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Moto2, le verità del GP di Spagna: Luca Marini può puntare al mondiale?





Luca Marini vince la sua quarta gara in carriera sul circuito di Jerez. L’alfiere del team Sky Racing Team VR46 è riuscito a tenere a bada i due piloti del team KTM Ajo, il giapponese Tetsuta Nagashima e lo spagnolo Jorge Martin, che chiudono il podio. Nonostante i nomi dei team possano confondere, tutte le moto parcheggiate al parco chiuso sono equipaggiate con telaio Kalex: l’azienda tedesca si riconferma leader per quanto riguarda la telaistica della classe di mezzo. Si ferma ai piedi del podio Sam Lowes: il #22, gemello di Alex, leader dell’attuale classifica WorldSBK, incomincia la sua avventura in EG 0,0 Marc VDS con un ottimo piazzamento. 4° e 5° le due Speed Up “non ufficiali” di Aron Canet e Hafizh Syahrin, seguite dall’australiano Remy Gardner – che l’hanno scorso si era reso protagonista di uno spaventoso botto nelle prime fasi di gara – e dai due italiani Lorenzo Baldassarri ed Enea Bastianini. Chiude la top ten lo spagnolo Xavi Vierge, passato sotto i colori del team Petronas Sprinta Racing. Le condizioni di gara non ottimali hanno causato ben 7 cadute/ritiri, tra cui sono da sottolineare quelle di Jorge Navarro – caduto al primo giro in un contatto di gara -, Marco Bezzecchi – protagonista di una scivolata mentre era impegnato in un’ottima rimonta -, Marcel Schrotter, Thomas Luthi e Fabio Di Giannontonio – che ha accusato problemi tecnici alla sua Speed Up.

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Duelli di coppia

Se la gara della Moto3 è stata caratterizzata dall’inizio alla fine da una bagarre continua, i 23 giri della classe intermedia hanno regalato agli spettatori un doppio duello a distanza per la 1° e per la 3° posizione. Luca Marini e Tetsuta Nagashima si sono confrontati giro dopo giro per la vittoria del Gran Premio: il #10 del team Sky Racing Team VR46 è sempre sembrato avere il polso della situazione, concedendo decimi di secondo al giapponese soprattutto nel T2 e nel T2 del circuito andaluso ma tenendo costantemente il distacco sopra il secondo. Il pilota italiano si dimostra un mago delle gare in cui riesce a partire bene, mettersi in testa ed imporre il proprio ritmo, gestendo il vantaggio accumulato: ricorda, a grandi linee, un certo Jorge Lorenzo. Allo stesso modo si è combattuta la battaglia per il terzo gradino del podio: lo spagnolo Jorge Martin, messo in crisi già a inizio gara dal ritmo del #10 e del #45 nonostante la pole del giorno precedente, si è visto rosicchiare decimi su decimi dall’aggressivo Sam Lowes. Il britannico, tuttavia, non ha saputo concretizzare sul più bello la propria rimonta: arrivato a circa 8 decimi dalla stella della casa austriaca – in uscita direzione Ducati – non ha saputo chiudere definitivamente il gap e si è accontentato della 4° posizione finale.

Speed Up dolce amara

Il weekend di Jerez risulta estremamente double face per Speed Up: mentre infatti il team di riferimento sprofonda in un doppio zero, causato dalla caduta incolpevole di Jorge Navarro e dai problemi di feeling di Fabio Di Giannantonio, il neonato team “satellite” Inde Aspar Team Moto2 conquista un 5° ed un 6° posto finale che salva la baracca messa in piedi da Luca Boscoscuro. A discapito del team HDR si può constatare come Jorge Navarro, dopo un weekend positivo ed una qualifica chiusa in 2° posizione, sia stato messo fuori dai giochi all’uscita della prima curva dopo un contatto di gara. Inspiegabile, o per lo meno sorprendenti, i problemi accusati da Fabio Di Giannantonio che, dopo un 2019 da protagonista della categoria, ritiratosi a 7 giri dalla fine per la completa mancanza di feeling con la Moto2. La situazione è totalmente ribaltata nel team di Aspar Martinez, passato da telaio Kalex a telaio Speed Up. Aron Canet sorprende giorno dopo giorno nel suo approccio alla categoria di mezzo: il valenciano #44 non solo si dimostra veloce in FP ed in QP ma sembra riuscire a gestire egregiamente anche la distanza e le situazioni di gara. Hafizh Syahrin ritorna, invece, in una dimensione più umana per lui – la sua presenza in MotoGP era indubbiamente fuori luogo e frutto di pressioni economiche da parte di aziende malesi – conquistando il 6° posto dopo una rimonta portata avanti per tutta la gara. In conclusione, il progetto Speed Up è sicuramente valido, come dimostra anche il dominio nel CEV con 4 vittorie su 4 grazie al lavoro di Yari Montella e del team Ciatti. Bisognerà vedere se la debacle del team HDR sia stata frutto più della contingenza della situazione – come accaduto a Suzuki in MotoGP – o se effettivamente il team Aspar debba essere considerato non più come satellite ma come partner pari grado di uno sviluppo del progetto.

Marini versus Nagashima

Dopo due appuntamenti, Tetsuta Nagashima guida la classifica iridata con 45 punti, seguito da Lorenzo Baldassarri (28 punti) e da Luca Marini (25 punti). Tuttavia, sebbene il #7 risulti il principale inseguitore del giapponese, risulta evidente a tutti come lo sfidante effettivo per la conquista del titolo sia il fratello di Valentino Rossi. Il #10 ha magistralmente portato a casa il massimo dopo un fine settimana in cui è sempre stato veloce ed ha sempre mostrato un passo gara invidiabile. Per di più, la sintonia con il team e con il compagno di squadra – Marco Bezzecchi – è evidente e sta già mostrando i suoi frutti. Se Luca non fosse caduto nelle ultime fasi di gara del Gran Premio inaugurale in Qatar, probabilmente staremmo parlando di un testa a testa tra lui ed il giapponese del team KTM Ajo. Il 28enne di Kanagawa conferma l’exploit del Qatar con un’altra prestazione costante e soprattutto matura: già nel 2019, in sella alla Kalex del team SAG, il #45 aveva mostrato degli spunti interessanti – concludendo due volte in top five – ma non si era mai proposto come vero contendente per le posizioni di vertice. La struttura KTM “ufficiale”, guidata dal team manager finlandese Ajo, è sicuramente in grado di fornire al #45 ciò di cui ha bisogno per ambire al mondiale. Vedremo cosa accadrà settimana prossima sempre a Jerez durante il GP dell’Andalusia.

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