sue spalle trovano posto i paddle del cambio EDC, solidali al piantone e forse per questo un filo sottodimensionati, e – ahimé – il blocco di comandi che tuttora permette di gestire il sistema infotainment di Renault una volta trovata la giusta confidenza il suo utilizzo non risulterà neppure troppo macchinoso, ma trovo quasi anacronistico un simile malloppo in plastica in un’epoca in cui dirette concorrenti di quest’auto propongono superfici touch sulle razze laterali.

Renault Megane RS Trophy
© ASPhotography

Trattando en passant la questione dell’infotainment, vi basti sapere che su questo modello trova posto l’affidabile e collaudato sistema R-Link2. Esso propone un touchscreen da 10”2 dotato di Android Auto ed Apple CarPlay abbinato a un HUD discretamente efficace e a un quadro strumenti interamente digitale da 7”, la cui grafica varia a seconda delle modalità di guida selezionata tramite il pulsante RS. Tutto funziona a dovere – soprattutto se affiancato dall’ottimo impianto Bose –, ma come sempre più spesso accade mi trovo a rimpiangere la presenza di qualche pulsante fisico in più che permetta di modificare con maggiore intuitività impostazioni basilari. In linea con la diretta concorrenza è il bagagliaio, che offre 384 l di carico con il divanetto posteriore (scomponibile sullo schema 60:40) completamente alzato, mentre a bordo – complice anche l’esigua scocca rigida che ingloba i sedili anteriori – c’è spazio per ciascuno dei potenziali 5 occupanti per cui quest’auto è omologata. I più attenti tra i lettori, a questo punto, avranno forse notato un’assenza: quella del concetto di “comodo”, in qualsiasi sfaccettatura esso possa essere declinato.

Ricordate in apertura di articolo, quando vi dicevo che raramente ho guidato un’auto così poco disposta a scendere a compromessi? Ecco, il motivo è presto detto. A differenza infatti di tante altre Segmento C pepate, la Renault Megane RS Trophy non sacrifica niente – niente – della sua aggressività sull’altare della fruibilità. Ed è bellissimo così.

Renault Megane RS Trophy
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Partiamo dal presupposto che la versione più brutale della placida Megane viene proposta di serie con il telaio Cup. Che in dote, senza timore reverenziale alcuno, porta con sé un differenziale meccanico Torsen, un irrigidimento del 25% degli ammortizzatori, del 30% delle molle e del 10% delle barre antirollio. Esattamente ciò che serve per piazzarsi ai vertici della categoria per quanto riguarda tenuta di strada ed emozioni trasmesse. Attraverso il sistema Multi-Sense è possibile spaziare tra tre diverse modalità di guida: Neutral (usata forse per uscire dal piazzale della concessionaria), Sport e Race. A seconda di ciò che si seleziona cambiano sì taratura dell’ESP, sensibilità del pedale dell’acceleratore, mappatura del cambio EDC e sonorità dell’auto, ma per far cambiare davvero identità alla Renault Megane RS Trophy servirebbe ben altro. La taratura delle sospensioni infatti non muta, ed è proprio a livello d’assetto che si percepisce tutta l’indole rabbiosa di quest’auto. La facilità con cui si trova la giusta confidenza con l’aggressiva creazione della Losanga è disarmante, e c’è bisogno di trascorrere alla sua guida pochissime ore prima di ritrovarsi a inanellare cambi di direzione con clamorosa rapidità. Il telaio Cup assicura alle Megane RS Trophy un comportamento dinamico esemplare, e l’adozione da parte di Renault del sistema 4Control a quattro ruote sterzanti amplifica ulteriormente l’agilità e il dinamismo di quest’auto.

Renault Megane RS Trophy
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Come sempre più spesso accade su vetture pensate per esaltare – ed esaltarsi – tra le curve, anche la variante estrema della Segmento C d’Oltralpe fa affidamento in curva sul supporto dell’asse posteriore: fino a 60 km/h – che diventano 100 nel momento in cui si seleziona la modalità Race – gli pneumatici posteriori sterzano in direzione opposta a quelli anteriori, con la sterzata che diventa invece solidale a quella delle gomme dell’avantreno non appena si oltrepassa tale soglia. Guidare la Renault Megane RS Trophy su un misto stretto è coinvolgente: l’auto è reattiva, guizza via da un punto di corda all’altro garantendo tanto stabilità alle alte velocità quanto trazione in uscita dalle curve più strette, lì dove il differenziale Torsen fa tutto ciò che in suo potere per trascinarvi nella giusta traiettoria e farvi dimenticare le tendenze sottosterzanti che un’auto a trazione anteriore potrebbe avere.

