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SBK | Bassani: Feltre, Marquez e le ali che così “danno fastidio”





Abbiamo fatto una bella chiacchierata nel paddock di Misano con il Bocia Axel Bassani, pilota del team Motocorsa motorizzato Ducati. Rintanati nell’hospitality del team comasco, al riparo dalla pioggia che continua a bagnare la costa romagnola in queste ore, il #47 ci ha raccontato di lui, delle sue piste preferite, del regolamento da rivedere in ambito aerodinamico e dei piloti da cui prenderebbe spunto per migliorarsi.

FUORITRAIETTORIA – Questo round di Misano è quello di casa per te quest’anno, come ti trovi su questa pista? E quale sezione preferisci?
AXEL BASSANI #47 – È bello perché sei a casa, puoi vedere i tuoi amici e non hai le rotture di scatole del viaggio. Però questa pista non è che sia top per me nel complesso. Se devo scegliere scelgo la parte veloce, quindi Tramonto, Curvone e le curve seguenti perché più è veloce una pista più mi piace.

FT – Quindi che tipo di piste ti piacciono di più e tra quelle in calendario dove ti trovi meglio?
AB47 –
Ma a me piace la velocità, son tutte belle quando ci vai forte e mi piacciono un po’ meno quelle in cui si va piano. Mi piace Assen perché è veloce e ha tanta storia, è sempre bello andarci. Poi mi piacciono tanto anche quelle extra europee come San Juan in Argentina e Mandalika in Indonesia, mi piace tanto anche Portimao perché non vedi niente e ti caghi un po’ addosso. Purtroppo la mia pista preferita, quella più bella è quella dove non corriamo, è il Mugello. Phillip Island? Potrebbe piacermi, lo spero. Lì si va tanto veloce.

FT – Hai anche la moto giusta per fare la curva Stoner.
AB47 –
Ma farla come Stoner è un po’ difficile, però ci proviamo (ride).

FT – In MotoGP ultimamente si parla tanto di aerodinamica, per alcuni è troppo estrema diventando pericolosa e rendendo più difficili i sorpassi, e anche tu sulla Panigale V4 hai delle appendici aerodinamiche. Cosa pensi a riguardo?
AB47 –
Sinceramente? A me le ali non piacciono ad essere onesto. Se ci si potesse lavorare potrei cambiare opinione, ma sono così e il regolamento non ci permette di modificarle in base alla situazione e nemmeno di rimuoverle. Te le mettono e te le devi tenere. Ci sono delle situazioni in cui fatte così vanno bene, ma nell’80% delle volte a me personalmente danno fastidio. Ma così è, non possiamo farci niente e ci dobbiamo adattare. In MotoGP il discorso è diverso perché ci possono lavorare, spostare le ali o cambiare proprio la carena, quindi è diverso.
Poi vedi che tante volte in gara ne uso una sola perché l’altra me la spaccano, e li mi vien da chiedere a cosa servano se ho fatto la gara lo stesso. Sarebbe da lavorarci ma non possiamo per regolamento.
Chiaramente è una mia personale opinione, magari chiedi ad Alvaro o Michael e la pensano in maniera diversa. Secondo me è un peccato, se ci fosse la possibilità di lavorarci su allora cambia il discorso, allora sì puoi sfruttarle al 100%. Ora non è così.

FT – Ormai con le 1000 non sei più un rookie (fra CIV e WSBK è al terzo anno ndr), ti senti forte in qualche particolare aspetto della guida o hai ancora margini di crescita?
AB47 –
C’è ancora tanto da imparare, da migliorare. Non ho ancora un punto di forza vero e proprio, io e la squadra possiamo migliorare dappertutto. Sicuramente rispetto al 600 mi piace molto di più, mi viene un po’ più facile guidare.

FT – Oggi sei in testa all’indipendenti nonostante l’inizio un po’ sotto tono. Come ti stai trovando quest’anno e che cambiamenti ci sono stati?
AB47 –
All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica perché sono cambiati tutti i membri della squadra, è rimasto solo il telemetrista. Sai siamo persone quindi all’inizio c’è stato il bisogno di adattarci e capirci a vicenda, però se guardi stiamo andando meglio rispetto all’anno scorso anche come punti in campionato. È che il livello si è alzato molto, sto girando sui tempi in cui giravano i migliori lo scorso anno stando attorno al sesto posto. Quindi secondo me il bilancio è abbastanza positivo, stiamo andando abbastanza bene e dobbiamo continuare su sta strada qua.

FT – Vieni da un territorio, quello Veneto e in particolare il bellunese, poco avvezzi alla velocità su due ruote. Questo ti ha più limitato o aiutato nella tua ascesa?
AB47 –
A Feltre, da dove vengo e dove sto ancora, non c’è proprio niente. Neanche una pista. Ma sto bene lì, è brutto stare tra persone che non sanno nulla del mio sport ma il bello è che nessuno viene a rompermi le balle. Sto lì, in tranquillità, e quand’ho voglia vado in moto. Sicuramente è difficile perché sono da solo, non ho colleghi con cui allenarmi. Per un romagnolo è più facile. Però a me così piace, ho la serenità che mi serve.

FT – C’è un pilota del passato con cui ti piacerebbe confrontarti, per magari imparare qualcosa?
AB47 –
Eh… Schwantz! Perché era fuori come un cavallo. Anzi, è!

FT – E dai piloti attuali? Quali caratteristiche vorresti “rubare”?
AB47 –
Vorrei lo stile di Marc (Marquez, ndr), ma senza spendere tutte le energie che ci mette lui, perché è un po’ troppo (ride). Però comunque lo stile che ha, coi salvataggi che riesce a fare, è incredibile. Poi mi piacerebbe un po’ riuscire a unire lo stile di Marc con il metodo di Bagnaia, lui e la sua squadra lavorano molto bene tutto il week end seguendo una loro scaletta senza fare errori. Però ecco mi piace essere un po’ fuori come Marc, un po’ fuori le righe.

FT – Torniamo a questo fine settimana di Misano. Pirelli ha portato ben cinque opzioni slick per il posteriore, però forse domani si correrà sul bagnato. Può essere un problema?
AB47 –
Io spero sia asciutto, perché dobbiamo provare molte cose. Però se è bagnato non mi cambia niente per come devo girare io, mi cambia solo perché non posso fare il lavoro in programma.

FT – Sul bagnato te la cavi molto bene.
AB47 –
Sì, ma perché non mi cambia niente che sia asciutto o bagnato. Se devo girare, giro! (ride).





Tags : Axel BassaniMisanoSBK
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.