close
4 RuoteIndycarSu pista

Palou è campione Indycar per la seconda volta: analisi di un trionfo





Nel corso della gara di Portland, Alex Palou, grazie al suo quinto successo stagionale, si è laureato campione della Indycar per la seconda volta in carriera, dopo il successo ottenuto nel 2021. Il pilota spagnolo ha dominato la stagione, cambiando ritmo rispetto agli altri a partire dal mese di maggio. Analizziamo insieme l’incredibile annata del pilota di Ganassi.

Alex Palou
© Penske Entertainment: James Black

Che Palou fosse uno dei favoriti alla corsa al titolo si sapeva sin dall’inizio della stagione. Lo spagnolo era reduce infatti non solo dal titolo 2021, ma anche da una buona annata nel 2022, culminata con la vittoria nella gara finale di Laguna Seca. Le prime quattro gare della stagione non erano andate però in maniera eccellente, con appena un terzo posto conquistato in Texas; la svolta è arrivata non appena è iniziato il mese di maggio, quando Palou ha nettamente cambiato marcia. Vittoria con dominio sullo stradale di Indianapolis, e una settimana dopo pole position della 500 Miglia. Qui avrebbe anche potuto vincere, ma un contatto con VeeKay in corsia box l’ha fatto sprofondare nelle ultime posizioni, e nonostante una bella rimonta ha chiuso solo quarto. Gli è andata però bene che da quest’anno non si assegnassero più doppi punti, e ha quindi potuto contenere quanto perso nei confronti di Newgarden.

Da lì in poi Palou è andato in fuga, calando un tris di successi consecutivi a Detroit, Road America e Mid Ohio. Vittorie che gli hanno consentito di allungare in via definitiva in classifica, e anche quando non ha vinto ha comunque guadagnato sugli inseguitori, come a Toronto, quando è giunto secondo dopo essere partito dalle retrovie. Altri due terzi posti in Iowa e a Nashville, prima del successo di Portland, che l’ha portato al suo secondo titolo in carriera con una gara d’anticipo: il titolo non veniva assegnato prima dell’ultima gara dal 2007, quando ancora si chiamava Champ Car, e in quel caso fu Sebastian Bourdais a trionfare.

Non è stata comunque una stagione facile, anche per aspetti non strettamente legati alla pista: lo scorso anno Palou aveva improvvisamente rotto con Ganassi per la stagione 2024 per firmare con McLaren, nell’ottica di diventare anche pilota di sviluppo per il team di F1. La squadra di Woking quest’anno, alla vigilia della seconda gara di Indianapolis, ha però annunciato come l’accordo con lo spagnolo fosse improvvisamente terminato. Il figliol prodigo è quindi tornato all’ovile, ossia in Ganassi, dove correrà nel 2024, ma a questo si è sommato anche il cambio di management, dopo aver terminato i rapporti con Monaco Increase Management. Forse quindi il campionato si è rivelato più difficile fuori che dentro la pista.

Volendo trovare una pecca alla stagione di Palou, lo spagnolo non ha ben performato sugli ovali, lasciando diversi punti a Newgarden. Evidentemente una mancanza che deriva dalla sua formazione europea, ma a cui sicuramente potrà porre rimedio. Anche perché adesso gli resta solo un obiettivo da raggiungere: vincere la Indy 500. Casomai ci riuscisse, entrerebbe definitivamente nella storia.





Tags : alex palouindycarportland gp
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.