Finalmente supportata da una trasmissione automatica EDC doppia frizione degna di questo nome (i miglioramenti compiuti da Renault su questo fronte sono enormi), la Megane RS Trophy è clamorosamente divertente da guidare. E, oltretutto, è anche dannatamente veloce. Sotto il cofano si nasconde infatti un quattro cilindri in linea turbo, benzina, da 1.800 centimetri cubici di cilindrata, in grado di erogare 300 CV di potenza a 6.000 rpm e 420 Nm di coppia (con il cambio automatico) a 4.800 giri al minuto. Al motore è vero, manca forse un po’ di schiena nella parte bassa del contagiri, ma l’allungo è prestante – la velocità massima dichiarata è di 260 km/h e con il Launch Control lo 0-100 km/h viene coperto in 5”7 – e permette di dimenticarsi di tutto il resto. Anche perché, in modalità Sport e Race, la valvola meccanica che agisce sul silenziatore lascia i gas di scarico liberi di fluire come dovrebbero (se vivessimo in un mondo giusto), dando come risultato una sequela di scoppi, borbottii, back-fire, chiamateli-come-accidenti-volete, da fare impallidire la stragrande maggioranza della concorrenza. Sembra di essere a bordo di una santabarbara semovente, quando si snocciolano i vari rapporti del cambio e il milleotto fa sentire al mondo la sua roca e gutturale voce. Fighissimo.

Renault Megane RS Trophy
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Andare veloci, come corollario, porta spesso con sé la necessità di arrestare la propria corsa… altrettanto rapidamente. Neppure qui la Renault Megane RS Trophy presta il fianco a particolari critiche, soprattutto se dalla lista degli optional si attingono i dischi anteriori – da 355 mm di diametro – in doppio materiale. In grado di alleggerire di 1,8 kg per ruota le masse sospese e capaci di assicurare una migliore dissipazione del calore, anche i freni si dimostrano all’altezza del resto dell’auto: coadiuvati da dischi posteriori da 290 mm di diametro, pinze e dischi dell’avantreno fanno sentire tutta la loro potenza nelle frenate di emergenza e nell’utilizzo prolungato, con il pedale che trasmette sempre una buona solidità dando così l’impressione di essere alle prese con un impianto pressoché infaticabile. Come dovrebbe sempre accadere a bordo di un’auto di questo tipo.

Il giudizio che chiude questo episodio di #MiSonoInnamorauto? è…

Andiamo a vivere insieme?

Poche volte sono rimasto così sorpreso dal carattere, dalla personalità di una vettura. Non fa nulla per nascondere la propria attitudine, la Renault Megane RS Trophy, e nell’epoca del conformismo automobilistico e della spersonalizzazione meccanica questo non può che essere un enorme pregio. Va forte, per certi versi addirittura fortissimo, facendo un baccano infernale senza però dovere rinunciare alla versatilità dimensionale di una Segmento C. È un’auto sportiva a trazione anteriore, non ci sono dubbi su questo, ed il fatto che l’assetto resti uguale a se stesso a prescindere dalla modalità di guida selezionata è una palese dichiarazione d’intenti: io sono così, prendere o lasciare. Perché dunque non chiederle di sposarmi? Beh, perché il giudizio conclusivo viene sempre emesso da un punto di vista personale. Per l’utilizzo che abitualmente IO faccio dell’automobile, la Renault Megane RS Trophy è forse addirittura… troppo estrema. Ti spinge ad andare forte, ti incita a utilizzarla come la sua natura richiederebbe, e così facendo è difficile vedere percorrenze superiori ai 10 km con un litro dato che veleggiando con il piede di velluto si sfiorano i 14 km/l ma spingendo con il piede di ferro si vedono addirittura i 4 km/l. Qualora però le esigenze di mobilità fossero altre, i cordoli dei marciapiedi fossero meno presenti di quelli dei circuiti e gli incroci urbani fossero sostituiti da serrate sequenze di curve montane, beh… credo che quest’auto dovrebbe occupare i primissimi posti della lista dei desideri di qualsiasi appassionato. Anche se paga il superbollo. E anche se, con il cambio EDC, ha un prezzo di partenza di 42.950 €.

Renault Megane RS Trophy




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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow